La Voce di Trieste

P4: il Colonnello della GdF Vincenzo Cerceo chiede da Trieste un’inchiesta parlamentare

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Il colonnello della Guardia di Finanza in congedo Vincenzo Cerceo chiede da Trieste un’inchiesta parlamentare sugli scandali della cosiddetta “P4”, così come si fece per la loggia P2 di Licio Gelli. Ed ha pieno titolo a farlo: Cerceo è investigatore di tutto rispetto, che a Trieste si è fatto anni addietro particolarmene onore nel servizio per due motivi correlati.

Il primo è che come responsabile qui del GICO – Gruppo d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata, condusse brillanti e coraggiose indagini in particolare sui traffici criminal-istituzionali di materiale nucleare che passavano da questa città di confine, sui riciclaggi e sul pesante sistema di corruzione locale tra politici e potenti imprese.

Il secondo è che proprio per questi risultati, e perché troppo capace e rigoroso, è stato perseguitato vergognosamente ed infine epurato da superiori di diverso profilo. Alcuni dei quali risultarono poi coinvolti in illeciti analoghe a quelli che emergono ora nell’ennesima vicenda italiana di corruzione trasversale, dove una volta di più si trovano al centro della bufera anche alcuni vertici della Guardia di Finanza.

Ora a sostegno della sua richiesta e denuncia pubblica il colonnello Cerceo dichiara «premesso che ognuno è innocente fino a condanna definitiva, il cittadino comune non può non rilevare che, con impressionante periodicità, ogni 10-15 anni, o giù di lì, i vertici del Corpo vengono scossi da scandali straordinari, oltre allo stillicidio dei piccoli scandali che vedono protagonisti degli uomini delle “Fiamme Gialle” di grande e piccolo grado.»

E precisa puntuale: «Ricordiamoli: inizio anni anni ‘80, scandalo dei petroli con comandante generale e capo di stato maggiore coinvolti che avevano creato una coincidenza tutta da repubblica delle banane: di capo delle guardie e capo dei ladri; inizio anni ‘90 tangentopoli milanese, con generali e colonnelli a capo di bande riscuotenti tangenti in maniera sistematica. Nel frattempo era stato il presidente della camera di allora, Luciano Violante, ad impedire una inchiesta parlamentare seria, dicendo che non era il caso. Nell’intermezzo, lo scandalo della P2, con molti dei maggiori gradi del comando generale, comandanti e comandanti in seconda, coinvolti in quell’associazione illegale. Ultimo in ordine di tempo, lo scandalo di tangenti nel Veneto, con tesoro nascosto nelle banche estere solo di recente finalmente scoperto. Ed ora questa nuova vicenda.»

Concludendo con la richiesta dell’indagine parlamentare «su questo corpo a cui ho appartenuto e che più volte mi ha fatto vergognare». La presa di posizione del Colonnello Cerceo, che si occupa ora anche di indagini storiche difficili e delicate su crimini di guerra, non è soltanto opportuna in sé, ma testimonia ed onora doverosamente quella parte degli appartenenti alla Guardia di Finanza, di tutti i gradi, che non hanno mai ceduto ai sistemi di corruzione criminali e criminogeni.

(P.G.P.)

© 30 Giugno 2011

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