Premi, “Nature” e palestra alla Sissa
Prestigiosi riconoscimenti internazionali
Periodo di grandi eventi alla Sissa (www.sissa.it): mentre a Trieste veniva inaugurata la palestra del campus (200 metri quadrati per fitenss e relax), a San Sebastian, in Spagna, Antonino Vallesi, ricercatore Sissa, riceveva dall’European Society of Cognitive Psychology (Escop) (www.escop.eu) il premio Bertelson, destinato a neuroscienziati all’inizio di una promettente carriera. Il premio viene assegnato ogni due anni a un giovane ricercatore europeo, che non abbia compiuto 35 anni, dai riconosciuti meriti scientifici nel campo della psicologia cognitiva.
Siciliano, 32 anni, laurea in psicologia all’Università di Padova (2003) e dottorato in neuroscienze alla Sissa (2007), Vallesi è stato per due anni e mezzo in Canada, al Rotman Research Institute di Toronto, per perfezionarsi nell’applicazione di tecniche di neuroimmagine alle neuroscienze cognitive. Dal mese di luglio 2009 è ricercatore alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, dove studia i meccanismi dell’attenzione e le conseguenze cognitive dell’invecchiamento. Già vincitore del Premio della Junior Chamber International (The Outstanding Young People-Research), si è anche aggiudicato un finanziamento dalla Sissa di 15.000 euro per coordinare un progetto di ricerca sugli effetti del bilinguismo nell’ambito delle attività del Neuroimaging and Attention Lab.
Un altro ricercatore della Sissa, Alessandro Treves, spiega invece, assieme a colleghi internazionali, i segreti della memoria: il team internazionale di ricercatori ha infatti sviluppato una procedura sperimentale per determinare come si attivi l’ippocampo in seguito a cambiamenti repentini delle caratteristiche che contraddistinguono l’ambiente in cui ci troviamo. E ha messo in evidenza come, al variare di alcune caratteristiche dello spazio circostante, nell’ippocampo dei roditori si alternino le mappe spaziali, del vecchio e del nuovo ambiente, a intervalli temporali brevissimi, ogni 100 millisecondi: come se fossero dei lampi di memoria.
La scoperta è stata realizzata con un esperimento descritto nei dettagli nell’articolo pubblicato sulla rivista scientifica Nature (www.nature.com) da Karel Jezek, Espen J. Henriksen, Edvard I. Moser, May-Britt Moser e Alessandro Treves, neuroscienziato della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste.
© 1 Ottobre 2011