Maurizio Ustolin nuovo allenatore della Sezione Nautica della Società Ginnastica Triestina
di DFasolo
«Un’ulteriore sfida nel cercare di riportare la mia società ai livelli di un tempo»
La Sezione Nautica della Società Ginnastica Triestina (http://digilander.libero.it/sgtnautica) si presenterà al prossimo anno agonistico con un nuovo allenatore: Maurizio Ustolin, cinquantasei anni, insegnante di educazione fisica, atleta azzurro, responsabile per un decennio della nazionale italiana femminile, dopo le esperienze con le società nostrane Nettuno, Saturnia e Pullino, Ustolin torna al canottaggio come allenatore nello stesso club tirestino che ospitò sia il padre Mario – anch’esso atleta olimpionico – come grande tecnico tra gli anni ’60 e ’80 -, sia il figlio aiutandolo a nascere quarant’anni anni fa come atleta.
Qual è la sensazione che si prova a ritornare nello stesso club nel quale – agonisticamente parlanado – lei è nato?
È stata una grande emozione tornare nella società alla quale sono sempre stato attaccato con il cuore e con la mente: la società di mio padre. Anche se molte cose sono cambiate, ricordo tutto come allora: le persone come gli ambienti. La Ginnastica di Mario Ustolin, olimpionico a Londra ’48, di Savino Rebek (finalista olimpionico a Roma), di Petri e Mosetti, il mitico 2 senza presente ai Giochi Olimpici del ’60 e campione d’Europa nel ’63 (con l’Ignis). La Ginnastica di Luciano Michelazzi giudice arbitro internazionale ed in passato consigliere nazionale, quella di Luigi Tagliapietra, presidente fino a qualche anno fa della CDA. Una società gloriosa, centenaria, che deve ritornare ai fasti di un tempo, al ruolo che gli spetta di diritto, dopo esser stata, in una città remiera per tradizione come Trieste, il club (fino a qualche anno fa), più blasonato.
Quando ha iniziato a remare per la Ginnastica Triestina?
Ho iniziato a remare nella società biancoceleste nell’estate del ’71, per poi rimanerci fino al ’74, quando per motivi di studio passai alla Sisport Fiat di Torino. Rientrato dal capoluogo piemontese, remai ancora fino al ’79. Ci ho rimesso piede oggi dopo trentadue anni, e devo dire che sono stato accolto in maniera fantastica in particolare da tutti coloro che conoscevano me come mio padre, in parte suoi ex atleti.
Cosa l’ha segnata di più del nuovo impegno sportivo?
Un’altra grande emozione è stata quando alla mia prima uscita in mare, sono stato avvicinato a turno dai colleghi delle altre società. Uno alla volta passavano affiancando il mio gommone per augurarmi buon lavoro.
Il primo giorno nel club cosa ha trovato?
Che cosa ho trovato? Un gruppo di ragazzi volonterosi, che hanno tanto da lavorare ed apprendere, ai quali cercherò di trasmettere le mie esperienze. Un consiglio direttivo disponibile a riprendere in mano una sezione agonistica. Un gruppo attivo di master maschi e femmine, appassionati e disposti alla collaborazione.
Cosa l’ha spinta ad accettare questa proposta?
Dopo le offerte fattemi da un po’ di tempo a questa parte, ho realizzato che non era ancora l’ora ancora di appendere conta colpi e megafono al fatidico chiodo, ed ho accettato questa che per me rappresenta un’ulteriore sfida nel cercare di riportare la mia società ai livelli di un tempo.
Cosa le rimane da fare ora che il fischio d’inizio di questa nuova sfida è stato dato?
Non rimane che rimboccarsi le maniche ed iniziare la paziente opera d’istruzione ed allenamento: un processo che richiederà del tempo per essere duraturo, per vedere il gran pavese issato al ritorno dalle trasferte: un tuffo al cuore ogni volta, perché garrirà al vento grazie a me ed ai miei atleti, grazie a tutte le persone con il cuore biancoceleste.
© 22 Marzo 2011