Carso: tutela europea coordinata con il progetto Living Landscape
di PGParovel
Ambiente e cultura
I suoli carsici si estendono su parte considerevole del pianeta. Ma il Carso classico, detto così perché vi si iniziarono gli studi moderni sul carsismo – anticipati da naturalisti e geografi dell’antichità classica e del 17° secolo – è quella parte nordoccidentale del rilievo dinarico che inizia alla soglia adriatica orientale del Timavo e di Trieste coprendo la Slovenia centromeridionale e l’Istria settentrionale.
Qui infatti, nella Mitteleuropa di un tempo, studiosi di lingua slovena, croata, tedesca ed italiana hanno analizzato per primi le dinamiche di erosione dei calcari, hanno definito attingendo a più lingue le tipologie dei fenomeni carsici (come le doline, le uvale, i polje ed i Karrenfelder), hanno scoperto e classificato le forme viventi adattate alla vita sotterranea, dai piccoli crostacei, insetti ed aracnidi al proteo, ed hanno studiato i pipistrelli e gli altri animali troglofili, le piante ed i funghi delle cavità e l’inversione termica delle vegetazioni.
Ne fanno fede storica ed attuale schiere illustri di studiosi, speleologi, associazioni esplorative e scientifiche, collezioni, musei ed istituzioni di tutta quest’area, tra le quali spicca a tutt’oggi anche per ruoli di coordinamento internazionale l’Inštitut za Raziskovanje Krasa – Karst Reserarch Institute, di Postojna.
Questo Carso classico condiviso da Italia, Slovenia e Croazia non è però ‘soltanto’ natura e scienza, ma anche cultura, identità, costume, e paesaggio modellato dalle antiche attività umane tradizionali di questi spazi: la pastorizia che ha creato e conservato la landa carsica; la coltivazione dei campi ricavati sui terreni più difficili con lo spietramento testimoniato dai tumuli e muretti a secco; i vitigni particolari e gli oliveti sulla costiera carsica triestina, accompagnati dalla pesca con barche tradizionali, che all’interno si faceva sui fiumi carsici e sui laghi periodici di Cerkinica e delle antiche paludi di Lubiana; l’apicoltura con le api carnioliche nelle arnie dipinte; gli antichi mulini, i villaggi e le chiese ed i monasteri dai tetti di pietra ed un tempo di paglia e le cinte fortificate; i loro tigli antichissimi, i kal e le ghiacciaie; i castelli e le selve profonde del Carso montano dove di cavava il ghiaccio dalle grotte anche d’estate, si faceva il carbone e si tagliava il legname nella convivenza con una fauna straordinaria di cervi, camosci, linci, lupi ed orsi; i cavalli lipizzani ed i cani da pastore del Carso. E tanti altri aspetti, entro una storia esemplare di popoli in condivisione millenaria di linguaggi, vite e territori.
È un’eredità appunto condivisa non solo di usi e memorie, ma anche di beni culturali e paesaggistici concreti, che si può ben conservare e valorizzare a miglioramento della qualità vita di oggi in queste stesse terre. Ma a patto di averne consapevolezza adeguata e comune in tutti e tre i nostri Paesi, e di saper collaborare nello spirito unitario della nuova Europa dai confini aperti.
Living Landscape per il Carso
Su questa linea è stato ora varato tra Italia e Slovenia un progetto europeo LIVING LANDSCAPE per il Carso, che durerà 30 mesi con una copertura finanziaria complessiva di 390mila euro. Vi partecipano da parte italiana la Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia, la Provincia di Trieste ed il Comune di Duino Aurisina / Ob?ina Devin Nabrežina, e da parte slovena l’Univerza na Primorskem-Koper / Università del Litorale-Capodistria, lo Javni zavod Park Škocjanske jame (Ente Parco delle grotte di San Canziano), e lo Javni zavod Republike Slovenije za varstvo kulturne dediš?ine Slovenije -Obmo?na enota Nova Gorica (Ente per la tutela dei beni culturali della Repubblica di Slovenia, unità territoriale di Nova Gorica).
Il progetto si articola tra Slovenia ed Italia (ma vi starebbe bene inserita anche la Croazia) su quattro linee operative nuove:
- la valorizzazione e la tutela del Carso attraverso ricerche interdisciplinari architettoniche, storiche, etnologiche, archeologiche e mitologiche;
- la comparazione degli ordinamenti legislativi generali e di tutela e conservazione del paesaggio e dell’architettura del Carso;
- il miglioramento congiunto dei sistemi di comunicazione e discussione dei problemi, delle idee e dei progetti tra le istituzioni che partecipano all’iniziativa, con la produzione di informazione adeguate sia tra i tenici che per la popolazione, facendola partecipare alle attività anche con testi ed eventi aperti a tutti;
- l’individuazione di modi comuni per far coincidere la tutela del patrimonio carsico con lo sviluppo delle persone e delle comunità.
Su questa traccia il progetto propone inoltre come obiettivi concreti:
- un museo digitale interdisciplinare del Carso, con catalogazione del patrimonio naturale e culturale per tutti gli usi conoscitivi, scientifici, amministrativi e professionali, incrementando il catalogo già elaborato concettualmente dall’apposito gruppo di ricerca dell’Università del Litorale a Koper-Capodistria;
- una mostra itinerante con due cataloghi, uno didattico per bambini e l’altro tecnico-comparativo sulle tutele e gestioni del patrimonio carsico, con proposte di linee-guida;
- pubblicazioni scientifiche sul paesaggio carsico;
- due progetti di parchi culturali e simbolici, in Slovenia a Rodik ed in Italia a Gropada;
- attività didattico-educative e di sensibilizzazione, con officine e laboratori;
- reinsegnamento della costruzione dei muri a secco, con un film documentario;
- un film documentario sulle entità mitologiche del paesaggio culturale e spirituale del Carso;
- progetti di ristrutturazione di oggetti del patrimonio culturale, come le antiche ghiacciaie, e della chiesetta dell’ex OPP di Trieste.
LIVING LANDSCAPE si fonda in sostanza sul principio europeo ed universale che la ricerca, la conservazione e la divulgazione del patrimonio e del paesaggio culturali sono anche azioni creative necessarie per lo sviluppo, la crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro secondo la Strategia di Lisbona, e si collega agli indirizzi di Cultura 2000 e dell’UNESCO (1972,2003, 2005) sulla conservazione del patrimonio culturale, integrando poltiche regionali, statali e comunitarie.
Tra i partner del progetto, il Parco delle Škocjanske jame e già iscritto dal 1986 nell’elenco del patrimonio culturale e naturale dell’UNESCO, incluso dal 1999 come prima località europea tra le zone umide sotterranee di rilevanza internazionale secondo la Convenzione RAMSAR, e riconosciuto come area biosferica Carso (KBR – The Karst Biosphere Programme) nella rete mondiale delle aree biosferiche del programma MAB dell’UNESCO – L’uomo e la biosfera – Man and Biosphere Programme.
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© 28 Giugno 2011