La Voce di Trieste

“Privato vende appartamento 54 mq” – Seconda puntata

Seconda parte del racconto di Sabrina Gregori. Mercoledì 2 marzo la terza e ultima puntata.

La donna si avvicinò anch’essa alla ringhiera, sporgendosi con le braccia e lasciando ciondolare la sua borsetta nel vuoto.

– È curioso come a volte l’altezza sembri invitarci al volo, no? Come se scavalcando questa ringhiera e lasciandoci semplicemente andare potremmo finalmente essere liberi. – Rise di gusto. – Ah, che sensazione meravigliosa! Le è mai successo? –

Rosanna pensò che non ci potesse essere niente di meraviglioso nello spiaccicarsi sull’asfalto, ma valutò che non fosse il caso di approfondire l’argomento con quella strana donna.

– No, penso proprio di no. Mi scusi un secondo. – rientrò e passò rapidamente in cucinino per togliere il filtro del tè dalla tazza. La visita della signora Rosenbauer non era promettente. Tanto valeva concludere presto, liberarsi della vecchia e godersi il tè in santa pace. Si girò e invitò la signora a rientrare.

– Ma prego, venga. Di qua c’è il cucinino. Volendo è possibile tirare giù questa parte di parete e creare un unico grande ambiente di soggiorno con angolo cottura. Io non l’ho mai fatto perché ho preferito mantenere una porta da poter chiudere quando cucino. Sa, per gli odori. Comunque, come vede, c’è una bella finestra. – La signora Rosenbauer era rimasta concentrata sulla tazza di tè fumante. Rosanna si sentì in imbarazzo pensando che forse avrebbe dovuto chiederle se ne gradisse una tazza, ma non provava alcun desiderio di condividere il suo tè con quella bizzarra vecchia. Anzi, tutt’altro. Non attese commenti e condusse subito la signora nuovamente nell’ingresso, su cui si affacciavano anche le porte del ripostiglio del bagno e della camera.

– Qui c’è il ripostiglio, molto utile, – spiegò aprendo la porta – con due armadi a muro. Anche se abbiamo la cantina, io trovo che un ripostiglio sia necessario in casa, no? – sorrise ancora alla donna, sperando di nascondere il desiderio di condurre a termine velocemente quella visita.

– Certamente, – rispose la signora Rosenbauer – ci sono frangenti in cui c’è sempre più bisogno di spazio. – Rosanna non era sicura di capire cosa intendesse, ma pensò che almeno era un commento che sembrava coerente. Le sembrò un passo avanti. Aprì l’altra porta.

– Il bagno è sviluppato in lunghezza e ci sta tutto quello che deve stare, vede? C’è la vasca, lo spazio per tenere la lavatrice e anche qui c’è la finestra, – commentò, aprendola – per me fondamentale. Non mi piacciono proprio i bagni cechi che si usano ora in tanti appartamenti. –

La signora aveva cambiato espressione, sembrava apprezzare. Rosanna si sentì rincuorata. La condusse in camera.

– Ecco, dulcis in fundo, la camera matrimoniale. Anche questa stanza è molto grande. Noi ci abbiamo ricavato persino un angolo-studio, mettendo questa scrivania con il computer, la stampante, le casse, e un po’ di aggeggi vari. Il mio ragazzo è un appassionato di informatica e mi riempie la casa di strumentazioni di ogni sorta. – La signora contemplava la stanza annuendo con aria comprensiva. Rosanna pensò che forse aveva dato un giudizio affrettato. Dopotutto l’appartamento sembrava piacerle, poteva essere veramente interessata. Mai scartare a priori un possibile compratore!

– Quindi cominciamo a stare un po’ stretti e stiamo comprando una casa più grande. Abbiamo trovato un affare e, anche se a me piange il cuore a dar via questo appartamento in cui, le dirò la verità, sono stata tanto bene… –

– Lei è incinta, no? – la vecchia le pose la domanda piantandole prepotentemente gli occhi negli occhi.

– Come, prego? Ve… veramente io… – balbettò Rosanna, assolutamente sorpresa. La sfacciataggine della visitatrice la colpì come uno schiaffo in pieno volto, ma non riuscì a far a meno di rispondere. – Come lo sa? – chiese, portandosi automaticamente una mano alla pancia in un gesto di difesa verso la gioia – e il problema – che aveva contribuito a far precipitare i tempi per l’acquisto della nuova casa – Mi perdoni, ma… non l’abbiamo detto ancora a nessuno, è il primo mese e non… –

– Certe cose non sfuggono alle vecchie signore come me, mia cara Rosanna, si leggono negli occhi… qualche volta già negli annunci. E così che si colgono le occasioni. –

– Che cosa vorrebbe dire? – una sensazione di freddo le percorse le viscere mentre gli occhi di Agatha Rosenbauer sembravano diventare di ghiaccio. Si trattenne a stento dal desiderio di spingere la donna fuori dalla porta di casa.

– A volte le esigenze si incontrano, no? La legge della domanda e dell’offerta funziona e le cose vanno per il verso giusto, sia per l’acquirente che per il venditore! –

Rosanna improvvisamente si sentì una stupida, guardando la signora che le sorrideva amichevolmente. Ma come aveva fatto a lasciarsi trasportare da quelle sciocche paranoie, un attimo prima? La gravidanza le stava giocando dei brutti scherzi. Già il sonno la notte era sempre più spesso disturbato, ora anche quelle ridicole sensazioni. Rischiava di compromettere una trattativa promettente. Respirò a fondo, per calmarsi.

– Allora l’appartamento le interessa! Mi fa piacere. Se desidera già fare un’offerta, ci tenevo a dirle che per noi ha una certa importanza il fattore… – La signora Rosenbauer prese a muovere la testa in segno di diniego. – … tempo… – concluse incerta Rosanna.

– Rosanna, Rosanna, Rosanna… – l’apostrofò con condiscendenza la visitatrice, passeggiando per la sua camera da letto. Ritornò lentamente alla porta della stanza e si piazzò lì davanti, con la sua borsa gonfia fra le mani, fissandola con quella che a Rosanna sembrò una rassegnata aria di disapprovazione. Dondolava da una gamba all’altra. Sembrava una spaventosa macchietta.

– Io non sono qui per comprare il tuo appartamento. Sono qui per comprare la tua anima. –

Rosanna scoppiò in una risata isterica che si arrestò bruscamente all’incrociare degli occhi scuri della vecchia. La bocca rimase aperta, lasciando scendere la mascella in un espressione ebete. CHE COSA AVEVA DETTO?

(continua)

 

La prima puntata del racconto è stata pubblicata il 16 febbraio.

Nella sezione Cultura – Libri è disponibile anche un articolo su Sabrina Gregori e il suo libro Tre innocui deliri da cui è tratto questo racconto.


© 23 Febbraio 2011

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