Al Rossetti Massimo Popolizio è “Il Misantropo”
di C.S.
Il capolavoro di Molière in scena da mercoledì 23 febbraio
Negli oltre 50 anni di storia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, tanti sono stati i capolavori di Molière messi in scena, ma mai è stato invece rappresentato Il Misantropo, che molti autorevoli pareri (quello di Goethe e di Goldoni, per citarne due soltanto) indicano come la più perfetta delle sue opere.
Lo spettacolo prodotto dal Teatro di Roma offre dunque opportunità preziose, al pubblico regionale. Oltre a quella di apprezzare per la prima volta il testo, ci permette d’assistere ad un’ulteriore primizia, due grandi nomi del teatro italiano – Massimo Castri e Massimo Popolizio – al loro esordio in Molière.
I due artisti, che già si sono incontrati in due occasioni – La famiglia Schroffenstein di von Kleist e Il Gabbiano di Checov – collaborano dunque ne Il Misantropo che applaudiremo alla Sala Assicurazioni Generali dello Stabile regionale da mercoledì 23 a domenica 27 febbraio.
Massimo Castri è regista profondamente analitico e sensibile, attento alle intersecazioni di testo e sottotesto, ai profili più celati dei personaggi, sempre preciso nell’affidare la propria visione a una pluralità di elementi interpretativi che regalano alle sue regie mai scontati percorsi di pensiero (basterà ricordare la perfezione de Le avventure della Villeggiatura goldoniana – ospitata nel 1997 anche al Politeama Rossetti – e la forza dello strindberghiano Il Padre, applaudito nel 2006).
E altrettanta intensità ci si può attendere da Massimo Popolizio, che reciterà naturalmente nel ruolo del titolo. È interprete sottile e di rara raffinatezza, capace di donare tutto sé stesso ai personaggi cui dà vita: lo abbiamo ammirato lo scorso anno nel Cyrano de Bergerac e a fine stagione nel pluripremiato Copenhagen al fianco di Umberto Orsini e Giuliana Lojodice. Ma siamo abituati anche a vederlo spesso al cinema (Romanzo criminale di Placido, Mio fratello è figlio unico di Lucchetti, fra i più recenti Gli sfiorati per la regia di Matteo Rovere) ed a sentire la sua voce in importanti ruoli di doppiaggio (è Tim Roth nella serie tv Lie to me e Hamlet nell’omonimo film di Kenneth Branagh).
Ne Il Misantropo si confronterà con un personaggio del tutto particolare, comico ma a tratti anche drammatico, irritante e al contempo toccante. Alcesti – questo sarà in scena il suo nome – è infatti un giovane che ama la verità, disprezza il compromesso, la finzione e quasi tutta l’umanità… Se si limitasse a ciò potrebbe essere considerato soltanto rigoroso, o di pessimo carattere, ma Alcesti fa di più: esprime in tutta chiarezza e senza alcuna diplomazia i propri pensieri a chiunque, compresi i diretti interessati. Non indugia a rivelare ad Oronte, autore di un sonetto, che giudica pessima quella sua opera. Ne consegue una lite giudiziaria e l’amico Filino gli consiglia di assumere un atteggiamento accomodante, ma egli protesta e assicura che non farà niente per ottenere un giudizio favorevole. Anche nelle scelte affettive si pone in assoluta autonomia: rifiuta sdegnoso la corte di ragazze virtuose come Arsinoé, e cade fra le braccia della vedova Célimène, maldicente e civetta. Accadrà che quasi contemporaneamente Alceste riceva due gravi delusioni: perde il processo contro Oronte, e gli vengono svelati gli intrighi amorosi tessuti alle sue spalle da Célimène. Tutti i pretendenti della civetta a questo punto si dileguano, tranne lui, che preso da tenerezza la perdona, purchè lo segua come moglie legittima in una vita semplice, in provincia. Il rifiuto della donna lo amareggia e il povero Alceste si ritira a vita solitaria, chiuso nella sua misantropia, per sempre.
Il Misantropo debutta a Trieste mercoledì 23 febbraio alle ore 20.30 alla Sala Assicurazioni Generali del Politeama Rossetti, vi replica ogni giorno alle 20.30 con un’unica recita pomeridiana, domenica 27 febbraio alle ore 16.00.
Informazioni complete sono disponibili sul sito internet del Teatro www.ilrossetti.it e al numero telefonico 040-3593511.
© 22 Febbraio 2011