La Voce di Trieste

È tutto falso: intervista a Marco Corvaglia

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Perché ha scritto il libro “Medjugorje. È tutto falso” ?

Mi sono reso conto del fatto che tutti i libri in circolazione raccontavano le vicende di Medjugorje in maniera acritica. Se la storia di un fenomeno la scrivono solo i difensori del fenomeno stesso, inevitabilmente il giudizio maturato dall’opinione pubblica sarà falsato. Tutti gli eventi scomodi rimangono infatti sconosciuti. E non è neanche detto che questo avvenga per malafede. Può accadere anche per una colpa più lieve: la superficialità. Se infatti ciascun autore pro Medjugorje utilizza come proprie fonti altri libri in cui la storia è raccontata in maniera parziale, è facile immaginare le conseguenze.

Lei è stato a Medjugorje?

“Vai e vedi” è la frase che ripetono tutti i sostenitori di Medjugorje. Io sono andato e ho visto. O, meglio, non ho visto nulla di particolare. La risposta che automaticamente viene fornita in questi casi è che a Medjugorje solo chi ha il cuore aperto“sente” il soprannaturale (sottintendendo che, se uno non rimane coinvolto dall’esperienza, la colpa è sua). Ma, se le cose stanno così, allora possiamo anche dire che la soprannaturalità di Medjugorje è colta solo da coloro che hanno il desiderio e il bisogno di sentirla.

La figura di padre Jozo Zovko, incarcerato, allontanato da Medjugorje: un personaggio dal ruolo ambiguo.

Non do giudizi sulle persone, ma riporto fatti documentati. Nel 1989 il vescovo Zanic tolse a padre Jozo la facoltà di confessare i fedeli, ma poiché egli continuava a confessare abusivamente, incorse automaticamente (“latae sententiae”) nella privazione delle facoltà sacerdotali nell’ambito della diocesi di Mostar (la Chiesa prevede due tipi di sanzioni disciplinari, quelle “latae sententiae”, che scattano in maniera automatica a seguito di un comportamento irregolare, e quelle che vengono formalizzate ed emanate dall’autorità gerarchica). Avendo persistito nella sua disobbedienza, padre Jozo è stato formalmente sospeso dal vescovo Peric, con provvedimento del 26 giugno 2004 (ho pubblicato il documento originale). Nonostante questo, il francescano ha continuato ad esercitare abusivamente le funzioni sacerdotali all’interno della diocesi, finché nel 2009 il Provinciale francescano dell’Erzegovina lo ha fatto trasferire in Austria, a Frohnleiten, vietandogli qualunque contatto con i fedeli.

Secondo lei si tratta di un fenomeno di autosuggestione di massa e uno sfruttamento commerciale?

La suggestione la vedo, sinceramente, nei pellegrini. Lo sfruttamento economico è sotto gli occhi di tutti, ma in Italia quanti sanno che i veggenti sono tutti dei piccoli albergatori? Comunque non c’è solo questo a Medjugorje. Anche un malinteso senso della religiosità può dare alimento a quelle che si definiscono “pie frodi”.

Le critiche del vescovo di Mostar Pavao Zanic: si dice che all’inizio credeva alle apparizioni, ma poi, dopo essere stato convocato dalle autorità di Belgrado, iniziò la sua forte critica: è vero?

Le accuse nei suoi confronti sono calunnie che non solo sono prive di qualunque prova documentale, ma sono totalmente contraddette dall’analisi storica del fenomeno di Medjugorje. La posizione del vescovo Zanic è stata sempre antitetica a quella del governo comunista: all’inizio i comunisti si opponevano al fenomeno e il vescovo difendeva i veggenti. La sua posizione cominciò a cambiare quando constatò che i messaggi istigavano due francescani (Ivica Vego e Ivan Prusina) all’insubordinazione.  A partire dal 1982, il governo comunista cominciò ad ammorbidirsi, poiché i pellegrinaggi iniziavano a portare valuta estera pregiata; dalla seconda metà degli anni Ottanta il governo appoggiava il fenomeno in maniera aperta, mentre l’opposizione di Zanic diventava al contrario sempre più decisa.

La figura discussa e discutibile di padre Tomislav Vlasic, padre spirituale dei sei veggenti…

Per padre Vlasic, oggi ridotto allo stato laicale, i fatti parlano da sé. È un religioso che ha interpretato in modo molto personale e irregolare il suo ruolo. La cosa più preoccupante è che nel luglio 1988 la veggente Marija ha ammesso per iscritto di aver attribuito un messaggio falso alla Madonna su richiesta di Vlasic, con lo scopo di far credere ai fedeli che la Madonna stessa appoggiava la fondazione di una comunità religiosa creata a Parma dal Vlasic.

Cosa dicono i test scientifici condotti sui veggenti?

Mi limito a riportare quanto scrisse nel settembre 1986 il presidente del Comitato Medico Internazionale di Lourdes, prof. Théophile Kammerer, a proposito dei test medici condotti sui veggenti di Medjugorje:“Questi esami restano superficiali quanto alla loro portata. Nonostante ciò, l’insieme delle tecniche sofisticate impressiona il lettore più sprovveduto.”

In conclusione, che cos’è per lei Medjugorje?

Un triste e preoccupante segno di quanto sia diffusa la disperazione esistenziale tra gli uomini d’oggi. O, forse, di tutti i tempi.

© 30 Luglio 2011

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