Nicolai, Rota e Brahms per il congedo della stagione sinfonica al “Verdi”
di C.S.
Venerdì 18 e sabato 19 novembre con il M° Corrado Rovaris
Venerdì 18 novembre alle 20.30, con replica sabato 19 novembre alle 18.00, ritorna sul podio del Teatro Verdi di Trieste (www.teatroverdi-trieste.com) il M° Corrado Rovaris per dirigere il nono e ultimo concerto della Stagione sinfonica 2011.
Il brano di apertura è l’Ouverture Le allegre comari di Windsor capolavoro di Otto Nicolai, compositore tuttora familiare ai musicofili per questa ouverture, il cui fascino inossidabile innesca puntualmente le simpatie del pubblico a ogni esecuzione da più di centosessant’anni.
Relativamente dimenticate da noi (quasi quanto le opere italiane di Nicolai), Le allegre comari di Windsor (Die lustigen Weiber von Windsor in tedesco) hanno ancora una presenza abituale nei teatri tedeschi e austriaci. Una sua autonomia ha invece l’ouverture, spesso presente nei programmi sinfonici per la sua ottima strumentazione costruita con grande sagacia. La apre un’introduzione lenta in cui tornano i motivi della musica stupenda che apre il terzo atto (la scena notturna nella foresta), seguita dall’apparizione di una serie di motivi di carattere giocoso; particolarmente trascinante l’ultimo, che conduce l’ouverture a una conclusione vivacissima.
Il concerto per violoncello e orchestra N.1 che segue è un omaggio, nel centenario della nascita, a Nino Rota compositore sinfonico, di opere e di musica da film, impegno che lo ha reso famoso più di qualsiasi altro compositore sia per la collaborazione con i maestri del cinema d’autore italiano, da Fellini a Visconti, sia nel contatto con la poderosa macchina industriale americana, per la composizione delle musiche del fortunatissimo film Il Padrino. Non ultimo va ricordato anche il suo impegno didattico, che lo vide per anni direttore del Conservatorio di Bari (www.conservatoriopiccinni.it), attentissimo a osservare i possibili talenti tra cui, ad esempio, Riccardo Muti. Rota ha scritto anche dodici opere, fra le quali il geniale e fortunatissimo Cappello di paglia di Firenze, musica da camera, musica vocale, musica sinfonica. E anche una serie di pezzi per strumento solista e orchestra, tra i quali il violoncello che viene onorato da lui con tre concerti, uno dei quali, non numerato ed eseguito solo di recente, risalente alla sua straordinaria adolescenza (1925), e due “ufficiali”, composti rispettivamente nel 1972 e 1973. Strumentato per grande orchestra, il Primo concerto respira una sua autentica dimensione sinfonica senza peraltro che questa si inghiotta in qualche modo il protagonismo del violoncello solista, chiamato in misura anche consistente a un intervento corposo nella sostanza del lavoro, e anche a un impegno virtuosistico non comune, in qualche momento addirittura temibile, specialmente nei due tempi estremi. Violoncello solista è Jacopo Francini primo violoncello dell’Orchestra del “Verdi”.
Nella seconda parte del programma sarà eseguita la Prima sinfonia di Johannes Brahms giunto con le composizioni sinfoniche (ne scrisse quattro) al traguardo più alto e impegnativo della sua storia. Il primo movimento è testimonianza del sofferto sonatismo di Brahms per il suo carattere espressivo prevalentemente tragico e permeato di inquietudine. Seguono l’ “Andante sostenuto” venato di intimismo quasi liederistico e un terzo tempo, “Un poco allegretto e grazioso”, quasi un intermezzo nella eleganza gioiosa delle proposte melodiche che crea un clima quasi pastorale. Simmetricamente a quanto avvenuto nel primo movimento, il Finale, un lungo “Adagio”, è luogo d’elezione del drammatismo sinfonico di Brahms che – come sostiene il musicologo Daniele Spini- “premette all’ultimo movimento un lungo episodio introduttivo, esempio di teatralità forse senza riscontro in tutta la sua opera di musicista, sottolineato da una tensione armonica che è eco ultima delle inquietudini tonali dell’ “Allegro” iniziale. Il movimento sfocia nel tema, cantato dai violini sui pizzicati di violoncelli e contrabbassi e alonato dai corni, in cui tutti riconoscono un frammento dell’Inno alla gioia della Nona di Beethoven, trasformato qui in movenze quasi di marcia e contrapposto al modello ideale per essere affidato ai soli strumenti, senza quindi l’approdo alla voce. su questo tema, e su quelli che gli si affiancano, si costruisce a poco a poco un edificio solenne, che nella sua ricchezza di elaborazione è degno coronamento di uno sforzo compositivo destinato davvero a fare epoca”.
Biglietteria del Teatro Verdi. Per la seconda esecuzione a Trieste, sabato 19 novembre ore 18 vendita last minute al 50% da un’ora prima del concerto.
© 17 Novembre 2011