Trieste – 800 famiglie povere a rischio sfratto perché la Regione dimezza i sussidi per affitti: il Comune interviene, ma non basta
di PGParovel
Osservatorio sociale
Il quotidiano locale Il Piccolo non l’ha capito, o come fa spesso non l’ha voluto dire chiaro e tondo: a Trieste circa 800 famiglie povere rischiano lo sfratto perché la Regione non solo non ha adeguato al bisogno l’apposito Fondo Locazioni che dovrebbe aiutarle, ma l’ha dimezzato rispetto al 2010.
È una catastrofe sociale ed individuale incombente, sulla quale hanno lanciato l’allarme in conferenza stampa nei giorni scorsi gli assessori comunali alle Politiche sociali, Laura Famulari, ed al Patrimonio, Emiliano Edera.
Il fondo speciale per aiutare le famiglie in difficoltà a pagare gli affitti e conservare il possesso essenziale dell’abitazione esiste dal 2003, è finanziato con fondi regionali e statali e viene ripartito ogni anno tra i Comuni della Regione, che vi contribuiscono per il 10%.
Quest’anno a Trieste hanno presentato domanda d’aiuto per gli affitti 1951 famiglie, 1677 delle quali sono state ammesse ai contributi del Fondo per un fabbisogno totale di circa 4,5 milioni di euro. Nel 2010 la Regione ne aveva stanziati solo 3,38 milioni, già insufficienti.
Ma per quest’anno la Regione ha dimezzato la quota per Trieste ad 1,73 milioni, anche perché è calato il contributo statale. Ed il Comune, dopo avervi perciò aggiunto di suo 630mila euro, ha ora potuto integrare la propria quota, in assestamento di bilancio, con altri 270mila portandola ad un totale 900mila, che non è il 10 ma addirittura il 50% del Fondo.
Malgrado lo sforzo del Comune continuano dunque a mancare oltre 2 milioni di euro, e questo significa non poter assistere più di metà delle famiglie che hanno diritto al sussidio per gli affitti. Mettendo così a rischio diretto di perdere l’abitazione le 8-900 che essendo già in condizioni estreme verrebbero private anche di quest’assistenza sociale. Al loro numero si dovrebbe inoltre aggiungere una valutazione per redditi di quello delle famiglie bisognose che avrebbero diritto al medesimo sussidio ma ne ignorano ancora l’esistenza.
Si tratta inoltre di una spesa assistenziale di natura primaria, che rientra perciò tra le spese pubbliche obbligatorie. Quelle cioè che come tali hanno precedenza su tutte le spese secondarie, mentre la loro omissione assume anche profili penali.
La nuova amministrazione comunale sta tentando di incrementare gli stanziamenti anche per le altre assistenze sociali, che quella precedente (Dipiazza) aveva invece tagliato vergognosamente rispetto al fabbisogno, con conseguenze drammatiche sui poveri che alcuni anni fa le erano valse anche denunce e procedimenti penali. Ora rinnovabili, ma nei confronti dell’Amminstrazione regionale.
Sul Fondo Affitti è infatti la Regione a dover intervenire quanto più rapidamente con uno stanziamento ulteriore adeguato. Perché i tagli alle assistenze sociali doverose verso i più poveri significano approfittare – ed è scandaloso e intollerabile – delle categorie di cittadini così deboli da non avere forza né voce di protesta politica.
E servono pure – assieme ai teatrini stampa su tagli di spese istituzionali cui è invece competente il Parlamento – a non eliminare invece doverosamente la nota massa abnorme di spese inutili, di privilegi e di clientele parassitiche superpagate.
Incominciando perciò col cacciare via la folla degli amministratori di nomina politica nelle società possedute o partecipate dalla Regione stessa, dove potrebbero essere sostituiti da funzionari regionali a guadagno immediato di economia ed efficienza.
Ed anche queste sono tra le cose da ricordare bene per le prossime elezioni.
Paolo G. Parovel
© 30 Settembre 2011