“Pinocchio cuore di legno”
di BMoro
Graphic novel di Petro Spirito e Nadia Zorzin
Sono trascorsi esattamente 130 anni da quando Carlo Collodi, pseudonimo di Carlo Lorenzini, pubblicò il 7 luglio del 1881 su il Giornale per bambini il romanzo Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino. Da quel giorno diversi autori di cinema, teatro e letteratura, si sono cimentati nel riproporre la storia del bambino di legno, dal naso lungo per le troppe bugie, nella versione originale o rielaborata.
Giornalista e scrittore come Collodi, anche Pietro Spirito (www.pietrospirito.it), casertano di nascita ma triestino d’adozione, ha presentato nei giorni scorsi alla libreria Lovat (www.librerielovat.com) di Trieste Pinocchio cuore di legno (Fernandel (www.fernandel.it), € 12), versione rivisitata in chiave super moderna e noir della celebre fiaba: un graphic novel (romanzo a fumetti), illustrato dalle suggestive immagini in bianco e nero di Nadia Zorzin (http://soloinlinea.splinder.com/), la cui trama verte sulla storia di Pinocchio dopo che il burattino fu trasformato in bambino dalla Fata buona. L’incontro è stato introdotto da Agnese Emarcora e sottolineato dalle letture di Eleonora Francesca Cardovani della Compagnia Officina del Sogno.
Affermare che l’ultima opera di Spirito sia una mera rivisitazione del celebre racconto, sarebbe assai sbagliato: la novità riguarda lo scrittore che si sofferma sul Pinocchio umano e adulto e il narratore che non coincide con l’autore. Non a caso nella prima scena del libro Spirito invita alla rilettura della fiaba attraverso il racconto di un personaggio sulla cinquantina, pelato, con occhiali da vista rotondeggianti, che in un certo senso potrebbe somigliargli, e che è in procinto di descrivere al proprio psicologo di quando da bambino incontrò nella soffitta dello zio un burattino parlante: era Pinocchio, che gli confidava la sua vita passata, trascorsa da essere umano.
Attraverso la storia di Pinocchio adulto, Spirito si addentra nell’analisi psicologica di una persona che vive i giorni nostri, incorre nelle difficoltà quotidiane e negli errori di un uomo qualsiasi, senza trovare mai la strada giusta. Grazie a un testo poetico in senso contemporaneo, dagli spunti originali, che inducono alla riflessione, e a un disegno essenziale, graffiante e un tantino audace, Spirito e Zorzin colpiscono la mente e l’occhio del lettore con sofisticata ironia, anche in virtù di piccoli e divertenti dettagli, che richiamano altri personaggi di Collodi: Pinocchio viene per esempio ingannato da due signori della Cat&Fox Credit Institute (Istituto di Credito Il Gatto&La Volpe) e il suo capo si chiama Eatfire (Mangiafuoco).
Le tavole della Zorzin esprimono appieno attraverso un segno asciutto il grigiore della vita: la disperazione di Pinocchio, dopo aver fallito per l’ennesima volta, è insopportabile per se stesso ma forse anche per il lettore, che potrebbe trovarsi un po’ smarrito e deluso di fronte alla cruda realtà.
© 11 Ottobre 2011