La Voce di Trieste

Sanità: discriminazioni e politicizzazione

Mi chiamo Luisa Zorzin e sono un’infermiera professionale triestina. Ho iniziato la mia “carriera” nel 1991 presso l’ospedale di Cattinara e nel 2002 ho ottenuto un trasferimento presso l’Azienda per i Servizi Sanitari n.1 Triestina. In quest’Azienda ho trovato molta, troppa politica e tutti i posti apicali “riservati” ai soli tesserati PD. Soprattutto sono stata testimone di molte storie di mobbing verso operatori  sanitari spesso molto bravi e coscienziosi, ma non allineati alla politica aziendale.

Io stessa, solo per aver denunciato delle gravissime carenze strutturali ed inadempimenti alle normative per la sicurezza, sono stata presa di mira dai miei dirgenti aziendali che sono giunti addirittura a sguinzagliarmi dietro la polizia politica (DIGOS) senza ordine del giudice e senza serie ipotesi di reato, forse soltanto grazie alle loro conoscenze altolocate. Questo mi sembra chiaro dagli stessi verbali.

Non contenti di avermi preseguitata “politicamente” i miei dirigenti mi hanno anche vessata sul lavoro e lo scorso febbraio hanno concluso l’opera di distruzione della mia persona oltre che dal punto di vista umano anche da quello professionale, imponendomi un traferimento da me non voluto presso un altro servizio.

Questo ha comportato per me un grave demansionamento che sto tuttora vivendo, con conseguente senso di inutilità, perdita dell’autostima, problemi psicologici e di vera e propria malattia fisica, regolarmente accertata da specialisti idonei (ad es. Clinica Mobbing dell’Ospedale Niguarda di Milano).

Questi miei dirigenti sono ancora tutti ai loro posti di comando nonostante le mie reiterate denunce dei loro comportamenti criminosi nei confronti dei lavoratori “non allineati”. Per tutti questi motivi sono davvero indignata dal vergognoso documento sottoscritto da 300 miei “colleghi” dove vengono mosse gravissime accuse contro i colleghi dell’Azienda Ospedaliera “Ospedali Riuniti” di Trieste.

In realtà è un gruppetto di firmatari che rappresenta soltanto se stesso, perché gli operatori dell’Azienda Sanitaria non sono 300, ma circa 1200. Devo dire che non è raro che nella mia Azienda sorgano questi strani gruppetti “ad hoc” finalizzati a difendere una certa linea di politica sanitaria. Formano strane “associazioni” o “comitati” e, fino ad ora, sono sempre stati dei meri tentativi di politicizzare la sanità e gli operatori sanitari stessi.

Lo scorso anno era sorto così il “CODISAT”, un presunto “comitato” che aveva lo scopo di difendere il dr. Franco Rotelli e la sua gestione dell’ASS1, messa fortemente in discussione dalla nuova linea politica regionale. Anche in questo caso il gruppetto era costituito da circa 300 persone…. che siano sempre le stessse, anche questa volta?

Ora il nuovo gruppetto si chiama “Assodis”, viene spacciato per “associazione”, comprende sempre 300 persone, ed è nato, a mio avviso, all’unico scopo di denigrare gli operatori sanitari ospedalieri, che seguono un’egida più sanitaria e meno sociale e politicizzata rispetto a quella perseguita dalla mia azienda.

Ad ogni buon conto, ritengo davvero vergognoso un simile attacco di operatori sanitari contro i loro stessi colleghi, perchè questo va a tutto discapito dei pazienti! Penso sarebbe meglio che i sanitari facessero i sanitari piuttosto che i politici, oppure che cambiassero mestiere e andassero a fare quello che piace loro davvero , come appunto la carriera politica. Allego un mio scritto relativo a questa incresciosa vicenda (leggi qui).

Luisa Zorzin

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La vicenda personale drammatica ed ingiusta narrata in premessa ci risulta provata dai relativi documenti. La politicizzazione, anche a fini elettorali, di parte della sanità triestina è un malvezzo tollerato da troppo tempo, ed inammissibile quale che ne sia il colore politico o lo scopo.

© 21 Marzo 2011

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