La Voce di Trieste

Un bacio per combattere l’omofobia

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La manifestazione ha coinvolto più di 150 persone

L’inaugurazione della 62ª Settimana Liturgica Nazionale, avvenuta lunedì 22 agosto presso il Molo IV, è stata caratterizzata da un’allegra e colorata manifestazione organizzata dal Circolo Arcobaleno Arcigay Arcilesbica Trieste sul tema dei diritti della persone lgbt (lesbiche-gay-bisessuali-transgender), delle libertà personali e per denunciare le posizioni anacronistiche della Chiesa.

Sotto lo slogan Voi date schiaffi, noi diamo baci, più di 150 persone si sono scambiate baci gay e lesbici per  per rivendicare il diritto di vivere la propria affettività senza il peso dello stigma e senza discriminazioni: «Abbiamo aspettato che i partecipanti alla Settimana Liturgica uscissero – ha detto Davide Zotti, presidente del Circolo Arcobaleno – e poi ci siamo baciati». Le automobili con il cardinale Angelo Comastri, Vicario Generale del Papa per lo Stato della Città del Vaticano, e con l’arcivescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi, sono state fermate da un affettuoso flash mob che ha visto eterosessuali e omosessuali uniti in una manifestazione civile ed educata.

Le reazioni non sono mancate, come racconta Davide Zotti: «Qualcuno ci ha insultato, altri hanno detto che siamo frustrati e che facciamo schifo, ma nonostante questo il tutto si è svolto in modo molto tranquillo. Era curioso vedere come alcuni sacerdoti cadessero quasi dalle nuvole quando ricordavamo che il Vaticano si è opposto alla depenalizzazione universale dell’omosessualità presentata in sede Onu»: nel mondo più di 80 paesi condannano le relazioni tra donne o tra uomini, mentre sette prevedono la pena di morte.

L’intento dichiarato degli organizzatori era quello di «rimettere al centro del dibattito pubblico e politico la questione dell’omofobia presente nel nostro paese e del pesante vuoto legislativo in materia, condizionato dalle posizioni vaticane, passivamente accolte da una parte della classe politica».

Come dice Zotti, «noi non chiediamo libertà, diritti e tutela di fronte alle violenze omofobiche ai sacerdoti, ovviamente chiediamo che sia lo Stato ad intervenire, ma vogliamo sottolineare il peso che il Vaticano ha in tutto questo e la sua responsabilità  nell’alimentare l’omofobia, quando, ad esempio afferma che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati e contrari alla legge naturale». O quando dice che «la pratica dell’omosessualità sta minacciando seriamente la vita e il benessere di un gran numero di persone» (Joseph Ratzinger, Lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali) o ancora definisce «mortificante» la famiglia formata da due persone omosessuali (arcivescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi).

«La nostra manifestazione di affetto ha dato fastidio – conclude Davide Zotti – il nostro messaggio era quello di liberare l’amore da qualunque stigma sociale, lasciando a ognuno la libertà di esprimere il proprio amore. Siamo stati felici di constatare come a questa manifestazione abbiano aderito persone eterosessuali a dimostrazione del fatto che “i diritti sono di tutte/i o non sono”, come vuole l’articolo 3 della nostra Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”».

Chi fosse interessato può leggere l’articolo de La Voce di Trieste sul Circolo Arcobaleno Arcigay Arcilesbica Trieste

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© 23 Agosto 2011

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