Aperitivo in dialetto con Cergoly
di C.S.
Giovedì 26 maggio alle ore 18.00 Mario Fragiacomo & Mitteleuropa Ensemble saranno ospiti del Cafè Rossetti di Viale XX Settembre (Largo Giorgio Gaber, 2) per un appuntamento dedicato a Carolus Cergoly.
Mario Fragiacomo, il trombettista jazz triestino trapiantato a Milano dove coordina il Mitteleuropa Ensemble sarà protagonista di una originale performance di musica e poesia. Le sue improvvisazioni jazzistiche con tromba sordinata, flicorno e Live electronics creeranno il suggestivo tessuto musicale in cui si inseriranno le liriche di Carolus Cergoly con le voci recitanti di Mario Mirasola, Maria Teresa Celani e Liliana Bamboschek che coordinerà il tutto in una iniziativa denominata “Aperitivo in dialetto con Cergoly“.
Carolus Luigi Cergoly, pseudonimo di Carlo Luigi Cergoly Zriny (Trieste, 20 settembre 1908 – Trieste, 4 maggio 1987), è stato poeta e giornalista. Negli anni venti, in pieno clima futurista, fonda il Circolo del Magalà, che organizza spettacoli al Circolo della Marina Mercantile di Palazzo Reineld.
Il suo esordio letterario avviene qualche anno dopo con la raccolta poetica Maaagaalà (Quaderni futuristi 1, Casa d’Arte Bruno Rigo Editore, Trieste 1928) edita con lo pseudonimo Sempresù. Successivamente pubblica la raccolta in dialetto veneto Prime fogie (Delfino, Trieste 1931). Seguono Dentro de mi (Gabbiano, Trieste 1938) e Poesie a Barbara (Renato Fortuna, Trieste 1943) in tiratura limitata a sole cinquanta copie. È autore di scritti e articoli teatrali e cinematografici presso riviste di settore, nonché bozzettista e regista di commedie da lui dirette e allestite.
Nel 1940 è iscritto come ufficiale nei ruoli della Croce Rossa Italiana e nel 1942 viene distaccato in Ucraina, durante la Campagna di Russia. Nell’anno successivo è congedato e già nell’agosto del 1944 raggiunge i partigiani; dapprima il gruppo “Giustizia e Libertà”, poi la Brigata garibaldina “Fontanot”, aggregata al IX Corpus jugoslavo.
Nel 1945 diventa redattore capo del giornale “Il Nostro Avvenire“. Nell’immediato dopoguerra è socio fondatore,nonché direttore artistico e letterario, del quotidiano democratico indipendente Il Corriere di Trieste, cui rimane legato sino al 1953 e che ospitò firme importanti come quelle di Fabio Cusin, Claudio Stellari, Giulio Viozzi, Renato Ferrari, Oreste del Buono, Nora Fuzzi Gnoli, Umberto Urbani, Dario De Tuoni, Maria Lupieri.
Nel 1958 apre la Galleria dei Rettori dove organizza incontri culturali e mostre di artisti locali come Eleonor Fini, Gianni Brumatti, Ugo Carrà e Maria Lupieri.
Nel 1970 pubblica “Ke se poesi“, con la raccolta “Il Portolano di Carolus. Poesie in lessico triestino“. Due anni dopo edita “I canti clandestini. Nove poesie in lessico triestino“, ispirate alla guerra partigiana e alla deportazione degli ebrei. Nel 1973 cede la Galleria e pubblica “Hohò Trieste. Ballatetta in lessico triestino“, cui segue l’anno dopo “Inter pocula. Poesie segrete triestine“. Uno scritto di Pier Paolo Pasolini su “Il Tempo” lo presenta alla critica italiana (i suoi libri contano le recensioni di Andrea Zanzotto e Giovanni Giudici), e pubblica nel 1976 presso Guanda, auspice Giovanni Raboni, la raccolta di versi Ponterosso, poesie mitteleuropee in lessico triestino, con il quale supera l’ambito triestino e raggiunge il pubblico nazionale. Ottiene però, già settantenne, la piena notorietà col romanzo Il complesso dell’Imperatore, collages di fantasie e memorie di un mitteleuropeo, pubblicato da Mondadori nel 1979, che stamperà lo stesso anno, dopo il successo di pubblico del romanzo, la raccolta completa delle sue poesie, col titolo di Latitudine nord, nella collana Lo Specchio. Nel 1982 pubblica la raccolta di poesie “Opera 79 in sostantivo Amore” per le Edizioni S. Marco dei Giustiniani di Genova. Nello stesso anno, per Bompiani, esce il racconto “Il pianeta Trieste“, incorporato nel libro “Trieste provincia imperiale, splendore e tramonto del porto degli Asburgo” (con F. Fölkel). Nel 1984 esce, sempre per Mondadori, il secondo romanzo “Fermo là in poltrona. Ovvero i teatri della memoria per trastullarsi e fantasticare, scritti da un mitteleuropeo“. Un giorno prima della morte, il 3 maggio 1987, vide stampato il suo ultimo romanzo “L’allegria di Thor. Diario intimo con inchiostri di più colori del mitteleuropeo barone Heinrich Edling von Boffa“.
© 25 Maggio 2011