L’impressionismo contemporaneo di Roberto del Frate
di C.S.
La mostra è visitbaile fino al 31 marzo
C’è tempo fino al 31 marzo per visitare, nel negozio Godina (via Carducci 10) di Trieste (orario: lunedì 15.30 · 19.30 / da martedì a sabato 9.15 · 19.30), la mostra personale del pittore Roberto del Frate, curata dall’architetto Marianna Accerboni. Una trentina di opere realizzate dall’artista ad acrilico con velature a olio dal 2000 a oggi e dedicate al tema del paesaggio naturale e agli spazi urbani di Trieste. L’artista, veneziano di nascita e attivo a Trieste dallo scorso anno, ha aperto nel capoluogo giuliano un affascinante atelier nel cuore del centro storico, al pianoterra di via Punta del Forno 3, dove dipinge ed espone i suoi lavori. Dopo la mostra da Godina, l’atelier di via Punta del Forno ospiterà ogni quaranta giorni una rassegna monotematica di Del Frate.
“Pittore dal tratto veloce e dal temperamento sensibilissimo ed entusiasta – scrive Accerboni – del Frate nasce a Venezia il 31 gennaio 1960 da madre veneziana di nobile origine polacca. Il padre, Enrico del Frate, nativo di Palmanova (1929 – Venezia 2006), è un pittore affermato a livello locale e nazionale, da cui il figlio apprende fin da piccolissimo il mestiere dell’arte. Carattere eclettico e curioso, Roberto è anche raffinato scrittore (ha pubblicato 3 romanzi) e compositore. E le sue musiche riflettono la stessa luce e la medesima brillante dolcezza, che incontriamo nei suoi fascinosi e suggestivi dipinti, in cui il piacere della pittura en plein air, tipica dell’impressionismo, è trasposta, con suadente talento, nella realtà contemporanea, in cui l’artista sa interpretare e rendere umane e quasi romantiche anche le vie del centro congestionate dal traffico, mentre una leggera nebbia di silenzio, luce e sogno lieve, ammanta l’atmosfera e attutisce il rumore dei clackson.
Dopo aver frequentato assiduamente e vivamente l’atelier veneziano del padre, sito nel palazzo delle Meravegie, a due passi dall’Accademia di Belle Arti di Venezia, del Frate ha girato spesso l’Europa, partecipando con le sue opere a mostre di prestigio in Italia e all’estero e riscuotendo ampio consenso per il suo raffinato cromatismo, dalla preziosa sensibilità tonale.
Nell’agosto 2009 giunge a Trieste e, pur provenendo da Venezia, rimane folgorato dal fascino mitteleuropeo della città e dalla bora, decidendo di vivere e di operare qui, prima in un camper, poi nel suo atelier.
Nei suoi dipinti – conclude Accerboni – è capace di cogliere con maestria l’attimo fuggente, la realtà in movimento di un cagnolino in corsa (ama molto gli animali e di cani ne possiede nove), la trasparenza delle acque, lo sciabordio della risacca e lo stormire del vento tra i cespugli di fiori di un giardino, traducendo la magia e la contemplazione vivace dell’impressionismo in una sorta di epidermica atarassia, che lo rende capace d’interpretare, con immediata aderenza e ritmo felice il genius loci, la bellezza e l’atmosfera più intima dei luoghi”.
© 21 Marzo 2011