Il terzo volume delle “Maldobrie a fumetti”
Un nuovo entusiasmante lavoro di Walter Chiendi
Sulla quarta di copertina si legge: “Walter Chendi è nato a Trieste il 9 febbraio del 1950, al mattino presto, in una giornata di Bora scura. Alto 180 centimetri, pesante 119 chili. Acquario con ascendente Orso. Sposato. Due figli. Un cane. Un limone, un abete. Un tavolo da disegno. Un computer. Tre paia di occhiali”. Una descrizione divertente tanto quanto la sua ultima opera grafica, intitolata le Maldobrie a fumetti, un classico della letteratura triestina in dialetto, di cui nei giorni scorsi alla Libreria Minerva di Trieste è stato presentato il terzo volume (Bianca&Volta editore), pgg. 60, € 14,00): un libro illustrato, ispirato alle Maldobrie, nate dalla penna e dalle verve di Carpenteri & Faraguna, raccontate a Radiorai nel periodo a cavallo degli anni Sessanta e Settanta e riproposte ora in forma di fumetto.
Dopo vari tentativi, nel 2003 Chendi riesce infatti a convincere Carpinteri a trasferire l’opera in fumetto, riuscendo brillantemente nel suo lavoro grazie al suo innato talento (caratteristica frequente nei nati sotto il segno dell’Acquario!), ma anche in virtù della passione e del divertimento che l’artista prova nell’espletare il proprio mestiere.
In cinque episodi sior Bortolo e siora Nina, raffigurati in una sequenza di scenette colorate ispirate ai genitori di Chendi, conversano nella cornice della pescheria di Muggia, rievocando episodi rocamboleschi del periodo austro-ungarico, che sior Bortolo, con semplicità e precisione, racconta a siora Nina. Ogni narrazione viene rapidamente rappresentata secondo l’epoca in cui si è svolta, ridefinita fino al minimo dettaglio in ogni particolare, dall’abito dei protagonisti alle insegne, alle banconote del tempo.
I dialoghi, riportati esattamente, seguono il dialetto istro-veneto; più che un dialetto, una “lingua franca” su base veneta con numerosissime influenze slave e tedesche, ma perfino turche e arabe (e latine, come del resto accade nel dialetto triestino).
Chendi, insignito recentemente del premio Gran Guinigi, l’Oscar del fumetto italiano, con La porta di Sion (Edizioni BD, 2010), ha pubblicato in passato tre volumi per la famosa casa editrice Lizard, fondata da Hugo Pratt, tra i quali compare in particolare la sceneggiatura del libro di Piero Chiara Vedrò Singapore?. Prosegue la sua attività tra libri, racconti, illustrazioni e quadri, sempre voglioso di imparare, come ha fatto anche in passato, dal famoso fumettista Vittorio Giardino e dal celebre editore Rinaldo Traini.
© 3 Aprile 2011