La Voce di Trieste

Elezioni: ecco un programma per tutte le liste ed i candidati

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Editoriale

Come sapete, il nostro giornale non fa e non propaganda liste elettorali o partiti. Perché la missione che ci siamo assunti è quella democratica, fondamentale e super partes dell’informazione indipendente: controllare le istituzioni, chi le governa e come. Un ruolo combattivo e non facile, ma tanto più indispensabile nel degrado delle situazioni italiana e triestina.
Questa funzione implica anche una valutazione continua delle differenze tra le necessità concrete della gente e le proposte ed azioni, di buona o mala fede, delle parti politiche. Inclusi dunque i programmi elettorali di candidati, liste e partiti.

Per le elezioni amministrative imminenti tutto quello che vediamo sinora proporre a Trieste e provincia ? dalla destra alla sinistra ed a prescindere dai sottofondi di cosche, clientele e corruzioni impunite ? è poco più di un’accozzaglia improvvisata, debole e confusa di problemi minori, chiacchiere generiche e non poche scemenze.

Scambiano addirittura per benessere vero quello statistico, che divide il reddito dei ricchi per il numero dei poveri. Mentre le necessità prioritarie della gente sono tanto semplici quanto drammaticamente evidenti a qualsiasi persona di normale intelletto e buona volontà: doti minime che costoro sembrano perciò non possedere.

Abbiamo, insomma, una classe politica locale (e nazionale) sempre più simile all’equipaggio del Narrenschiff della satira quattrocentesca, che vi rappresentiamo qui nella pertinente illustrazione moderna di Thomas Bühler: la nave dei folli, che galleggiano assieme divagando introversi perché non riescono più a percepire la realtà obiettiva delle cose.

Siccome la nave è la nostra, ed i passeggeri siamo noi cittadini, la cosa migliore sarebbe sbarcarli tutti subito con un ricambio radicale, non di sigle politiche ma di persone scelte per intelligenza e retto sentire, a prescindere anche da età e sesso. Ma sinché questo non risulta possibile si può tentare almeno di far correggere loro la rotta verso direzioni più ragionevoli, con l’arma decisiva del voto di ognuno di noi.

Ci permettiamo perciò di proporre qui pubblicamente un programma minimo essenziale, in soli quattro punti, che può e dovrebbe essere condiviso da tutte le persone e parti politiche oneste perché esprime semplicemente le necessità fondamentali della nostra gente:

1. lavoro: a Trieste la disoccupazione sta crescendo in maniera drammatica per tutte le età e con sempre meno speranza. Ma possediamo la risorsa di lavoro straordinaria del porto col regime speciale di zona franca, che viene sottoutilizzato per favorire gli altri porti italiani e addirittura ceduto alla speculazione edilizia. Occorre tutelarlo subito tutto, incluso il cosiddetto Porto Vecchio, ed affidarlo a veri esperti che ne rilancino rapidamente l’offerta di spazi produttivi e magazzini sul vivace mercato internazionale delle zone franche. E nel frattempo si possono anche incrementare subito le iniziative pubbliche di impiego per lavori socialmente utili.

2. assistenza sociale: l’aumento continuo delle povertà causato dalla mancanza di lavoro e dall’insufficienza delle pensioni minime dev’essere contrastato con aumenti proporzionati delle assistenze sociali, che sono obbligo primario d’intervento e spesa del Comune. Le assistenze sociali non sono una spesa improduttiva, ma un investimento produttivo perché migliora la vita di una quantità significativa di persone consentendo loro spese essenziali che rimettono moto l’economia.

3. sanità: anche se i servizi sanitari di Trieste sono migliori per molti aspetti della media italiana, rimangono ancora inferiori alle necessità concrete della gente ed agli standard europei. Anche la spesa di assistenza sanitaria è un investimento sociale produttivo sia di benessere, e con esso di minor spesa futura, che di posti di lavoro diretto ed indotto.

4. casa: anche se Trieste ha una percentuale elevata di abitazioni in proprietà, a causa della disoccupazione e povertà molte persone la stanno perdendo, sono sempre di più anche gli affittuari che non riescono più a pagare affitti di mercato, aumentano gli sfratti e rischiano di aumentare i senza casa, di tutte le età. Mentre vi sono in città quasi 15.000 alloggi sfitti, incluse case popolari e di proprietà pubblica. Occorre utilizzare razionalmente e presto queste risorse per garantire la casa a tutte queste persone in difficoltà. Si tratta di un diritto fondamentale, e di una spesa assistenziale che è produttiva anch’essa di benessere e di lavoro diretto ed indotto.

Ma sono necessità ovvie, dirà qualcuno. Appunto. E proprio per questo sono il banco di prova concreto dell’onestà ed utilità reali di qualsiasi candidato e formazione politica. Chi di loro nei rispettivi programmi o le ignora, le rifiuta o le subordina ad altre cose è semplicemente inadatto, per incapacità od intenti, a governare le istituzioni pubbliche. Dunque non meriterà il voto dei cittadini.

E noi siamo qui per ricordarlo a tutti.

 

© 26 Marzo 2011

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