La Voce di Trieste

Il 15 ottobre e l’anima dell’indignazione

di

Osservatorio – Coscienze oltre la politica e i mercati

La giornata europea ed internazionale di mobilitazione dei cittadini indignati, convocata contemporaneamente per sabato 15 ottobre in una miriade di città grandi e piccole del mondo, è un’innovazione assoluta. Perché segna l’emersione globale e diffusa di un flusso attivo di coscienza umana e civile che non ha precedenti.

Il messaggio comune è semplice ed essenziale: gli esseri umani vengono prima del, mercato, dei profitti, delle ideologie e del potere, ed hanno tutti diritto alla vita, alle libertà, alla felicità, e ad agire sia personalmente che assieme per difenderle.

Il movimento è tale nel significato dinamico vero della parola, ed il suo luogo di nascita e crescita continua è immateriale: la rete globale dei contatti e dialoghi su internet, dalla quale si manifesta poi fisicamente dappertutto, come acqua che sgorga dal livello di falda comune del mondo. L’antica agorà, libera piazza della polis, ampliata a comprendere il pianeta.

 

Ma lo straordinario vero, quello che dà vera speranza nuova nell’umanità in un’epoca di tanti smarrimenti e disperazioni, è che il flusso collettivo profondo che sgorgando all’aperto mostra di prevalere spontaneamente nella rete dall’intreccio libero globale delle coscienze individuali, con tutti i loro carichi di bene e di male, non è negativo, ma positivo.

Non è infatti quello del perdersi nei labirinti del far male a sé stessi ed agli altri, nel culto di sé stessi, di gabbie ideologiche o del nulla, ma quello del fare assieme il bene di tutti nei valori condivisi di coscienza, ragione e fiducia: fides. In una somma dinamica di positività individuali che nell’incontrarsi e manifestarsi in libertà si autoalimentano dandosi coraggio. E scendono finalmente in campo sul piano etico della capacità d’indignarsi e su quello materiale dell’organizzarsi ed agire per cambiare.

Chi l’avrebbe detto anche poco tempo fa, abituati come siamo al pessimismo del rivolgere l’attenzione quasi soltanto al peggio interiore ed esteriore che ci assedia ogni giorno?

Al di là degli ovvi problemi e difetti di dettaglio, di tutte le deviazioni possibili, delle analisi socioeconomiche e delle tante banalizzazioni, questa è infatti l’essenza e la forza profonda che sta emergendo in rete e sulle piazze. Contemporaneamente nuova ed antica come l’umanità, e perciò nello stesso tempo moderna e tradizionale. Sintesi naturale di opposti apparenti.

Ma lo si comprende con la percezione interiore, non con quelle superficiali delle convenzioni e delle politiche di parte e delle altre meschinerìe che ottundono l’intelligenza. Non troveremo perciò scritte queste cose, anche se le sentiamo, nella gran parte delle cronache, dei commenti e delle analisi presenti e future sugli sviluppi locali e globali del movimento.

Per lo stesso motivo non mancano già, ed aumenteranno, le reazioni di ostilità politica e culturale per passarlo sotto silenzio, denigrarlo e farlo deragliare. Ma il fatto che viva e si alimenti nella dimensione eterea della rete globale d’interrelazione libera dovrebbe essere di per sé buona difesa.

Noi siamo stati tra i primi a scrivere di questo movimento spontaneo con attenzione diversa già nel maggio di quest’anno, quando quasi tutti ne sottovalutavano o passavano sotto silenzio gli esordi che dalle piazze di Spagna saldavano già perfettamente, anche sul piano simbolico, l’entusiasmo dei giovani al successo del libro di un combattente francese per le libertà quasi centenario, Stéphane Hessel.

Il nostro articolo di allora si può leggere qui. Avevamo visto giusto a scriverne così. E contiamo d’aver motivo di farlo anche per il futuro.

Paolo G. Parovel

© 15 Ottobre 2011

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