La Voce di Trieste

La vergogna elettorale delle bugìe sul “Porto Vecchio”

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Editoriale

Tra i giochi da ragazzini c’era quello in cui si enunciava una cosa vera nota a tutti, e poi si faceva a gara a chi ci ricamava su a turno la frottola, o la bugìa, più grossa. Dopo ciascuna si gridava tutti: buum! in proporzione all’enormità, e giù risate.
Non fa invece ridere la gara esibita di enormità invereconde che i candidati alle prossime elezioni locali hanno inscenato in questi giorni sulla vera, colossale truffa del falso “recupero” o “riuso” del cosiddetto Porto Vecchio. Approfittando del fatto che l’imbroglio viene coperto od avallato da tutti i media fuorché noi, ancora incredibilmente soli nella nostra doverosa campagna d’informazione e denuncia (leggi qui).

In sintesi: non è affatto il vantato recupero urbanistico legittimo di un’area portuale ormai inutilizzabile, ma la soppressione illegittima del maggiore e meglio attrezzato dei nostri Punti franchi. Dopo che è stato svuotato ed abbandonato apposta per decenni, bloccandone possibilità e richieste internazionali di utilizzo portuale passate ed odierne. E quest’operazione truffaldina è culminata da poco nella concessione illegittima dell’area per 70 anni ad un apposito, potente consorzio immobiliare ed edilizio (Maltauro-Rizzani De Eccher e soci).

Il motivo, lo ripetiamo per gli ignari, è che Trieste ha l’unico porto franco internazionale del Mediterraneo e d’Europa, articolato in cinque Punti franchi dove si possono immagazzinare e lavorare le merci senza tasse: un vantaggio straordinario, che è sempre attivabile creando decine di migliaia di posti di lavoro. È perciò dal 1975 che invece la politica portuale italiana lo soffoca e smantella a favore dei suoi porti a regime ordinario, derubandoci per gradi di questa nostra sola risorsa vera di lavoro per tutti. E lo fa attraverso i politici locali di tutti i colori che se ne rendono esecutori servili od incoscienti.

É difficile infatti dire chi dei corresponsabili agisca qui consapevolmente, ed in quale misura, o sia così inetto ed ignorante da non capire quello che fa. Ma ora si sono trovati a sbattere il naso tutti assieme, ed in piena campagna elettorale, sul fatto ovvio che la concessione oltre che illegittima è anche imperfetta e di per sé inattuabile, verrà affondata dagli appositi ricorsi già presentati ed in arrivo, ed i concessionari potranno chiedere risarcimenti per essere stati ingannati.

A questo punto almeno una parte della corte dei miracoli della politica locale? quella di asserita opposizione ? aveva ancora la possibilità, come abbiamo già scritto (leggi qui), e pure la convenienza elettorale, di fare onestamente autocritica e retromarcia schierandosi a difesa del Porto franco e della città contro i promotori locali e nazionali della truffa pure abortita. Ma all’appello ha risposto sinora soltanto la nuova lista di Beppe Grillo (leggi qui).

Tutti gli altri si sono messi invece a tentar di coprire la doppia frode (verso la città ed i concessionari) e di scaricare le colpe del suo fallimento. Con le stesse omertà dimostrate per altri scandali triestini, come quello senza precedenti dell’acquisto speculativo illegittimo di un terreno comunale da parte del “buon” sindaco Dipiazza. La differenza è che stavolta al posto dei soliti silenzi hanno inscenato un dibattito propagandistico frenetico sull’operazione, facendo a gara di vanti, rimproveri reciproci, suggerimenti per mandarla nonostante tutto a buon fine, ed invettive contro gli oppositori.

Che non sono nemmeno quelli che ne avrebbero ruolo politico o dovere istituzionale: il centrosinistra all’opposizione, e l’Autorità portuale tenuta a difendere e sviluppare il Porto Franco. Il capogruppo comunale della prima, Fabio Omero, si è infatti vantato come gli altri di avere favorito l’operazione. Mentre la presidente della seconda, Marina Monassi, ha dichiarato addirittura che occorre incrementare la destinazione residenziale dell’area, anche per renderla più allegra…

Ripeto: non è facile distinguere fra tutti costoro chi non capisce da chi fa apposta, cioè la colpa dal dolo. Ma il risultato di questa vergogna politica complessiva è che gli oppositori combattenti siamo soltanto noi, ed alcuni attivisti, sul piano dell’informazione, l’associazione Porto Franco Internazionale di Trieste, più singoli operatori, su quello legale, ed un’opinione pubblica consapevole nella misura in cui può ricevere ed elaborare queste informazioni.

Davide e Golìa, direte. Certo, ma il precedente biblico è, appunto, dalla nostra parte: basta avere coraggio con buona mira. E grazie alla vostra attenzione il nostro lavoro di libera informazione in rete ha successo crescente. Stiamo valutando la possibilità di ritornare presto a raggiungere anche il pubblico in edicola con un’edizione a stampa. Che ha però costi maggiori, per i quali avremo bisogno di aiuti da chi ci apprezza: perché da veri indipendenti noi non abbiamo alle spalle nessuno.

Paolo G. Parovel

© 15 Aprile 2011

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