Ospedali Riuniti di Trieste: un altro punto di vista
Da paziente degli Ospedali Riuniti di Trieste ritengo di dissentire su alcuni giudizi che leggo sulla stampa locale.
Posso ammettere che esistono alcuni problemi tipici di ogni realtà ospedaliera non solo triestina. È pur vero che chi era abituato a un certo modo ora si trova disorientato. Penso alle degenze più brevi. Un ospedale non è un parcheggio ma un luogo dove tu vai per le prime fasi di cura, poi ci dovrebbero essere altre strutture dove andare.
Fin dall’inizio del mio percorso medico molti si sono meravigliati che io sia venuta a Trieste, vivendo per lavoro a Milano. Oggi io posso affermare che debbo la mia vita a chi mi ha seguito e mi sta seguendo li.
Sono in cura per un’emicrania presso il centro cefalee di Cattinara (a Milano il mio malessere veniva indicato con altro) e mi appoggio dal 2008 al reparto di Ematologia del Maggioe, seguito dal prof. Giogio Paladini, per una Trombocitemia Essenziale (una neoplasia maligna alle piastrine). Sono stata volontaria Avo per un anno presso il reparto di Neurochirugia.
In ogni reparto dove sono stata ho trovato personale medico e infermieristico che mi ha sempre trattato come un essere umano, ed è questo che poi manca nella città dove io sono nata, cresciuta e dove vivo in gran parte del mio tempo.
Penso abbiate compreso che certe mie affermazioni sono sostenute da realtà inconfutabili perchè io stessa le vivo. Mi scuso veramente tanto ma, ripeto, quel che leggo, sopratutto in questo ultimo periodo, mi fa veramente sussultare!
Tiziana Volta
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Più che giusto: la denuncia di disservizi è doverosa, ma non deve far dimenticare né ledere tutto quanto viene fatto invece bene, grazie alla competenza, al senso del dovere ed allo spirito di sacrificio (anche per le poche risorse) di tanti operatori capaci e meritevoli.
© 21 Marzo 2011