La Voce di Trieste

Referendum: Trieste si mobilita per il SÌ

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Una mobilitazione massiccia, plurale, convergente (ma soprattutto spontanea) è quella che sta vedendo impegnate a Trieste centinaia di persone, in gran parte ragazzi, per sensibilizzare la citadinanza al referendum di domenica 12 e lunedì 13 giugno. O di lunedì 13 e martedì 14 giugno, stando al Tg1 e al Tg2, la cui deontologia professionale (ormai divenuta proverbiale) li ha portati a copiarsi l’errore l’un l’altro.

Un’informazione carente, spesso imprecisa o completamente falsata, sta infatti dando appoggio all’operazione di tentato affossamento del referendum da parte della classe politica nazionale. La quale prima ha negato, per bocca del ministro Maroni, l’accorpamento del referendum alle elezioni amministrative (con cui si sarebbero potuti risparmiare 300 milioni di euro). Poi ha modificato – in extremis – il decreto Omnibus, nell’intenzione venisse cancellato il quesito referendario sul nucleare (quello con maggiore capacità di traino fra gli elettori, dopo il recente disastro di Fukushima). Infine con le dichiarazioni del Presidente del Consiglio – «il referendum è inutile», «non andrò a votare» – diffusesi all’interno della maggioranza e riprese da varî ministri (Guzzanti li avrebbe definiti «emuli a ricasco»), con malcelato scontento fra lo stesso loro elettorato, soprattutto nella base leghista: tutto questo per cercare di evitare si raggiunga il quorum (50% + 1 degli aventi diritto di voto), portando così la consultazione ad un nulla di fatto, quale che sia la scelta degli elettori.

In risposta a questa volontà negazionista ha preso corpo un movimento trasversale che, forte della propria indipendenza, ha cominciato a scandire il proprio SÌ nelle piazze e lungo le strade cittadine. Un movimento che non ha nome, né interessi economici. Alcune manifestazioni hanno visto la partecipazione attiva di diverse sigle (tra cui il WWF e il Movimento 5 Stelle); ma le più sono state convocate in modo autonomo, spesso tramite il semplice passaparola.

E la risposta è stata oltre ogni aspettativa. Solo nella giornata di ieri (venerdì 10 giugno), Trieste ha visto due “flash mob” (dall’inglese flash: rapido e mob: folla) contro il nucleare, un cordone umano in piazza Unità ed una “biciclettata”, partita dal molo Audace, che ha attraversato l’intera città. L’intento è colpire l’immaginazione del passante, affinché si fermi qualche minuto a riflettere sull’importanza della chiamata alle urne. E allo stesso tempo vuole informare sull’esistenza stessa del referendum, fino a qualche giorno fa boicottato dalla televisione (unico mezzo d’informazione per la gran parte dei cittadini).

Nello specifico, i “flash mob” contro il nucleare (il primo all’inizio del Viale XX settembre, il secondo in Cavana) hanno visto una trentina di persone, in gran parte ragazzi, riprodurre gli effetti nefasti di un incidente atomico: ad un fischio tutti cadono a terra in una morte apparente; sono molti quelli che si fermano, in un silenzio sbigottito, ad osservare la scena desolata; silenzio che si interrompe al secondo fischio che vede rialzare i manifestanti, quando scatta un caloroso applauso.

Nei giorni passati è stata degna di nota la mobilitazione del WWF: il 4 giugno a Barcola contro la privatizzazione dell’acqua (un altro “flash mob”: stavolta sono state prese di mira le docce – per ora ancora gratuite – dove gli attivisti-goccia si sono liberati dal giogo speculativo dell’euro) e il 9 giugno in un dibattito sull’acqua e i cambiamenti climatici a cui ha partecipato lo scienziato Nobel per la pace Filippo Giorgi.

Ammirevole infine l’iniziativa “porta la nonna a votare” di alcuni ragazzi, i quali hanno dato vita ad un servizio gratuito di taxi nel giorno di domenica; dalle ore 8 alle 18 gli anziani (o più in generale tutti coloro che, per problemi di varia natura, abbiano difficoltà a raggiungere il seggio elettorale con le proprie forze) potranno chiamare il 3402231077 e farsi accompagnare, comodamente, in automobile.

Gli sforzi, provenienti da direzioni e idee politiche differenti, si uniscono in una lotta affermativa, potenzialmente in grado di dare un’ulteriore scossa ad un sistema tanto distante dall’uomo quanto vicino agli interessi economici. Per ritrovarsi, infine, a parlare con un’unica voce: NO al denaro, SÌ alla vita.

Clicca qui per vedere la gallery (foto di Stefano Tieri)

© 11 Giugno 2011

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