Birdwatching, escursioni ed educazione ambientale nella Riserva Regionale della Valle Cavanata
di TBrazzatti
A pochi chilometri da Trieste un luogo dove ammirare e apprezzare la natura
L’osservazione degli uccelli, conosciuta forse più comunemente con il nome inglese di birdwatching è un hobby le cui origini si perdono nel tempo. Gli inglesi ne hanno fatto addirittura un’arte, il birdgardening, cioè il ripopolare giardini e balconi con mangiatoie, nidi artificiali e piante utili a garantire ospitalità e nutrimento dei volatili nelle stagioni rigide. Per noi cittadini sprovvisti di tempo e giardino, c’è la possibilità di svolgere questa attività a pochi chilometri da Trieste, nella Riserva naturale regionale della Valle Cavanata.
Questa area di all’incirca 340 ettari si estende dalla bocca lagunare del canale Primero e alla foce dell’Isonzo. La storia di questo territorio è piuttosto tormentata in quanto ha subito a partire dal 1930 delle trasformazioni che sono andate a cancellare biotopi di eccezionale valore e di riflesso a ridurre la biodiversità. In quel periodo il territorio ad est della laguna è stato bonificato a fini agricoli sbarrando il fiume Averto con un argine. Negli anni ’50 ulteriori opere di bonifica ne hanno ridotto la superficie, mentre la parte orientale della laguna di Grado è stata dotata di chiuse regolabili comunicanti con il mare, trasformandola a tutti gli effetti in una valle da pesca e di caccia. Nel 1978 è diventata un’importante zona umida di valore internazionale, ai sensi del testo firmato a Ramsar in Iran nel 1971 che definisce le“ zone di acquitrino, palude o torbiera o acqua libera, sia naturali che artificiali, temporanee o permanenti, tanto con acqua ferma che corrente, dolce o salmastra o salata, incluse le zone di acqua marina la cui profondità, durante la bassa marea non superi i sei metri” di eccezionale valore biologico.
La legge regionale n. 42 del 30 settembre 1996 l’ha trasformata in Riserva Naturale Regionale, riconoscendone a tutti gli effetti il valore ambientale che gli spettava. Da allora, grazie alla protezione legale accordata alle specie e alla rete di zone di protezione tutelate a livello europeo e italiano, accanto al rispetto delle normative dimostrato dai cacciatori, negli ultimi anni si è assistito ad un sostanziale incremento della biodiversità con ampia diffusione soprattutto dell’avifauna. È una delle zone migliori per fare birdwatching, soprattutto nel periodo invernale. È limitata ad Est dall’antico Canale Averto, che in epoche remote rappresentava un ramo del fiume Isonzo. Profondo in certi punti anche 11 metri, il fiume diventa un bacino di acque salmastre, costituito da specchi d’acqua, canali, isolotti e zone fangose periodicamente sommerse dall’acqua.
Il territorio circostante denso di siepi, boschi riparali, paludi e prati, che si estende fino a raggiungere un cordone sabbioso marino, è un importante luogo di rifugio per numerose specie di uccelli. Si possono riconoscere con o senza binocolo ed una guida ornitologica fino a 266 specie diverse di uccelli acquatici e non. Tra quelli nidificanti nella valle da pesca sono presenti l’oca selvatica, conosciuta anche con il nome di oca grigia, che è anche il simbolo della Riserva, la beccaccia, la pettegola, la sterna comune, il fraticello, la garzetta, il germano reale, l’alzavola e il cavaliere d’Italia.
La valle rappresenta anche una forte attrattiva per gli uccelli ittiofagi (mangiano il pesce) i quali hanno subito per tanto tempo intense persecuzioni da parte dei pescatori perché accusati di arrecare danni all’allevamento del pesce. Ora, dopo tutte le misure di tutela, c’è stato un notevole incremento dell’airone bianco, dei cormorani e addirittura del fenicottero. Sul cordone litoraneo sono presenti altre specie di uccelli come in grande numero il gabbiano reale, la beccaccia di mare, l’airone cenerino, le strolaghe, svassi, smerghi minori e marangoni minori, come più al largo orchi, quattrocchi ed edredoni. Recentemente si è assistito alla ricolonizzazione di queste zone da parte della volpoca, una grande anatra dalle piume bianche e nere e dal becco rosso, che ha iniziato a nidificare a partire dal 2000.
In questo luogo sostano e riposano parecchi uccelli migratori e quelli svernanti. Arrivano dopo un lungo viaggio provenienti dal Nord-Est d’Europa alla ricerca di un luogo adatto per l’accoppiamento, la nidificazione e l’allevamento della prole. Altri lasciano i loro territori con il sopraggiungere della stagione fredda. Tra questi sono presenti numerosi individui di oche e anatre.
Per tanto tempo questa zona non era frequentata dall’oca selvatica poiché era scomparsa a causa della caccia intensiva. Questo uccello durante la migrazione transitava senza sostare sul Friuli Venezia Giulia preferendo per la nidificazione altre zone dell’Italia. A metà degli anni ’90 si è voluto fare un esperimento di reintroduzione delle oche con esemplari nati in cattività. Questi, liberati, hanno funto da richiamo alle specie migranti che dopo poco tempo si sono stabilizzate nell’area divenendo una colonia stanziale e creando una popolazione di all’incirca 100 esemplari. A seconda degli inverni arrivano a migliaia contando addirittura dai 2500 ai 3000 esemplari. Tra queste si aggiungono delle specie in transito quali le oche lombardelle e granaiole. È curioso sapere che le oche sono erbivore, brucano senza strappare le erbe delle coltivazioni limitrofe sul lato ovest della valle, raggruppandosi al tramonto invece nelle zone paludose. A fine marzo, alcune specie riprendono il volo ritornandosene nelle zone di origine.
Non è fatto raro poi poter osservare da vicino, durante tutto l’intero arco dell’anno, un uccello caro ai nostri ricordi di bambini: il cigno reale. Protagonista di una delle più belle favole di Hans Christian Andersen Il brutto anatroccolo, la sua presenza si estende dalla valle di pesca al mare. Nella realtà l’insignificante e tenero anatroccolo che si trasforma in un candido e magnifico cigno non è sempre bello e pertanto buono. Più volte depone questa maschera diventando molto aggressivo nel difendere il proprio territorio durante la nidificazione. Dalla primavera del 2010 a queste piume bianche si sono accostate delle piume nere di uguale maestosità e bellezza, quelle dei sette esemplari di cigno nero, giunti in laguna quasi certamente fuggiti da allevamenti di collezionisti. Sopra alla valle a fendere un cielo terso marzolino, tra poco, si scorgeranno delle frecce argentee, gli stormi nel volo migratorio di ritorno. Un’immagine che fa sperare in un imminente tepore primaverile.
Oltre ad una ricca avifauna si possono osservare nella valle altri animali. Da quando per esempio la colonia di oche si è sviluppata riproducendosi stabilmente e ha fatto capolino la volpe, ricolonizzando spontaneamente l’intera bassa pianura. Una scena piuttosto consueta in questa valle da pesca è il capriolo nel momento in cui attraversa a nuoto le paludi per andare a mangiare le erbe nei campi. Tra i mammiferi potremo scorgere la lepre e le sfuggenti faina e donnola. Mentre vicino al Centro Visite sono state osservate oltre a delle impronte di cinghiale e anche le cosiddette “fatte” di puzzole (escrementi). Gli stagni acquitrinosi sono frequentati anche da specie anfibie come l’ululone dal ventre giallo e tra i rettili le bisce d’acqua e il biacco.
Questo paesaggio diventa fatato nel momento in cui si percepisce il suono lieve del battito d’ali di qualche esemplare sullo specchio d’acqua. Questo ricordo diventerà una sensazione piacevole per l’animo disposto ad accoglierlo. Guardando negli occhi qualche uccello potreste percepire un antico legame, un’affinità tra il modo di agire degli uccelli e dell’essere umano, come già prospettato da Konrad Z. Lorenz, il padre dell’etologia, la moderna disciplina che studia il comportamento animale nel suo ambiente naturale. Il riflesso degli atteggiamenti umani nello splendore riflesso di un’oca selvatica.
La Riserva della Valle Cavanata è gestita dal Comune di Grado, che ha dato la coordinazione operativa, didattica e turistica alla “Shoreline” di Trieste, società di Biologi e Naturalisti che si occupa anche della Riserva marina di Miramare per conto del WWF Italia. Il loro impegno è rivolto soprattutto alle scuole per attività di divulgazione e approfondimento dei temi naturalistici presenti nell’area. I visitatori e le scolaresche vengono accolti al Centro Visite della Riserva. All’interno la sala espositiva mette in mostra pannelli retroilluminati, dedicati alle caratteristiche naturali del territorio, l’habitat e la fauna per visite autoguidate. Leggendo attentamente la didascalia posta davanti al plastico al centro della sala si osserverà il dinamismo del livello del mare al variare delle maree in riferimento all’attività di pesca nella valle. Un monitor collegato ad una telecamera esterna collocata all’interno della valle vi permetterà di guardare con immagini in tempo reale le abitudini dell’avifauna presente senza arrecare alcun disturbo. Per i più piccini c’è uno spazio giochi con dei puzzle di legno rappresentanti gli uccelli, mentre i ragazzi più temerari si possono cimentare con un computer imitando i versi degli uccelli. Questo software è l’unico in Regione e permette di ascoltare i versi degli uccelli presenti in Riserva per poi cercare di riprodurli sottoposti a giudizio dall’implacabile dispositivo elettronico. È imminente l’apertura inoltre di un servizio di consultazione di libri a tema naturalistico, in quella che si chiamerà la “bibliotOCA”.
All’esterno del Centro Visite c’è la possibilità di soffermarsi per un picnic allietato dall’andirivieni incessante delle cinciallegre che vengono a cibarsi dei semini posti nelle mangiatoie. Qui inoltre sono a disposizione per il noleggio gratuito dei binocoli per l’osservazione degli uccelli e delle biciclette.
La Riserva si può altresì visitare percorrendo i quattro percorsi previsti:
- quello del Centro Visite, corredato da schede didattiche sulla fauna e flora presenti
- quello della Valle, che lungo una passerella in legno posta proprio sulla Valle Cavanata vi conduce prima all’Osservatorio della sabbia, luogo ideale per il birwatching, per poi proseguire lungo la pista ciclabile fino ai prati del Luseo, terminando sul ponte del Canale Primero
- quello del mare che dal Centro viste costeggia il Canale Averto fino all’argine sul mare
- quello del Bosco Averto lungo circa 9 km, percorribile in bicicletta
A completare tutte le attività didattiche del Centro Visite c’è il Laboratorio Didattico di Casa Spina, caratterizzato da allestimenti scenografici di tutti gli ambienti della Riserva, come la spiaggia, il bosco della spiaggia, la peschiera e le piane di marea, la valle e le acque profonde.
Da due anni l’organo gestore ha esteso le sue attività organizzando un concorso fotografico a tema per gli appassionati di birdwatching, aperto a tutti senza distinzioni tra dilettanti e professionisti. Delle 79 fotografie giunte e che per un anno costituiscono una mostra permanente al Centro Visite, l’anno scorso il primo premio è andato a Cosimo Barletta con la foto dal titolo “3-2-1 decollo!”.
Si conduce anche attività di ricerca scientifica ed educazione ambientale. Per esempio l’anno scorso si è organizzato un corso di formazione per docenti delle scuole dell’Infanzia, Primaria, Secondaria di primo e secondo grado, denominato “Progettare la biodiversità” con la collaborazione del WWF Italia – Area Marina Protetta di Miramare, presso il laboratorio didattico Casa Spina della stessa Riserva. Per non parlare poi della collaborazione con il Konrad Lorenz Forschungsstelle fur Ethologie (Centro di Ricerca per l’Etologia) di Grunau (Austria), nell’ambito di una ricerca sulla genetica delle uova di Oca selvatica (Anser anser) presenti nell’Area della Laguna di Grado e Marano.
Corso di formazione per docenti 2010
Attività
Per prenotazioni a visite guidate:
Riserva marina del WWF: Tel. 040 224147
Centro visite Riserva: Tel. 0431 88272
info.educazionecavanata@gmail.com
Orario invernale
martedì-giovedì 9.00 – 12.30
domenica 10.00 – 16.00
Orario estivo
lunedì-mercoledì-venerdì 9.00-12.30
sabato-domenica 10.00 – 18.00
Foto: Archivio della Riserva
© 21 Marzo 2011