Uto Ughi, magia della musica e impegno per i giovani
di BMoro
«Non smettere di sperare, il talento ha sempre un futuro»
Nato a Busto Arsizio da una famiglia originaria di Pirano e molto legato a Trieste, città dove ha anche vissuto, Uto Ughi, uno dei più prestigiosi violinisti del mondo, è stato presente nei giorni scorsi al Teatro Verdi con un concerto inserito nel progetto da lui ideato l’Arte Incontra l’Uomo: un evento organizzato dalla Chamber Music Trieste nell’ambito della Stagione Cameristica 2011. Alla fine dell’esibizione il Maestro è stato insignito del Sigillo Trecentesco della città dal vicesindaco Fabiana Martini, quale riconoscimento “per quanto ha saputo donarci con la sua musica, per l’impegno nei confronti dei giovani e l’amore verso Trieste”.
Con l’accompagnamento del Maestro Alessandro Specchi al pianoforte, Ughi ha dedicato il concerto anche ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Vitali, Beethoven, Manuel de Falla, Ravel e la musica tsigana, il francese Saint-Saëns e infine Bazzini con la Ridda dei folletti attraverso l’archetto magicamente utilizzato dalle mani d’oro del Maestro, hanno estasiato il pubblico triestino, incantato anche dalle esaustive spiegazioni di un Ughi un po’ ombroso all’inizio, forse per la mancanza di luce sul palcoscenico, ma poi sorridente, ironico e affascinante come sempre.
Lo scopo principale de L’arte incontra l’uomo è quello sensibilizzare il pubblico italiano su uno dei temi che più sta a cuore a Ughi: la decadenza della cultura italiana, che da ormai troppo tempo si trova in una situazione di cul de sac, a causa soprattutto del negligente atteggiamento dello Stato. Ecco allora che il celebre violinista richiama l’attenzione soprattutto dei giovani, cui parla attraverso la musica ormai da diversi anni, grazie a molteplici iniziative, tra le quali Omaggio a Roma, divenuta dal 2003 Uto Ughi per Roma: una manifestazione che offre al pubblico numerosi e prestigiosi concerti gratuiti, ad alcuni dei quali partecipa lo stesso Maestro. È nel contempo un momento di piacere, di riflessione, ma soprattutto d’interesse dal punto di vista didattico per giovani talenti, ma anche per inesperti in campo musicale. Ughi infatti introduce durante i concerti un’essenziale ed esauriente spiegazione del brano che interpreterà.
Durante la sua visita a Trieste, il grande solista ha inoltre incontrato gli studenti del Collegio del Mondo Unito di Duino per rispondere alle loro domande e suggerire loro utili consigli per il futuro. «Ma cosa debbono fare i giovani di oggi?», ha chiesto infatti uno studente. «Rimboccarsi le maniche, lavorare e non smettere di sperare, il talento ha sempre un futuro», ha sostenuto Uto Ughi.
Quest’anno il famoso musicista è stato anche insignito a Cortina del premio Raponzolo d‘argento: fiore noto per la tenacia nel resistere alle intemperie, la stessa capacità riconosciutagli per essere riuscito a valorizzare la propria passione per la musica durante la sua carriera. Creato dall’orafo Mastro 7 della microazienda di Settimo Tamanini, la scultura-gioiello è stata consegnata al celebre violinista dall’ideatrice della manifestazione, la giornalista Rosanna Ghedina, e da Luca Tamanini dell’azienda Mastro 7 alla presenza del commendator Santino Galbiati e delle massime autorità locali.
«Se da un lato una parte della gioventù d’oggi sa cosa vuol dire fare musica – afferma il Maestro – dall‘altro c‘è anche una grossa fetta che non si accorge di come venga spacciata per musica qualsiasi cosa». «Quest’ultima, come la letteratura e la filosofia – ha precisato Ughi – ha bisogno di essere seguita con il pensiero: come diceva Paganini “se un giorno non suono, sono io ad accorgermene, se non suono per due giorni, se ne accorgono gli altri”». Dopo aver premiato rappresentanti di diverse categorie professionali, nel 2011 è stata la volta del violino. Chi meglio del Maestro Ughi, precoce e geniale talento, poteva ricevere questo premio, dopo aver dedicato l’intera vita al magico strumento?
© 31 Ottobre 2011