Se “Capuceto Rosso” incontra il lupo nel bosco di Basovizza
di C.S.
Presentazione della fiaba in dialetto alla libreria Feltrinelli
Dopo il grande successo ottenuto con Monon Behavior – 5000 copie vendute dopo appena un anno e mezzo di attività – la casa editrice udinese Bianca&Volta ritorna giovedì 3 marzo alle ore 18.00 alla libreria Feltrinelli di Trieste (via Mazzini, 39 -3° piano) con la seconda presentazione del volume Capuceto Rosso in triestin (pgg. 31, € 14). Durante l’incontro verranno proiettate le illustrazioni realizzate con cura ed intelligenza da Ingrid Kuris, mentre l’autrice Cristina Marsi ci delizierà descrivendo l’uso del dialetto nelle fiabe più conosciute.
Il libricino inaugura la collana Briciole (in triestino “fregole”), che prende spunto da Pollicino, altro colosso della letteratura infantile, che verrà a breve similmente pubblicato assieme a Biancaneve, Il gatto con gli stivali e tanti altri.
Rivisitata e caratterizzata dal tocco magico che tutte le fiabe hanno, Capuceto Rosso è stata curata da Sandro Davia, con la partecipazione di siora Jolanda (alias “el Mago de Umago”). “Il ritorno a casa (che Pollicino traccia con pezzetti di pane)”, come scrive Davia, si riferisce “alle origini, per non dimenticare l’eredità che il passato ci lascia, un’eredità rafforzata dalla sonorità e musicalità del nostro dialetto”. La scelta di proporre un testo in vernacolo, rappresenta dunque un duplice significato, che lega la cultura di una città alla tradizione della letteratura per bambini, al giorno d’oggi un po’ messa da parte a causa dei nuovi mezzi tecnologici. Come sottolinea siora Jolanda nella quarta di copertina, la vita frenetica del nuovo millennio non permette di soffermarci più su piccoli pezzi di storia. Infatti la brevità di questi libricini è stata scelta proprio con la consapevolezza di creare un passatempo non troppo impegnativo.
Anche l’ambientazione è cambiata rispetto alla prima edizione dei fratelli Grimm, perché Capuceto Rosso ha di triestino pure la città: la bambina dall’abitino rosso vive infatti in via Giulia, mentre la nonna a Basovizza.
Le illustrazioni curiose e colorate stuzzicheranno l’immaginazione del lettore a partire dalla copertina, in cui è disegnata la testa perplessa, quasi rassegnata del lupo, sulla quale la nonna, la bambina e il cacciatore prendono il tè. La scena riprende il famoso detto “i ghe magna in testa”, proprio per sottolineare la sfortuna del lupo, che si ritrova ormai incastrato dopo aver cercato di farla franca.
Seguirà un finale a sorpresa, in cui la tristezza lascerà il posto all’allegria…
La fantasia trova spazio per ricordare ai nostri piccini e – perché no? – anche agli adulti, che leggere è importante, così come mantenere viva la conoscenza del dialetto.
© 2 Marzo 2011