La Voce di Trieste

L’arteterapia di CarpeArtem

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Sotto le pendici del colle di San Giusto, nel suggestivo Borgo Antico di Trieste accanto all’Arco di Riccardo, c’è un Atelier dove in un clima intimo e accogliente di associazionismo, si pratica ed esercita l’Arteterapia.

L’atelier CarpeArtem, rivolto all’area del benessere, è condotto da Bianca Di Jasio e Rita Marizza, due artiste accreditate e arteterapeute formate alla Scuola di specializzazione triennale ArTea Arteterapeuti Associati di Milano.

Qui l’arte sostituisce le parole, perché l’arteterapia è una disciplina che si serve dell’arte come mezzo di comunicazione attraverso l’utilizzo di forme di espressione non verbale, privilegiando il linguaggio visivo e consente di iniziare un percorso interiore che, a seconda dei casi e delle esigenze dei singoli, favorisce il benessere attraverso l’introspezione, la comunicazione e la possibilità di cambiamento, migliorando l’immagine che si ha di sé sul piano psicologico, cognitivo, simbolico e relazionale.

Questa incredibile disciplina – spiega Bianca Di Jasio – utilizzando le tecniche e la decodifica dell’arte grafico-plastica, porta alla realizzazione di manufatti/elaborati pregni di pensieri ed emozioni che, messi a fuoco nel percorso arteterapico, diventano simboli comunicabili“.

Ogni segno, linea, forma, colore, spazialità, luce ed ombra, combinate insieme, seguendo un ordine di equilibrio o disarmonia, movimento o rigidità, diventano infatti veicolo e significato di un pensiero e di un’emozione. E ad ogni forma corrisponde una specifica espressione del mondo personale ed interiore. L’arte viene usata per raccontare storie, sviluppare metafore trasformando idee e pensieri in immagini e forme concrete condivisibili. Attraverso l’espressione artistica si creano meccanismi che impediscono la pianificazione intellettualistica e favoriscono il rilassamento di dinamiche di difesa; ciò avviene attraverso la proiezione di immagini, l’associazione libera e la concentrazione su ricordi e su esperienze  interiori.

L’arteterapia – continua la Di Jasio– ha lo scopo di combattere le situazioni di blocco e gli stereotipi, di attivare una comunicazione con i pensieri e i sentimenti profondi dell’utente; è un valido rimedio per far emergere il malessere interiore, canalizzandolo e oggettivizzandolo nella pittura, al fine di renderlo più leggero, meno offensivo, ma è anche molto più semplicemente un modo per mettersi a fuoco e mettersi in gioco attraverso una consapevole presa di coscenza.

L’atelier dell’Associazione culturale no profit CarpeArtem ospita dall’aprile scorso la sede regionale di ArTea Rete Ts/Go e molte sono le persone, che hanno sperimentato questa disciplina e intrapreso con soddisfazione un percorso personale di arteterapia; perché il punto focale dell’arteterapia non è situato nel prodotto artistico finale ma nel processo creativo, nell’esprimersi, nell’utilizzare potenzialità spesso inibite o dimenticate, nell’elaborare il proprio vissuto, gli aspetti più intimi, le emozioni più recondite e inaspettate, innalzando  il livello di consapevolezza. In questo senso il processo creativo, al di la del risultato finale, è già terapeutico in sé.

Alcuni cenni sull’arteterapia
E’ la ricerca del benessere psicofisico attraverso l’espressione artistica dei pensieri, vissuti ed emozioni. Utilizza le potenzialità, che possiede ogni persona, di elaborare creativamente tutte quelle sensazioni che non si riescono a far emergere con le parole e nei contesti quotidiani. Per mezzo dell’azione creativa l’immagine interna diventa immagine esterna, visibile e condivisibile e comunica all’altro il proprio mondo interiore emotivo e cognitivo.
L’individuo civilizzato, dotato di funzioni mentali più evolute (linguaggio, ragionamento astratto, per esempio) esprime sé stesso attraverso i concetti, le parole, i ragionamenti. Colui che invece non usa il linguaggio verbale, che ha difficoltà cognitive, relazionali, può esprimere sé stesso solo attraverso il movimento, i suoni, il colore, le forme, i disegni.
L’arte permette un’espressione diretta, immediata, spontanea, arcaica ed istintiva di noi stessi che non passa attraverso l’intelletto. I materiali e le tecniche che il paziente utilizza gli permettono di esprimere, plasmare e dare una identità precisa al problema che l’ha portato in terapia; attraverso l’aiuto del terapeuta è possibile raggiungere una nuova visione di tale difficoltà, un’intuizione, un insight che lo avvicini alla risoluzione.
Nell’Arteterapia la produzione artistica non avviene in completa solitudine, è coinvolta anche una relazione tra due persone, il terapeuta e il paziente, e nell’ambito di tale alleanza, la propria creazione viene osservata e discussa.
L’arteterapeuta deve saper accogliere, legittimare, amplificare i messaggi dell’altro con parole, disegni, proposte. Nel fare ciò deve avere una sensibilità estetica capace di cogliere non la bellezza, il gradevole o il piacevole ma il significativo, il comunicativo. In questo contesto i canoni di bellezza non esistono, ciò che conta è la comprensione, l’accettazione e la contemplazione di ciò che il paziente intende comunicare con la propria opera.
I prodotti artistici non devono mai subire “interpretazioni”, il significato è sempre personale, privato, egocentrato e và ricercato attraverso il colloquio, cosicché sia il paziente stesso ad individuare il giusto messaggio della propria creazione.

Fiducia in se stessi
Ognuno ha in sé delle risorse proprie e un potenziale autorigenerativo che va semplicemente stimolato. L’Arteterapia svolge questa funzione e consente di credere ed essere fiduciosi nelle capacità che tutti quanti possediamo.
È preferibile lavorare sulle risorse poiché, utilizzando le parti positive del cliente, si ottengono dei cambiamenti più facilmente e stabilmente che andando a sollecitare le parti negative, oscure.
Dall’Illuminismo in poi, sono stati privilegiati l’aspetto cognitivo, la mente, l’intelletto, la ragione, (aspetti caratteristici dell’emisfero sinistro) a discapito della creatività, della fantasia, dell’intuizione, delle percezioni sensoriali (aspetti caratteristici dell’emisfero destro).
In questo modo le risorse tipiche dell’emisfero destro sono state quasi completamente dimenticate con un conseguente impoverimento della capacità a vivere “con tutto sé stessi” la propria esistenza. L’Arteterapia si pone come obiettivo la riappropriazione di tale patrimonio in quanto può essere un valido sostegno nelle situazioni di difficoltà che la vita ci pone.
Attraverso un disegno, un colore si può contattare l’aggressività. Con la musica si può facilitare l’espressione dei sentimenti e con la danzaterapia il corpo è libero di esprimersi con il proprio linguaggio, al di là delle convenzioni. Attraverso il teatro si ha la possibilità di impersonare ruoli nuovi e mettersi nei panni degli altri.
Così, l’Arteterapia, con le sue tecniche e materiali, favorisce la conoscenza di sé stessi e delle proprie potenzialità e rende possibile l’integrazione di tutte le risorse di cui disponiamo per poter vivere meglio.
L’Arteterapia quindi svolge la funzione non solo di trattamento di malattie ma anche di trasformazione, evoluzione e crescita dell’individuo.

Aree d’intervento
Le aree di intervento dell’Arteterapia sono essenzialmente tre:

Area Terapeutica: può essere inserita nel programma riabilitativo dei casi di handicap gravi e disturbi psichiatrici. Integrandosi al lavoro di equipe fatto di diverse competenze e professionalità può portare il paziente al raggiungimento di buoni risultati.
In questi casi le tecniche espressive non sono mai le uniche responsabili dei miglioramenti, poiché ciò che “cura” è la relazione terapeuta-paziente, ma diventano gli strumenti che un operatore sensibile può utilizzare per scoprire e conoscere le immagini, le sensazioni e i sogni di un paziente che non riesce ad esprimersi con le parole.

Area riabilitativa: può essere utilizzata anche con bambini, anziani, adolescenti e adulti portatori di handicap fisici in assenza di vere e proprie patologie psichiche. Diventa un’esperienza ludica in cui si è liberi di esprimersi attraverso le proprie possibilità senza ricevere giudizi, né condizionamenti. L’obiettivo non è “fare bene”, ma è comunicare i nostri pensieri ed emozioni così come viene istintivamente fare. In questa maniera l’utente con un corpo trasformato o diversamente abile vive il proprio corpo, non lo subisce.

Area preventiva ed educativa: le tecniche espressive sono utili per favorire una maggiore conoscenza di sé stessi nei momenti di cambiamento che capitano nella vita. Durante una crisi coniugale, un cambiamento di lavoro, nei casi di leggera depressione a seguito del pensionamento può essere utile liberare le proprie energie creative attraverso un percorso in un laboratorio artistico. L’Arteterapia non solo agevola la guarigione ma, soprattutto, promuove il benessere.

E’ nella direzione del gioco che viene svolto il lavoro nei laboratori artistici, affinché sia vissuta come un’attività “ludica e divertente” che accompagna l’individuo in uno dei viaggi più affascinanti dell’uomo: la scoperta di se stessi.

L’Atelier CarpeArtem di via del Trionfo, 1 è aperto a soci e simpatizzanti tutti i pomeriggi dal mercoledì al venerdì e nel mese di giugno attiverà un workstage della durata di 4 incontri.

Per maggiori informazioni e iscrizioni rivolgersi presso l’Atelier o contattare il cell.: 334.8228996

© 18 Maggio 2011

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