“Il governo della vita”, se ne parla al Centro Veritas
di C.S.
Mercoledì 23 febbraio conferenza con il prof. Giovanni Leghissa
Il prof. Giovanni Leghissa interverrà al Centro Culturale Veritas in via Monte Cengio 2/1 a, mercoledì 23 febbraio alle ore 18.30 nell’ambito del programma di incontri La vita e le vite: i nodi. Il titolo della conferenza sarà Il governo della vita.
Triestino di nascita, Leghissa ha insegnato tra l’altro Filosofia della Cultura presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trieste e quindi Filosofia della Scienza alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Udine, ma è stato anche docente alle Università di Vienna e di Karlsruhe ed attualmente è. ricercatore confermato e docente di Filosofia e Teoria dei Linguaggi all’Università di Torino. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni, concernenti vari aspetti della filosofia contemporanea, tra cui “Incorporare l’antico. Filologia classica e invenzione della modernità” (Mimesis, Milano 2007) e, insieme a L. Demichelis, “Biopolitiche del lavoro” (Mimesis, Milano 2009), quest’ultimo dedicato alle trasformazioni occorse negli ultimi decenni nell’ambito dei modi del produrre.
Al Veritas Leghissa affronterà il tema della biopolitica a partire da Foucault, delle cui opere da tempo è profondo conoscitore, mostrando come interpretazioni della nozione offerte da altri autori siano poco produttive o addirittura fuorvianti.
Parlerà così di neoliberalismo, della differenza tra liberalismo classico e neoliberalismo, inteso come progressiva ingerenza degli organi di governo pubblici o privati nella vita delle persone, sottolineando come a parere suo sia fuorviante la vulgata secondo la quale neoliberalismo sia eguale alla formula “meno stato e più mercato”. Parlando di razionalità economica intesa quale strumento di governo e di impresa come modello antropologico dominante (e totalizzante) Leghissa si ripropone di giungere a trattare la questione del postumano, nel senso che il regime neoliberale contiene in sé i germi di una nuova antropologia, postumana appunto, mostruosa non meno di quella nazionalsocialista, basata sull’idea che una società efficiente in quanto priva di legami solidaristici sia preferibile a qualsiasi altra.
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© 22 Febbraio 2011