Un libro per la solidarietà: l’esordio narrativo di Cesare Chiari
di MZaulovic
Recensione di Monica Zaulovic
Le assolate coste del Brasile come esotico sfondo del primo romanzo di un autore italiano emergente, nato a Reggio Emilia, residente a Gorizia, “prestato” alla carriera di colonnello dell’esercito in servizio allo Stato Maggiore di Padova, dopo essere passato per il Collegio Navale “F. Morosini” a Venezia, l’Accademia Militare di Modena, una laurea in Scienze Politiche a Bologna ed una in Scienze Strategiche a Torino… ma da sempre innamorato di poesia e letteratura.
Cesare Chiari, grazie o a causa del suo lavoro, ha viaggiato molto – non solo in Italia – e ciò, volente o nolente, forma e mette a confronto la tua visione del mondo con tante delle molteplici anime che lo compongono. L’autore ha deciso di destinare il ricavato del libro alla solidarietà, e precisamente all’associazione Regina Elena Onlus, che si occupa dei bambini sofferenti nel mondo.
Renovacao è ambientato a Salvator Bahia. Salvator, o Salvador, è appunto la capitale dello Stato di Bahia, nella regione nord orientale del Brasile. Amerigo Vespucci approdò nel punto in cui verrà fondata la città già nel 1501, ma la data di fondazione ufficiale sarà appena il 1549. Sorgendo proprio a ridosso della “Bahia de todos os santos” (cioè “baia di tutti i santi”), il suo nome per esteso è São Salvador da Bahia de Todos os Santos.
Per i brasiliani è semplicemente Salvador e, specie nel suo passato di porto coloniale per la tratta degli schiavi provenienti dall’Africa, veniva chiamata anche solamente Bahia. Da qui è derivato il nome dell’intero stato. Terza città più popolosa del Brasile dopo San Paolo e Rio de Janeiro, è la maggiore del Nord-Est. I suoi abitanti sono curiosamente chiamati soteropolitani, dalla versione greca del nome Salvador (Salvatore), ovvero Soteropolis, “città del Salvatore”.
In una città che già è un nomen–omen (e noi non siamo del tutto certi che nella scelta del luogo Chiari sia stato vittima del caso..) il piccolo Tomè, ospite dell’orfanotrofio del complesso Igreja e Ospìcio de Nossa Senhora da Boa Viagem, viene improvvisamente ricoverato nel reparto di rianimazione dell’Hospital Portugues.
Tomè sta male, eppure non è ammalato. Se ne accorge Clara, la giovane missionaria laica che da molti anni si occupa di giovani abbandonati. La sua caparbietà, la sua volontà di scoprire cosa si nasconde dietro quel fatto misterioso la porteranno a svolgere indagini che le permettano di dare una risposta alla domanda: “Perché?”. E così che iniziano i tanti “perché” di un giallo intricato, ricco di indizi e dubbi. Ed è ancora così che, alla forsennata ricerca di risposte, Clara intreccerà la propria vita con quelle di un ex-poliziotto italiano (Francisco), di un giovane parroco dell’istituto (padre Eli) e del cardinale arcivescovo della diocesi (monsignor Souza).
Sin dalle prime pagine di questo piacevole racconto caratterizzato da un’inaspettata delicatezza di penna dell’autore, siamo proiettati sulle torride coste brasiliane, dove l’arsura, il sole bruciante del Tropico del Capricorno ed i brillanti colori di quelle terre plasmano la forma ed il carattere dei personaggi. Ciascuno di loro dovrà confrontarsi col proprio passato e le emozioni, i dubbi, le esperienze che vivranno, motiveranno lo sforzo di tutti per la ricerca di un cambiamento, se non di una vera rinascita.
Convitato di pietra nella vita di tutti i protagonisti è proprio il piccolo Tominho, questo fragile bambino che, solo con la sua presenza metterà in contatto Clara, Francisco, Patricio ed il cardinale Eli. Dopo aver percorso assieme un tragitto che è fisico, ma altrettanto fortemente simbolico, attraverso i riti candombè locali, la tratta degli organi ed il progetto insano e demoniaco di un cardinale pervaso da manie di onnipotenza, le loro vite si intrecceranno in una rete di rapporti che cambieranno per sempre la loro esistenza.
Nella precedente raccolta di scritti Alfabeto dell‘anima (quasi un intenso diario personale) Cesare Chiari invitava se stesso ma anche il genere umano tutto a riflettere “a voce alta” su temi essenziali quali Dio, l’Amore e la Morte: un libro estremamente introspettivo e quasi psicanalitico.
In questa prima ma incisiva esperienza narrativa, l’autore ha scelto invece di sfruttare sapientemente l’esteriore: i paesaggi e le genti brasiliane che ci fanno immergere in un intreccio di buoni sentimenti, amicizia, passione e vita, all’ombra di un Brasile che non è quello a cui ci avevano abituato gli autori contemporanei. Un ritmo incalzante ed al tempo stesso velato da un’allegra malinconia, trasformano questo libro in un inno alla gioia ed alla perenne vittoria dell’amore.
© 19 Settembre 2011