1° marzo, l’appuntamento è nelle piazze e nelle strade
di FDalmasso
Sciopero dei migranti contro la diffidenza e la paura
“Volevate braccia, sono arrivati uomini”: questa frase identifica al meglio la condizione dei migranti in Italia, persi nei mille rivoli di una legge ambigua e ricattati con la promessa di un lavoro e di un permesso di soggiorno. Ma cosa succederebbe se tutti i lavoratori stranieri decidessero di incrociare le braccia e chiedere a gran voce che i loro diritti, i diritti di persone, vengano rispettati? Partendo da questa domanda è nata, nel 2010, l’iniziativa del 1° marzo, una giornata di sciopero nazionale degli stranieri che ha visto anche Trieste tra le città protagoniste: «Diciamo che qui da noi la manifestazione è riuscita in parte – dicono gli organizzatori – ma è stato comunque un evento importante perché ha portato in primo piano una serie di problematiche estremamente importanti».
Tra lo stupore di alcuni e l’interesse di altri, il Comitato Primo Marzo di Trieste si è dato molto da fare dopo l’appuntamento del 2010: manifestazioni e presidi hanno segnato la strada che ha portato all’appuntamento del 1° marzo 2011, martedì: a partire dalle ore 16.30 migranti e italiani assieme saranno nelle piazze per dire che “solo lottando possiamo mettere fine alle discriminazioni e alle disuguaglianze sociali”.
Il programma triestino prevede quattro zone legate a quattro temi su cui il comitato ha lavorato intensamente: in largo Barriera si parlerà di “Servi d’Italia”, lavoro, sfruttamento, schiavismo, sanatoria-truffa, ma anche testimonianze, lotte e diritti. In via delle Torri il tema è “Fortezza Europa”, cioè i Cie (Centri di Identificazione ed Espulsione), deportazioni, rivolte, sbarchi e respingimenti. In via San Nicolò l’attenzione sarà focalizzata su “Un mondo di rifugiati”: le guerre, le fughe, l’asilo e gli interventi di pace. In piazza della Borsa, infine, il tema “A come antirazzista”: scuola e razzismi.
«Sono quattro temi importanti – sottolinea il Comitato 1° marzo – ma il nodo centrale, quello attorno al quale ruotano tutte le questioni, è quello del lavoro. Se non si risolve questo aspetto non sarà mai possibile affrontare gli altri problemi»
Un elemento di cui si avverte molto la mancanza è l’informazione: non è raro, infatti, ascoltare discorsi pregni di pregiudizi, convinzioni granitiche di chiaro stampo discriminatorio basate sul nulla come chi pensa che i clandestini godano nel restare tale perché così non pagano le tasse o che siano favoriti (non si sa bene in base a cosa) nell’assegnazione delle case popolari.
Un’informazione, quella sugli stranieri in Italia, latitante, ma anche distorta che spesso propaganda immagini stereotipate e allarmistiche: la minaccia delle invasioni, i temuti “esodi biblici” e argomenti simili non fanno altro che creare un senso di paura e distorcere la realtà.
«L’iniziativa del primo marzo – sottolineano i promotori – è rivolta a tutti: sicuramente i migranti saranno i protagonisti, ma è un’occasione per avvicinare tutti quei cittadini che forse non conoscono i problemi, non sono a conoscenza della reale situazione: martedì ci sarà la possibilità per tutti di raccontare la propria esperienza per ascoltare dai diretti interessati la situazione nella quale si trovano».
Il 1° marzo sarà dunque un’occasione molto importante per tutti: non solo per i migranti, perché potranno che finalmente ottenere quell’attenzione che meritano e che troppo spesso non viene loro data, ma anche per chi migrante non è: scendendo in strada, ascoltando le loro voci, guardando i loro visi anche i cittadini più indifferenti avranno la possibilità di capire che questi uomini, queste donne, questi bambini sono persone come tutti noi, non sono strane creature provenienti da chissà quale pianeta. Sono uomini, donne e bambini che ogni giorno si trovano a dover lottare contro la discriminazione, contro il ricatto di un posto di lavoro, contro i ritardi e i mille rivoli di una burocrazia che gioca sull’isolamento del migrante e sulla sua non conoscenza della lingua e delle leggi.
«Il lavoro del comitato non si esaurisce con martedì 1° marzo – sottolineano gli organizzatori – è un lavoro sul lungo periodo con l’obiettivo di creare una vera e propria rete che coinvolga tutte le comunità presenti per una reale collaborazione. Anche per questo stiamo preparando dei corsi di autodifesa legale con la collaborazione di avvocati e mediatori linguistici: la nostra intenzione è quella di fornire a chiunque lo volesse le basi minime per capire la legge sull’immigrazione, sapere come muoversi e soprattutto quali sono i propri diritti perché non vengano calpestati».
Per maggiori informazioni: http://primomarzotrieste.blogspot.com – primomarzo2010@gmail.com
© 25 Febbraio 2011