Trieste, porto franco internazionale violato: la denuncia di Greenaction a Bruxelles
Porto e lavoro
L’organizzazione ambientalista Greenaction Transnational, membro di Alpe Adria Green, ha denunciato alla Commissione Europea le sospensioni del regime di punto franco nel Porto Franco Nord di Trieste (portovecchio) per scopi non portuali come violazioni delle norme di diritto internazionale sul Porto Franco di Trieste, radicate nel Trattato di Pace di Parigi del 1947, e di conseguenza dell’art. 21 del Trattato sull’Unione Europea, che impegna l’UE e gli Stati membri al rispetto del diritto internazionale. Nella denuncia Greenaction chiede l’intervento della Commisisone Europea sia nei confronti dell’Italia che presso le Nazioni Unite, che in base al Trattato del 1947 sono il garante internazionale del Porto Franco di Trieste.
Greenaction denuncia inoltre la scandalosa convergenza fraudolenta tra politica portuale italiana e speculatori edilizi ed immobiliari che fa credere falsamente che il Porto Franco Nord, vasto 70 ettari con magazzini, banchine e ferrovia, sia ormai inutilizzabile e superato, per allontanare gli investotori portuali e sospendere e poi abolire il regime extradoganale dell’area urbanizzandola illecitamente l’area per costruirvi appartamenti, alberghi e quant’altro. Privando così la città di uno strumento straordinario di lavoro per tutti, ad ingrassare invece cerchie ristrette di speculatori, lobby edilizie e professionisti.
Gli ambientalisti hanno ricordato pure che ad ottobre il Consiglio di Stato si pronuncerà sul ricorso presentato dall’associazione Porto Franco Internazionale di Trieste contro le concessioni illegittime dell’area per usi non portuali rilasciate dall’Autorità Portuale a Greensisam ed al consorizio immobiliare Portocittà.
Delle occupazioni e violazioni illegittime dell’area, ha precisato Greenaction, fa parte anche la mostra d’arte ora imposta Vittorio Sgarbi nel nome della Biennale di Venezia, che in realtà non c’entra affatto.
© 13 Luglio 2011