I referendum italiani esprimono una vittoria della consapevolezza
di Direttore
Editoriale d’analisi
La vittoria in Italia dei sì ai referendum abrogativi del 12 e 13 giugno (95% col 57%di votanti) è una vittoria storica, dati i tempi, di quell’opinione pubblica consapevole che sembrava ormai sommersa dal degrado nazionale senza precedenti dei giochi di partito e delle manipolazioni dell’informazione.
Questo voto ha mobilitato infatti, facendola emergere libera, una maggioranza di cittadini trasversale sia agli schieramenti ideologici di destra, centro e sinistra che alle diverse identità culturali e nazionali ? dalla Sicilia al Südtirol, alla Vallée d’Aoste, a Trieste multiculturale ? attorno alla consapevolezza comune dei valori fondamentali dell’ambiente, della proprietà pubblica e della legalità.
E questa coscienza condivisa è finalmente un’unità d’intenti seria, matura e moderna, sul patto costituzionale pensato dopo la seconda guerra mondiale per costruire nella nuova Europa un’Italia democratica, riscattandola dai troppi errori e delitti storici di quell’unità nazionale forzata e retorica di cui la vecchia politica ipocrita insiste con immaturità fastidiosa a voler imporre le celebrazioni pompose in un 150° anniversario pure improprio (leggi qui la nostra analisi).
Ci sono voluti dunque altro mezzo secolo di errori e decantazioni vecchi e nuovi, l’unificazione europea e le involuzioni politiche nazionali di questi ultimi anni, ma quella maturazione sta finalmente arrivando grazie alla spinta della generazioni nuove, alle riflessioni di quelle vecchie sul passato e per reazione generale indignata alle irregimentazioni e mercificazioni politico-economiche del presente.
Il merito funzionale di aver catalizzato involontariamente questa reazione va all’impresentabile e fazioso premier Berlusconi, al suo scadente governo in declino ed ai loro espedienti vili per tentare di cavarsela: dalle disinformazioni alle invettive, ai trucchi pseudogiuridici, sino al rifiuto costoso di accorpare il voto dei referendum a quello delle elezioni amministrative (a conti fatti, ne è valsa la pena). Mentre al movimento indipendente degli ex magistrati Antonio Di Pietro e Luigi De Magistris va il merito etico e politico di avere proposto ed avviato loro i referendum raccogliendo oltre mezzo milione di firme in tutto il Paese.
Molte cose stanno inoltre maturando con i tempi per reazione popolare spontanea su linee parallele nell’intera area euromediterranea: da queste novità italiane al movimento degli Indignati che da Francia e Spagna si va diffondendo in tutt’Europa, all’analoga rivoluzione civile nei Paesi arabi. E tenderanno a convergere.
A Trieste stessa abbiamo appena assistito ad una doppia rivoluzione culturale positiva: si sono affrancate dal centrodestra berlusconiano persone libere con idee più aperte e coerenti, ed il centrosinistra vincitore delle elezioni ha appena strutturato l’amministrazione del Comune con persone nuove e positive fuori dai vecchi schemi di partito.
È su queste linee costruttive nuove che può e deve crescere qui ed altrove un futuro positivo. Anche se proprio per questo vediamo coalizzarsi nello stesso nostro spazio euromediterraneo un fronte politico trasversale opposto, che associa di fatto destre nazionaliste e/o xenofobe, sinistre settarie anti-eurotlantiche, populismi, ‘poteri forti’ ed illegali europei e dittature arabe. Ed è pericoloso sinché rimane poco percettibile come tale ma dotato di notevoli mezzi finanziari, suggestivi e disinformativi.
Questo è il nuovo quadro politico e strategico che si sta instaurando dappertutto sugli stessi due livelli, materiale e spirituale, di quelli precedenti. Ma per comprenderlo ed operare di conseguenza nelle realtà politiche maggiori come in quelle locali occorre un salto di qualità nelle nostre percezioni, riflessioni ed analisi: aprire insomma bene gli occhi sul presente, smettendo di ragionare in termini superati dai tempi e dai fatti. Cosa di cui a Trieste abbiamo forse necessità più urgente che altrove.
Paolo G. Parovel
Qui la fotogallery dei festeggiamenti in Piazza Unità
© 14 Giugno 2011