La Voce di Trieste

Enrico Sbriglia, direttore della Casa Circondariale di Trieste, e le “vite sospese”

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Il 18 febbraio un nuovo appuntamento con i Venerdì del Veritas

“Per chi creda nel lavoro penitenziario, esserci nel sistema è immedesimarsi anche in tutti gli avvenimenti che lo riguardano, addirittura confondendosi con il grigiore degli ambienti che, quando riusciamo a portare avanti i mille progetti di reinserimento che pure pullulano nelle carceri italiane, ai nostri occhi perdono la loro disumanità e bruttezza, e non sono più fatte di sole grate e cancelli, di mura scrostate o dipinte con i colori di fortuna, di stanze sovraffollate dalle temperature tropicali d’estate e rigide d’inverno, ma luoghi di incontro, di scommessa, di speranza, di visi e di occhi che si intrecciano e che cercano, insieme, il recupero della dignità nella responsabilità”. In un accorato intervento sulla rivista Social News significativamente intitolato “Il carcere che vorremmo” Enrico Sbriglia si espresse in questi termini, a seguito di fatti drammatici accaduti alla fine del 2009 che riportarono all’attenzione dei mass media il cosiddetto “pianeta delle carceri” e che condussero nuovamente a definire “sospetta” la morte di un giovane nel carcere di Regina Coeli a Roma.

Il dott. Sbriglia, funzionario dell’Amministrazione Penitenziaria con esperienza quasi trentennale  e direttore della Casa Circondariale di Trieste dal 1990, interverrà al Centro Culturale Veritas in via Monte Cengio 2/1 a,  il 18 febbraio alle ore 18.30 nell’ambito del programma di incontri “La vita e le vite: i nodi”.

Il tema, sul quale il relatore potrà di certo offrire la sua specifica competenza, ma anche raccontare situazioni occorse nella sua lunga esperienza sul campo, è quello che agli organizzatori degli incontri è piaciuto definire come delle “vite sospese”, ritenendo che la “parentesi” della detenzione possa definirsi appunto – in prima approssimazione – come una sorta di “sospensione” nel corso dell’esistenza della persona che vive in quella particolarissima condizione. Sarà tuttavia dall’intervento del dott. Sbriglia, che senza dubbio toccherà anche le tematiche del senso e dell’efficacia della pena nella nostra società, e dal dibattito che ne seguirà che potrà venire uno scrutinio migliore e più concreto dell’esattezza della stessa definizione del titolo scelto per l’incontro.

 


© 16 Febbraio 2011

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