Nessuno mi può giudicare
di IVicinanza
Alice (Paola Cortellesi) è una trentacinquenne, moglie di un imprenditore nel settore dei sanitari, madre di Filippo e acida snob romana che comanda a bacchetta i tre domestici extracomunitari al servizio nella sua bellissima villa a Roma nord.
Le uniche fatiche che conosce sono l’alzare il telefono per organizzare party di ogni tipo e aprire l’armadio per decidere cosa indossare; alla morte improvvisa del marito (genio sopravvalutato e meschino infedele) la comoda vita lussuosa è un sogno che svanisce. Sola, un figlio a cui pensare, una montagna di debiti da saldare e un monolocale sulla terrazza di un condominio popolare. L’unica soluzione sembra sia lavorare ma per avere 1000 euro al giorno il solo lavoro che possa garantirle di rimanere a galla è quello più antico del mondo. Non va certo sulla strada, si affida totalmente, ma con molto scetticismo e insicurezza, nelle mani della bellissima Eva, escort esperta e ben conosciuta nella capitale che conta. Lo stile alto borghese di Alice, quello di chi “ha la figa ma non se la merita” non è certo quanto di più eccitante ci sia, così si da alla trasformation completa, con pizzi, ghêpière, meches, parrucche, costumi vari e book fotografici. Parallela a questa vita segreta, obbligata come un male necessario, c’è quella quotidiana, fatta di cene condominiali, feste di quartiere, amici veri e sinceri, un pò cafoni, dichiaratamente razzisti, generosi, disposti ad aiutare e sempre pronti a cambiare idea, seppur con qualche riserva. E Alice trova anche il tempo di innamorarsi; con davanti un tipo come Giulio (Roul Bova) ci si stupirebbe del contrario. Tutto fila liscio fino a quando le bugie crollano come castelli di sabbia e tutti sono pronti a puntare il dito per giudicare.
Questa commedia è assolutamente da non perdere. Massimiliano Bruno, nella sua prima esperienza da regista cinematografico, ha fatto un lavoro eccezionale. Nello stile italiano della sdrammatizzazione, soprattutto dei temi importanti e delicati, ha fotografato una realtà nota colmandola di battute, comicità, parodie e doppi sensi, non lasciando al caso espliciti riferimenti alla cronaca. É una proiezione che strasborda divertimento e da cui si percepisce anche lo spasso delle riprese, ma c’è di più: tutto si perdona perché tanto nessuno può giudicare? Non è proprio così semplice. Per questo Bruno lascia spazio alla riflessione e a qualche momento commovente. Lo fa riproponendo la contrapposizione stereotipata tra il povero dal cuore d’oro e il ricco potente e presuntuoso, l’incongruenza tra cio che è e ciò che pare, il giudizio di tutti e la condanna di nessuno.
La formula del “tutto tra amici” ha avuto pieno successo, come testimoniano gli incassi al botteghino, che posizionano il trio Cortellesi-Bova-Papaleo al primo posto nella classifica della settimana. Non sosprende affatto perché la Cortellesi non conosce flop, è invincibile in ruoli del genere, che interpreta con autoironia e spontaneità; Bova è quello un pò più sottotono ma il fascino di cui l’ha dotato madre natura supera ogni difetto; quanto alla performance di Papaleo, il portinaio burbero e xenofobo, apparentemente ottuso ma dotato del buon senso di chi sa cambiare idea, mette in luce il mattatore nato della Basiicata.
L’Happy ending è scontato ma il piacere è più che garantito.
Massimiliano Bruno
Inizia la sua carriera nel teatro sin dal 1991 come autore e sceneggiatore. Proprio nel teatro instaura una prolifica collaborazione con Paola Cortellesi (per la quale ha scritto tre commedie, Cose che capitano, Ancora un attimo e Gli ultimi saranno ultimi) attrice che ha ripreso per il ruolo di protagonsita nella sua prima pellicola cinematografica, Nessuno mi può giudicare. Come quelli teatrali, anche i lavori televisivi sono moltissimi, pratecipa come attore in tantissime serie tra cui Linda e il brigadiere, Un medico in famiglia, Boris, Non ho l’età 2 (in cui è anche autore); è sceneggiatore de I Cesaroni e autore di programmi come Quelli che il calcio… o Ottantesimo minuto che conduce su FX, e ancora Settima dimensione e Saturday night live su La7. Arriva al grande schermo come sceneggiatore soprattutto al fianco del regista Fausto Brizzi in Notte prima degli esami (2006) e prosegue con Notte prima degli esami- Oggi (2007), Questa notte è ancora nostra (2008), Ex (2009), Maschi contro femmine (2010), Femmine contro maschi (2011) e Nessuno mi può giudicare (2011).
Paola Cortellesi
A soli tredici anni presta la sua voce per il jingle di un finto sponsor nel programma televisivo Indietro tutta! ideato e condotto nel 1987 da Renzo Arbore. A diciannove anni si iscrive alla scuola di recitazione di Beatrice Bracco e nel 1995 approda a teatro in una compagnia con cui porta in tutta Italia la prosa contemporanea. Pur continuando la gavetta radiofonica, che la vede collaboratrice di Il programma lo fate voi, arriva in tv come comica al programma preserale Macao di Gianni Boncompagni, nei panni del personaggio di Suor Letizia. Serena Dandini la nota e non se la fa scappare, ingaggiandola per La posta del cuore e Teatro 18. Ormai nota a chi di mestiere, entra nel cast dei programmi satirici della Gialappa’s Band, Mai dire gol e Mai dire Grande Fratello, dove imita, sbeffeggia e dissacra personaggi, ruoli e tabù. Al cinema esordisce nascosta, doppiando film e cartoni animati tra cui Anna and the king del 1999 con Jodie Foster e Stuart Little 2 del 2002, ma solo un anno dopo si fa dirigere da Alberto Taraglio in Amarsi può darsi e si ritrova in una piccola parte in Chiedimi se sono felice del famosissimo trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo. L’anno successivo, per l’interpretazione in Se fossi in te, viene nominata al Nastro d’Argento come miglior attrice non protagonista, nel 2001 conduce Libero, nel 2002-2003 Uno di noi e nel 2004 Nessundorma. Il suo primo ruolo drammatico lo ricopre nel film Il posto dell’anima di Riccardo Milani e lo stesso anno (2003) torna accanto a Claudio Santamaria in Passato prossimo di Maria Sole Tognazzi. Ma è l’anno successivo che conquista tutti in Tu la conosci Claudia? sempre con Aldo, Giovanni & Giacomo. Nel 2007 torna a farsi dirigere da R. Milani in Piano, solo con Kim Rossi Stuart, Jasmine Trinca e Michele Placido. Non abbandona mai il teatro dove ancora ha enorme successo con diversi spettacoli: Gli ultimi saranno ultimi, Roberto Zucco, Bianca Snow, L’uomo che inventò la televisione, Cose che capitano, Umane gesta e Ancora un attimo. Nel 2008 ritorna in tv, prima nel nuovo programma della Dandini Parla con me e poi con il suo Non Perdiamoci di Vista in cui conferma la sua poliedrica bravura. Nel 2010 rientra nelle sale con il film La fisica dell’acqua con Claudio Amendola e in Maschi contro femmine dove interpreta Chiara, personaggio che riprende in Femmine contro Maschi (2011).
Raul Bova
Nasce e cresce a Roma, da madre napoletana e padre calabrese. Dopo il diploma all’Istituto Magistrale si iscrive all’ISEF che abbandona per la carriera sportiva, tant’é che a 16 anni è gia campione italiano giovanile di nuoto nei 100 metri dorso. A 21 anni entra nel corpo dei Bersaglieri per il servizio di leva e, terminato l’obbligo militare, si iscrive ai corsi di recitazione della scuola Beatrice Bracco di Roma. Abbandona anche questa scuola per iniziare, praticamente allo sbaraglio, la sua carriera artistica: nel 1992 debutta nello sceneggiato televisivo di Stefano Reali Una storia italiana, biografia dei fratelli Abbagnale, campioni del canottaggio italiano e nel lungometraggio Quando eravamo repressi. Nel 1993, per le fattezze da belloccio, si impone all’attenzione del pubblico femminile intepretando un comune ragazzo italiano che non sa di essersi innamorato della Principessa del Lichtenstein in Piccolo grande amore e l’anno dopo entra nel cast della già assodata serie La Piovra 7 – Indagine sulla morte del commissario Cattani nei panni del Vicecommissario Gianni Breda. Nel 1995 è protagonista di Palermo- Milano solo andata e tre anni dopo torna in La Piovra 8 – Lo scandalo e in La Piovra 9 – Il patto (nel nuovo ruolo del Capitano Carlo Arcuti). Con Il sindaco di Pupi e Antonio Avati incontra per la prima volta Maria Grazia Cucinotta che poi ritrova in diversi set come Il Quarto Re di Stefano Reali. Per il parere comune il ruolo migliore, almeno in Italia, è quello delle tre serie di film tv Ultimo (1998, 1999 e 2004), in cui interpreta il carabiniere Roberto Di Stefanoche combatte i traffici illeciti della mafia. Nel 2000 abbandona ogni velo per farsi ritrarre nudo nel calendario di MAX, ma il successo come bronzo di Riace viene leggermente scalfito dal flop che lo vede antagonista di Sylvester Stallone in Avenging Angelo – Vendicando Angelo del 2002. Lo stesso anno ripara interpretando San Francesco d’Assisi nella fiction Francesco di Soavi, e ben tre opere teatrali, Mexico and clouds, Macbeth clan e Cold Blooded animals. Riscatto assoluto nel 2003 grazie a Ferzan Ozpetek che lo vuole insieme a Giovanna Mezzogiorno in La finestra di fronte, e all’estero, in particolare negli States, è conosciuto per Alien Vs. Predator (2004- horror fantascientifico di Paul W.S. Anderson), per le partecipazioni alla serie tv What About Brian (2006) e The Company (2007) e anche per essere stato uno dei tanti flirt di Sharon Stone. Nel 2006 co-produce e interpreta sotto la direzione di Mohsen Melliti Io, l’altro e poi è protagonista di due fiction poliziesche, diventate il suo cavallo di battaglia, Attacco allo stato (ricostruzione del ritorno delle Brigate Rosse) e Nassiryia – Per non dimenticare. L’anno successivo si rivede nel sequel Milano – Palermo: il ritorno e in Liolà di Gabriele Lavia. Decisamente diversa dai suoi canoni è la pellicola musicale Dare to love me, produzione spagnola del 2008, che racconta la vita dell’attore e cantante Carlos Gardel; altrettanto azzardata è l’ennesima collaborazione per Federico Moccia, in cui Bova è il protagonista di Scusa ma ti chiamo amore ma ancor più bizzarro è il ruolo che ricopre in Ti stramo, parodia dei film firmati Moccia. Dopo La bella società di Giampaolo Cugno sulla trasformazione siciliana tra gli anni ’60 e 80 Bova torna in divisa, agente della Squadra Speciale dove mette in pratica quanto imparato partecipando e osservando in prima persona le operazioni degli agenti. Nel 2010 si fa in quattro per seguire diversi lavori, importanti e meno: Scusa ma ti voglio sposare, (seguito di Scusa ma ti chiamo amore), Ti presento un amico di Carlo Vanzina e La nostra vita di Daniele Luchetti; compare in The tourist, con la coppia super sexy Johnny Depp e Angelina Jolie, è uno dei sei Immaturi di Paolo Genovese e si fa dirigere da Massimiliano Bruno in Nessuno mi può giudicare.
Rocco Papaleo
Nato in Basilicata raggiunge la capitale per studi universitari ed entra in contatto con il mondo dello spettacolo come cabarettista, comico e attore di teatro, musicista e persino regista. Esordio a teatro nel 1985 con Sussurri rapidi di Salvatore di Mattia, ma conosce il successo con la televisione che gli appioppa il semi omonimo Rocco Melloni nella serie Classe di ferro (1989-1991). In Quelli della Speciale (1992) diventa amico di Giampiero Ingrassia, Paolo Sassanelli e Luca Venantini, diversi anni dopo, sempre per la tv, recita in altre miniserie: Giornalisti (2000), Cuore contro cuore (2004), Tigri di carta (2008) e i film tv Vola Sciusciù e Padre Pio – Tra cielo e terra del 2000, Cuore di donna del 2002. Anche al cinema non si fa attendere e debutta, affiancato da veterani quali Giancarlo Giannini, Stefania Sandrelli, Vittorio Caprioli, Antonello Fassari, in Il male oscuro (1990) di Mario Monicelli e compare anche in Con gli occhi chiusi (1994), La bomba (1999) con Vittorio Gassman e Leonardo Pieraccioni. É proprio con quest’ultimo che stringe un’amicizia fortissima e comincia un sodalizio artistico a partire da I laureati (1995) con Maria Grazia Cucinotta, lo stesso Pieraccioni e Gianmarco Tognazzi, Non c’è più niente da fare del 2008, e Io & Marilyn del 2009. Nel 2000 è nominato al David di Donatello per il miglior cortometraggio Cecchi Gori Cecchi Gori? e viene candidato al Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista per Il pranzo della domenica del 2003, in cui il suo ruolo omaggia il personaggio di Nicola (giornalista calcistico che coraggiosamente rifiuta di ritrattare una dichiarazione mettendo a rischio carriera e famiglia) all’epoca interpretato da Stefano Satta Flores in C’eravamo tanto amati (1974) di Ettore Scola. Tra gli ultimi lavori ci sono Due vite per caso di Alessandro Aronadio e i due lavori di Checco Zalone, Cado dalle nubi (2009) e Che bella giornata (2011); intanto nel 2010 dirige Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè e Giovanna Mezzogiorno nella commedia musicale Basilicata Coast to Coast, dedicata alla sua terra.
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© 24 Marzo 2011