Trieste ed i maghi della pioggia
di PGParovel
Commento
Il crack di Flaviano Tonellotto, ora in carcere, per operazioni finanziarie ed immobiliari a Trieste non è affatto un evento straordinario. É solo la più recente di tutta una serie di vicende analoghe di personaggi che anni addietro un magistrato triestino definiva i “maghi della pioggia”: quelli che promettono salvezze e meraviglie improbabili con suggestioni palesi fondate sulla credulità altrui.
Una credulità puntualmente fornita qui dalla classe politica e dalla stampa locali che esaltano come salvatori economici della città ed imprese geniali persone e progetti che invece conducono con ogni evidenza a fallimenti rovinosi con danni devastanti per la collettività.
Si va dal Quirino Cardarelli del crack Finsepol al Della Zonca del fallimento Tripcovich (del quale rimangono però da indagare seriamente necessità e procedure, se è vero che a conti fatti che le risorse coprivano i debiti) ed al Tonellotto, passando per tutta una serie di personaggi ed operazioni minori, Cerani incluso, sino alla candidatura palesemente impossibile di Trieste all’Expo montata dal sindaco Dipiazza e ad altri suoi vanti asseriti.
Ma in fondo il mago della pioggia fa il suo mestiere, magari credendoci. E quando l’inganno è palese la responsabilità decisiva diventa quella di coloro che gli credono. Detto ancora più chiaro: se a Trieste non avessimo una classe politica così scadente ed una stampa così appiattita su di essa, quel genere di personaggi ed operazioni verrebbero immediatamente ridimensionati invece che favoriti, e non ne subiremmo tanti danni.
Se dunque il compito della magistratura è perseguire i reati che quei maghi della pioggia possono aver commesso, il nostro di cittadini è quello di rimandare a casa tutti i politici che risultano tanto inetti da diventare pericolosi. Incominciamo a pensarci per le scelte elettorali imminenti.
P.G.P.
© 6 Aprile 2011