La Voce di Trieste

Due giorni di immagini e suoni dalla Palestina

di

Martedì 3 maggio 2011 alle ore 18 Salaam Ragazzi dell’Olivo Comitato di Trieste / e Cooperativa Bonawentura presentano al Teatro Miela di Trieste “Immagini e suoni dalla Palestina” con la proiezione del documentario “A new day has come”, di Emiliano Sacchetti, (2010, Italia/Quatar/Svezia, 54’, sottotitoli italiani).

Documentario che affronta uno degli aspetti meno noti della diaspora Palestinese: l’esodo di ventimila profughi espulsi da Baghdad come rappresaglia all’indomani della caduta di Saddam Hussein e rifugiati in diversi campi nelle regioni di Damasco, Aleppo e lungo la frontiera con l’Iraq. E lo fa attraverso la storia di due famiglie che dopo aver tentato di ricominciare una vita a Yarmuck, ghetto di Damasco, vengono deportate in un campo profughi nel mezzo del deserto siriano. Il campo di Al Tanf, terra di nessuno al confine sudorientale tra Siria e Iraq, dove dal 2006 sono passati oltre un migliaio di Palestinesi. Un campo profughi senza ingressi né uscite, una tendopoli priva dei servizi essenziali, discarica a cielo aperto controllata a vista dalla polizia di frontiera e assistita dall’UNHCR e dalla Mezzaluna Rossa Palestinese.

Il documentario ha vinto il premio Best Film 2010 al Festival dei Diritti Umani di Napoli. A seguire incontro con il regista Emiliano Sacchetti

Alle ore 20.15 assaggio di cous cous e, a seguire alle ore 21.00 “Ways and tales” (oud e voce): l’oriente e l’occidente si incontrano nelle musiche e nelle canzoni del musicista palestinese Marwan Abado.

Marwan Abado è il più noto ambasciatore di musica orientale in Austria e uno di quei musicisti che testimoniano come l’Austria sia una terra di musica piena d’ispirazione e interessanti incontri.
Nato in Palestina, vive a Vienna da 20 anni e ha suonato con molti musicisti di diverse culture e stili, quali tra gli altri, Timna Brauer, Alegre Correa, Krysztof Dobrek, Franz Hautzinger, Eliott Sharp, Kamila Jubran, Otto Lechner, Charbel Rouhana, Sahar Taha.
Marwan Abado è stato nominato miglior artista nella categoria folk & world international dalla rivista musicale austriaca “Concerto” nel 2005 (insieme a Dobrek, A.Biz, Correa e R.Neuwirth per il CD “’s geht eh” ) .
Nel 2006, per la stessa categoria è stato nominato secondo miglior artista per il CD “Kabila”. Nel 2008 ha ricevuto la Medaglia Federale del Dialogo interculturale dal Ministero austriaco dell’ educazione, arte e cultura, per il suo impegno nel dialogo interculturale. Abado ha anche composto musiche per film e opere teatrali.
La composizione teatrale più recente è stata per lo spettacolo “Incendi” di Wajdi Mouawad, rappresentato a Vienna alla rinnovata Akademietheater.
La musica di Abado affonda le proprie radici nella tradizione musicale araba del TAQ’SIM, che non costringe a particolari ritmi, ma ha origine dagli impulsi interiori del musicista.. Da un lato le melodie e la concezione musicale diAbado traggono la propria forza dal profondo legame con le origini: l’artista è consapevole della ricca tradizione araba che non solo cita ma “vive musicalmente”. Nello stesso tempo attraversa il confine tra oriente e occidente alla ricerca di un dialo go con le tradizioni e i musicisti europei.
Il risultato è una musica dal suono peculiare: cosmopolita e senza confini.
I testi dell’artista si ispirano alla poesia e prosa contemporanee. Le canzoni raccontano storie di separazione, viaggio, espulsione, speranza e – naturalmente- amore.

“La mia musica non è legata a una moda, è parte di me. Io vivo qui a Vienna come musicista di cultura orientale, parlo una lingua orientale, suono uno strumento orientale, l’oud. Allo stesso tempo mi sento cosmopolita. Qui in questa città lavoro e incontro ogni giorno, persone di ogni parte del mondo, di diverse culture, così la mia musica non è né araba né europea. La mia musica è semplicemente l’espressione dei miei sentimenti e della mia vita”
Marwan Abado

L’evento è organizzato in collaborazione con La Cappella Underground e Associazione Senza Confini Brez Meja, l’ingresso è libero.

mercoledì 4 maggio 2011 alle ore 19.00 e alle ore 21.30

Bonawentura in collaborazione con La Cappella Underground e Salaam Ragazzi dell’Olivo Comitato di Trieste / FILM-OUTLET presentano “This is my land… Hebron” di Giulia Amati e Stephen Natanson (2010, 72’, sottotitoli italiani). Il Miglior documentario italiano al Festival dei Popoli – Cinema Doc: un implacabile viaggio alla scoperta degli aspetti più nobili, mostruosi e contraddittori dell’animo umano. Un folgorante ritratto di una Terra Santa e maledetta, promessa e contesa da troppi. la realtà del conflitto arabo-israeliano è letta da una prospettiva inedita: piuttosto che predicare ai già convertiti, si affronta la questione drammatica dei territori occupati dai coloni osservando come questo nodo apparentemente insolubile pesi sulla coscienza israeliana (sia di destra che di sinistra). Il film racconta quello che in molti preferiscono non vedere, si inoltra tra le contraddizioni di uno scontro fatto di calci e sputi, selciate e insulti, bambini contro bambini, donne contro donne, famiglie contro famiglie. Un implacabile viaggio alla scoperta degli aspetti più nobili, mostruosi e contraddittori dell’animo umano. Un folgorante ritratto di una terra santa e maledetta, promessa e contesa da troppi.

Ciò che rende ancor più imperdibile la doppia proiezione sarà l’incontro con i registi Giulia Amati e Stephen Natanson nell’intervallo tra le due proiezioni.

© 2 Maggio 2011

Galleria fotografica

La locandina

Sfoglia online l’edizione cartacea

Accedi | Designed by Picchio Productions
Copyright © 2012 La Voce di Trieste. Tutti i diritti riservati
Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Trieste - n.1232, 18.1.2011
Pubblicato dall'Associazione Culturale ALI "Associazione Libera Informazione" TRIESTE C.F. 90130590327 - P.I. 01198220327
Direttore Responsabile: Paolo G. Parovel
34121 Trieste, Piazza della Borsa 7 c/o Trieste Libera
La riproduzione di ogni articolo è consentita solo riportando la dicitura "Tratto da La Voce di Trieste"