La Voce di Trieste

Difesa della legalità in Italia tra “massomafie” ed informazione

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Greenaction Transnational pubblica sul suo sito, sotto il titolo di “Cosa capita in Italia ai cittadini che difendono la legalità” un trittico di informazioni sulla difesa della legalità, qui ed altrove in Italia, che suscita interrogativi particolarmente inquietanti.

Il primo dei tre scritti è di Roberto Giurastante, l’autore di “Tracce di legalità” (vedi qui  recsnsione ed altro), noto libro-inchiesta sul malaffare a Trieste, ed offre la cronistoria commentata di vicende giudiziarie e mediatiche sostanzialmente punitive dell’ambientalismo d’inchiesta a Trieste; ed a prescindere da interpretazioni e valutazioni i fatti narrati ci risultano reali.

Il secondo scritto, richiamato nel primo, è del sociologo Pietro Palau Giovanetti, Presidente delle onlus Movimento per la Giustizia Robin Hood, ed Avvocati senza Frontiere, ed è la prima parte di un’analisi molto accurata, impegnativa ed articolata in corso di pubblicazione sotto il titolo di «Stato e Massomafie come unico sistema».

Il terzo scritto, allegato al secondo è di Solange Manfredi, figlia di un noto avvocato italiano, che alla morte del padre gli ha trovato in cassaforte copia dello Statuto, redatto nel 1968, di una “Fratellanza Giuridica” creata per collegare, anche tramite appositi elenchi riservati «avvocati e procuratori legali – cancellieri – docenti di materie giuridiche – dottori commercialisti – magistrati – notai – ragionieri – ufficiali giudiziari» già «attivi e quotalizzanti nelle rispettive Logge» italiane, con annotato tra gli scopi anche quello di «consentire una più fraterna collaborazione, nell’ambito di ciascuna categoria, per l’esercizio dell’attività degli iscritti».

Manfredi pubblica il testo del documento esprimendo in premessa, alla luce di fatti d’attualità, preoccupazioni più che legittime e sensate sull’esistenza, la legittimità e le possibili devianze di questo genere di legami.

 

Una premessa sui pregiudizi antimassonici

 

Una lettura equilibrata, e quindi proficua, di questi tre testi richiede però che non si cada nei pregiudizi antimassonici, che analogamente ad altri troviamo particolarmente diffusi in Italia (dove vennero estremizzati dal fascismo) e sono generati da tre fattori principali concomitanti.

Il primo è la segretezza o riservatezza delle strutture massoniche e delle affiliazioni, che crea un’aura di facile sospetto; il secondo è l’ignoranza generale, fuori dalle strutture ma spesso anche al loro interno, di cosa sia massoneria e cosa no; il terzo sono le caratteristiche negative di livello, comportamento e proliferazione delle innumerevoli pseudomassonerie italiane.

Per i primi due fattori si deve tener presente che la Libera Muratoria, o Massoneria, nasce nel Settecento a Londra come associazione solidale di ricerca filosofica ed etica, con richiami rituali simbolici (non storici) a tradizioni più antiche, e sotto vincoli di segretezza dovuti alle intolleranze e persecuzioni di un tempo, mutati in semplice riservatezza quando e dove si sono attenuate.

Sul terzo punto occorre invece sapere che quella che è tuttora la principale obbedienza massonica italiana, nata un secolo dopo, chiese il riconoscimento universale di legittimità della Gran Loggia Madre d’Inghiltera già ai tempi di Cavour e Costantino Nigra. Vedendosela però rifiutare per oltre centovent’anni perché Londra riteneva, con ottime ragioni, che fosse piuttosto una congregazione politica e d’affari, dunque pseudo- od anti-massonica, sia in sé che per colleganze internazionali affini.

Riuscirono a far cambiare idea agli inglesi giusto alla vigilia dello scoppio dello scandalo della loggia pseudomassonica P2 di Licio Gelli. Così il riconoscimento finì revocato e venne poi concesso ad una neocostituita e scismatica Gran Loggia d’Italia. Che non ha dato però nemmeno essa risultati apprezzabili, anche se i contenziosi si sono attenuati col tempo.

Il motivo di questi scarsi o spurii risultati massonici complessivi sta nella prassi italiana deteriore di affiliare una maggioranza di persone che, a prescindere dai livelli d’istruzione e sociali, non hanno semplicemente i requisiti etici, filosofici e sapienziali sufficienti.

Vi si aggiunge il fatto che nel frattempo, ed a tutt’oggi, si è sviluppata in Italia una proliferazione abnorme di stutture pseudomassoniche di tutte le consistenze e varietà possibili (quelle variamente censite anni fa sono oltre una sessantina), che sono fonte di fatti e sospetti proporzionali.

Questo si deve all’assenza di copyright (chiunque può inventarsene una con un paio di amici, vestire amenicoli e dichiararsi massone) ed al fatto che ai livelli culturali medi del Paese i requisiti effimeri malintesi di segretezza, gerarchia e solidarietà attirano sia sprovveduti in cerca di ruoli e sicurezze, sia affaristi e criminali in cerca di coperture operative. Si va perciò dai gruppuscoli  stravaganti ai comitati d’affari ed alle cosche mafiose, anche in sintesi tipicamente italiane sino ai livelli della P2 di Gelli e delle sue filiazioni, imitazioni ed affini attuali.

Col risultato che, a prescindere dalle esternazioni di politici dall’intelletto più o meno greve, anche colleghi giornalisti, commentatori, analisti ed inquirenti per altro attenti e credibili finiscono spesso per averne paura ed evitare di parlarne, o di denunciarne i problemi.

Oppure per fare di ogni erba un fascio, accomunando erroneamente ed ingiustamente alla congerie italica di massonerie e massoni fasulli anche i princìpi massonici in sé, ed i loro aderenti veri, rispettabili e di livello. Che ci sono naturalmente anche in Italia, patiscono anch’essi per questo degrado ed hanno talora contribuito a combatterlo personalmente, in silenzio e con rischi e conseguenze anche gravissimi.

Lo schema dei pregiudizi antimassonici è dunque lo stesso di quelli verso la chiesa cattolica che accomunano, altrettanto erroneamente ed ingiustamente, princìpi evangelici, sante persone ed attività benefiche agli abusi storici ed attuali per affari e crimini anche gravissimi.

Ma ve ne sono altri esempi innumerevoli, come verso le forze dell’ordine, la magistratura e così via, perché è in sostanza il classico ed elementare problema della pietra che può essere usata per costruire, ma anche per uccidere. E qualsiasi persona razionale e scrupolosa dovrebbe sapere e voler distinguere il pacifico costruttore dal criminale.

Quando in Italia si parla e si scrive dunque di massoneria, di chiesa cattolica o di altre entità filosofiche o religiose, incluso l’islàm, ma anche etniche o regionali, si dovrebbe badar bene a far comprendere a quale delle due categorie di appartenenza – vera o pretesa – ci si riferisce.

Altrimenti si diffondono con leggerezza razzismi e, cosa non meno grave, si sbagliano analisi ed indagini aiutando delinquenti e profittatori a servirsi di quelle coperture.

Proprio per evitarlo si usa anche distinguere come pseudo-massonici i comportamenti amorali o delittuosi di persone e gruppi che si richiamano alla massoneria, ma compiendoli si mettono per ciò stesso fuori della sua legittimità.

Precisato tutto questo doverosamente – perché non lo si legge ovunque – il link per esaminare gli interessanti materiali pubblicati da Greenaction è questo.

P.G.P.

© 7 Marzo 2011

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