La Voce di Trieste

Trieste: il nuovo sindaco Cosolini dovrà saper combattere la “cupola”

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A Trieste il voto di ballottaggio ha confermato il centrosinistra alla Provincia con la presidente Maria Teresa Bassa Poropat, e l’ha insediato al Comune col nuovo sindaco Roberto Cosolini, spazzando letteralmente via l’interminabile, equivoco dominio berlusconiano del tronfio ed arrogante malgoverno Dipiazza e delle sue clientele.

Un dominio che reggeva però sulle debolezze di un’opposizione di centrosinistra succube ed inerte sino alla complicità anche su scandali palesi e denunciati sulla stampa ed alla magistratura. Ed è ovvio che ora le clientele orfane dell’amministrazione sconfitta si affrettino a concentrare le loro pressioni ed attenzioni sulla nuova.

Sbaglia, inoltre, chi crede che la “cupola” dei malaffari locale di cui hanno scritto, dopo di noi, anche Paolo Rumiz sul Piccolo, Alberto Statera su Repubblica a Gianantonio Stella sul Corriere della Sera, consista solo nella lobby politica di centrodestra del senatore Camber, ora sconfitta. Perché questo genere di cupole rappresenta sempre poteri ed interessi concreti ed opportunisti che condizionano la politica a livello trasversale, e con più referenti.

 

Ed ora il nuovo sindaco ha il dovere di contrastarli ripristinando la legalità nei settori amministrativi compromessi: dall’urbanistica all’edilizia, agli appalti e consulenze, alla gestione fallimentare dell’AcegasAps, al patrimonio, al riciclo immobiliare illegittimo del Porto franco Nord (portovecchio), al sistema delle ordinanze e contravvenzioni illegali, a quello dei contributi a privati, alle riduzioni arbitrarie delle assistenze sociali, all’ambiente e quant’altri.

Siamo certi che Cosolini abbia le migliori intenzioni di farlo. Ma il suo ambiente politico ha già manifestato troppe debolezze ed ambiguità di fronte alla “cupola”. Le possibilità reali del nuovo sindaco di fare pulizia vera ed efficace dipenderanno perciò in buona parte non dalla sua maggioranza di governo, ma dalle capacità di vigilanza combattiva di opposizioni non compromesse, sia interne che esterne.

Sono in sostanza le formazioni nuove, che dovrebbero essere capaci anche di alleanze trasversali su problemi d’ interesse pubblico vitale come il porto o l’ assistenza sociale: all’interno del centrosinistra l’Italia dei Valori e Sinistra, Ecologia e Libertà, e dall’esterno il centrodestrra popolare di Franco Bandelli (Un’Altra Trieste), la Lista 5 stelle di Beppe Grillo, e forse la Lega Nord, più eventuali consiglieri a titolo personale.

Tutte le forze politiche devono stare attente ad operare bene anche perché ai ballottaggi metà degli elettori ha continuato a non votare per evidente sfiducia generale. E per cambiare gli equilibri elettorali è sufficiente che alle prossime tornate un numero anche modesto di questi astenuti venga spinto dall’indignazione a punire direttamente col loro voto chi si comporterà peggio.

La svolta politica triestina è mossa inoltre dall’onda nazionale di rifiuto verso Berlusconi ed il suo regime di troppe corruzioni. E dietro l’etichetta elettorale di centrosinistra la forza di quest’onda non è ideologia né partito, ma la stessa indignazione in spirito di solidarietà e libertà che si sta manifestando ed espandendo dalle due sponde del Mediterraneo, e soprattutto attraverso i giovani. Questa volta qualcosa sta davvero cambiando, ed in bene.

Paolo G. Parovel

 

© 31 Maggio 2011

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