La figura di Ondina Peteani alla Minerva
di C.S.
“È bello vivere liberi” sono le ultime parole scritte da Ondina Peteani, l’epitaffio di una vita passata dalla parte dei giusti. Ha solo quattordici anni quando viene mandata a lavorare in un cantiere a Monfalcone: è l’inizio della formazione politica e l’impegno nella Resistenza. Nel 1944 viene arrestata e deportata nel Lager di Auschwitz: nel suo racconto non fa sconti, non c’è retorica nelle sue parole, ma solo la cruda, tragica realtà della ferocia umana.
Martedì 26 aprile alle 18, nella sala di lettura della Libreria Minerva di via san Nicolò 20 (Trieste), presentazione del libro “Ondina Peteani. La lotta partigiana, la deportazione ad Auschwitz, l’impegno sociale: una vita per la libertà” di Anna Di Gianantonio e Gianni Peteani. Introduce Andrea Bellavite.
Gli autori
Anna Di Gianantonio, docente e storica, collabora con l’Istituto regionale per la storia del movimento di Liberazione nel Friuli Venezia Giulia e con il Consorzio Culturale del Monfalconese. Si occupa di storia politica e sociale, utilizzando le fonti orali. Ha scritto varie monografie sul lavoro operaio femminile, sul dopoguerra nell’Isontino e sulla Resistenza.
Gianni Peteani, dopo un’esperienza di vent’anni presso l’Abdus Salam-International Centre for Theoretical Physics (UNESCO) di Trieste, è entrato nella segreteria del rettore dell’università di Trieste, dove collabora con l’ufficio comunicazione di ateneo.
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© 25 Aprile 2011