La Voce di Trieste

In treno…tra un panino e l’altro

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A bordo si pranza mente fuori la natura dà segnali di ripresa

Ok, ci sono, anche oggi sono riuscita a prendere il treno delle 11.44 per Treviso centrale e questa volta sono comodamente seduta nella direzione di marcia del treno. Qui a Trieste c’è una bora spaziale e la vista dal treno sarà sicuramente mozzafiato: non voglio assolutamente perdermela. Sto digitando e contemporaneamente mangiando: una scena a dir poco disgustosa, ma con la fame che mi ritrovo oggi non ho alternative. Avete presente Obelix, ecco, uguale. Ma anche il nonnino che sta a fianco a me non scherza: ha uno sfilatino di mortadella che potrebbe saziare almeno cinque persone e con che impeto se lo sta mangiando. È riuscito addirittura a finire prima di me, pur avendo iniziato dopo.

No, da non credere! Mi sono distratta un attimo e adesso mi accorgo che ne sta addentando un altro, di panino. L’uomo non ha proprio un fondo!

Intanto il treno si è mosso e siamo già arrivati a Barcola: che vista, sembra di essere a un concerto e le onde stanno pogando e sono davvero tante, tutte che si agitano e si rincorrono per arrivare prima sotto il palco.

Stazione di Miramare, il treno non si ferma, ma il vecchietto continua imperterrito a muovere le mandibole: sta per finire il secondo panino. Riuscirà ad azzannarne un terzo?

Continuo a vedere il mare e posso scorgere anche le case incassate nel pendio che meraviglia, belle e austere, come signore un po’ scontrose. Galleria. Il signore adesso si ritrova tra le mani i contenitori dei due panini e non sa dove gettarli. Apre i minuscoli e quasi inservibili porta immondizie in dotazione nei vagoni dei treni e cerca di infilare i cartocci, che però fuoriescono. Tira fuori una bottiglietta di coca cola e nel tentativo di aprirla, maldestramente fa uscire un po’ di liquido. Per fortuna la moglie, che evidentemente lo conosce, gli porge prontamente una salvietta per evitare che si sporchi. Sembra a posto. Però non ha mangiato la frutta e il dolce. Dalle provviste che riesco a vedere sembra debbano affrontare un viaggio piuttosto lungo. Ho sentito che parlavano di un arrivo alle sette di sera. In sette ore si può arrivare a Firenze? Roma no di certo. Ad un certo punto un inconfondibile odore di tonno si spande nell’aere: la signora sta addentando il panino che avrei voluto comperare io al supermercato, ma che poi ho lasciato lì per prendere invece quello con speck e brie.

No, non ci posso credere! La signora sta facendo capire al marito che non riesce a mangiare il suo panino e il marito non se lo fa certo dire due volte e glielo strappa praticamente di mano. Che stomaco ragazzi! E io che ho sempre pensato che fossero i ragazzi ad avere un appetito spropositato. Mi devo proprio ricredere. La signora però si tratta bene, perché adesso tira fuori una confezione di macedonia che sta mangiando di gusto.

Monfalcone. Stazione di Monfalcone. E il terzo panino è finito. Le immondizie sono state depositate nel secondo contenitore e adesso non c’è proprio più spazio. La signora, come da previsioni non riesce a finire la sua macedonia e il marito non fa altro che tendere la mano e prendere il contenitore. Ancora un po’ di coca cola, per mandare giù il pantagruelico pasto. Effettivamente il nonnino tiene un po’ di pancia, ma la porta con nonchalance.

Il sole è tornato a sbucare. Oggi la giornata non prometteva nulla di buono. Invece. Dal finestrino scorgo campi arati, fabbriche, ma anche cavalli e mucche. I miei vicini non hanno pace. La signore si è resa conto che tutte quelle immondizie messe negli inutili contenitori erano un po’ antiestetiche e si appresta a fare pulizie. Tira fuori dal borsone una borsa di plastica e ci infila dentro tutto quello che trova.

Il treno sta arrivando a Cervignano e la signora mi stupisce con effetti speciali perché estrae dalla sua magica borsa nientemeno che una confezione di profiterole. Riuscirà a mangiarseli tutti o dopo due cucchiaiate li darà al marito? No, no, pericolo passato, perché ci ripensa e mette via tutto. Per questa volta il marito-pattumiera è salvo! Devo smetterla però di guardarli, perché non è affatto educato. La nonna mi diceva sempre che non si devono fissare le persone, che è proprio da cafoni farlo.

Ogni tanto mi incanto e guardo fuori dal finestrino. La natura, anche se ancora impercettibilmente sta dando segnali di ripresa. L’erba qua e là ha qualche chiazza di verde più chiaro e anche i campi arati sono lì a testimoniare che il risveglio è vicino. Il sole mi culla e mi bacia.

Anche se siamo lontani da Trieste il vento soffia ancora piuttosto forte. E le previsioni dicono che tra questa sera e domani ci sarà il picco della velocità delle raffiche. Certo che questa mattina ho fatto una fatica terribile in bicicletta. Ci sono stati dei momenti in cui ho veramente temuto per la mia incolumità, anche perché non peso cento chili e quando la bora soffia forte, c’è il rischio di finire a terra. In queste occasioni è un classico è vedere i contenitori delle immondizie e gli scooter distesi sull’asfalto. Oggi in stazione era un’ecatombe: motorini disseminati ovunque.

Mi verrebbe voglia di appisolarmi un po’ con questo bel calduccio. Dalla mia postazione, riesco anche a vedere il display che indica che la temperatura interna è di ben 24 gradi. Come non aver voglia di lasciarsi prendere da Morfeo?

Il caldo ha fatto il suo dovere perché nel frattempo i nonnini si sono addormentati. E non russano nemmeno. Sono proprio adorabili.

Non manca molto a Portogruaro, dove scenderò per prendere la coincidenza per Treviso.

Latisana: la pacchia è finita: lo scompartimento si riempie di gente; ora le voci si intersecano: italiano, dialetto veneto, ma anche lingue straniere non ben identificate. Da un momento all’altro si è passati dal silenzio più totale alla chiacchiera salottiera. E mentre continuo a scrivere quasi nemmeno mi accorgo di essere giunta alla stazione di Treviso. Devo scavalcare velocemente un paio di persone per arrivare all’uscita. Scendo al volo nella speranza di non aver dimenticato nulla.

 

clà (claudia@interware.it)


© 2 Marzo 2011

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