La Voce di Trieste

“Forme 010”, la mostra personale di Furio Casali

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Da giovedì 17 febbraio visitabile presso la Sala Comunale d’Arte

Da giovedì  17 febbraio 2011, presso la Sala Comunale d’Arte di Trieste, sarà visitabile la mostra personale del fotografo Furio Casali, intitolata Forme 010, presentata dall’architetto Marianna Accerboni. La rassegna propone 25 opere fotografiche e 3 sculture composite, stampate da diapositiva e originalmente assemblate dall’autore anche nella terza dimensione con inediti e appropriati interventi grafici,. Realizzati dal 2007 al 2010, i lavori di Casali, saranno esposti fino al 9 marzo (orario: tutti i giorni 10.00  – 13.00 / 17.00 – 20.00).

«Una creatività razionale e nel contempo libera - scrive Accerboni - connota le opere del fotografo triestino Furio Casali, il cui interesse principale è rappresentato dall’architettura. In tale ambito l’autore, che ha al suo attivo più di trenta mostre personali e si è aggiudicato numerosi e prestigiosi premi, tra cui due Trofei Pollitzer, compone delle singolari ed equilibrate opere tridimensionali che, armoniche ed essenziali, pur nella complessità, sanno compendiare un equilibrato e originale rapporto tra pieni e vuoti, luci e ombre, volumi diversi e accesi cromatismi, scivolando in un linguaggio surreale, ma nel contempo ordinato, che reinterpreta grandi progetti architettonici, assemblandoli con scelte compositive inconsuete ed azzeccate.

Casali in sostanza “riprogetta il progetto”, intrecciando per esempio parte dei volumi di un palazzo del complesso della Defense, nel circondario di Parigi, con le forme organiche del museo Guggenheim di Bilbao di Frank Gehry o con quelli del palazzo della Marineria di Trieste, o ancora con le architetture postmoderne dello Stadio Rocco. Oppure svolgendo sul piano le forme architettoniche del Guggenheim, di altri edifici o addirittura di un TIR e “rallegrandone”, nel primo caso, la cromia attraverso intersezioni dai colori vivaci. O si diverte, facendo sorgere un palazzo su un prato o creando quattro racconti fotografici sulla pioggia.

In tal modo Casali – conclude il critico – perviene a una sorta di Babele contemporanea, composta attraverso un elegante gioco creativo, in cui l’artista inserisce nell’opera anche la propria perizia artigianale, senza tuttavia intervenire mai con Photoshop. Parte invece dalla fotografia analogica, cioè dalla stampa di negativi e diapositive, assemblando successivamente sezioni d’immagini e intervenendo infine con intarsi di cartoncini ed elementi grafici di propria invenzione».


© 15 Febbraio 2011

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