La Voce di Trieste

“Guida sentimentale di Trieste” alla libreria Svevo

di

Gabriella Musetti presenta il volume sabato 26 febbraio

 

Gabriella Musetti, presenta il volume Guida sentimentale di Trieste (Arbor Librorum Edizioni), il 26 febbraio, alle ore 17.30 presso la nuova sede della Libreria Internazionale Italo Svevo, via Battisti 6 (Galleria Fenice). Saranno presenti le autrici. Ingresso libero

Una città raccontata al femminile, rivissuta come luogo della propria soggettività, guardata con amore, con quella dose di disincanto e ironia, con dolore, con gioia, con nostalgia, con rimpianto, con la voglia di ripercorrere ambienti e spazi che hanno a che fare con le storie private di ognuna. È un modo di riprendere confidenza con i luoghi che hanno accompagnato le esperienze di ogni crescita, di ogni passaggio importante di vita, dall’infanzia e giovinezza, alla maturità e al presente, collocati in un contesto concreto di spazi che connotano la città, la sua fisionomia, rivelano tracce della sua storia, mostrano il suo aspetto contemporaneo.

Come si presenta la città nelle narrazioni delle donne? Certamente questa è una “Guida” sbilanciata, che non cerca oggettività, nella quale si dà spazio ai particolari, agli umori, agli incontri imprevisti. È come se le autrici parlando della città parlassero anche d’altro: dei rapporti tra le persone, dell’impatto con l’ambiente, dei ricordi intimi, dei momenti di vita intensamente vissuta, dei desideri che le attraversano e motivano le azioni. E Trieste assume un volto nuovo, meno ufficiale o imponente, meno “commerciale” o letterario. È una città che non lascia indifferenti.

Questo libro è un rimando di sguardi. Scopre occhi che rivelano un amore profondo per la città, anche là dove si intravede una sofferenza, una osservazione critica o una presa di distanza, e la speciale connotazione di Trieste – usata, abusata, decantata, mitizzata, inventata – in tanti scritti di tanti autori contemporanei e del passato, trova qui una corrispondenza nei tratti di un sentimento espresso da chi la abita, sentimento che filtra tra le parole e ne forgia l’alone dei significati.

Trieste città delle contraddizioni, città di carta, città dei matti, città di frontiera, città dei commerci, incrocio di civiltà, centro delle periferie, crogiuolo di culture, città mitteleuropea, nostalgica del suo passato, città plurilingue, città da cui si fugge ma a cui si torna, non luogo, città di “scontrosa grazia”, personaggio città, città senza pace, città della bora: sono tanti i fantasmi che aleggiano sulle sue strade o si incarnano – provvisoriamente – in una pietra sporgente da un palazzo. E anche se i suoi cittadini sorridono con ironia a tutta questa abbondanza di definizioni che restano sfuggenti, incapaci di catturare se non effimeri frammenti della sua realtà, tuttavia hanno un modo particolare di immaginare la sua specificità e la sua seduzione: diverso per ognuno – a seconda dei caratteri – trova dei presupposti comuni nella convinzione di vivere in un magnifico luogo “extratempo”. Anche il fascino che la città diffonde su chi la visita e cercando di capirla percorre le sue strade, entra nei musei e nelle chiese, sale le molte scalinate e si incanta davanti a uno scorcio, si dispiega in un effetto alone di natura contemplativa, di cui si coglie l’irrequietezza segreta e la disposizione distaccata e ironica.

© 25 Febbraio 2011

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