La Voce di Trieste

Lo scemenzaio delle malmignotte

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Trieste, 10 febbraio – Le pagine d’oltreconfine del Piccolo sono nate negli anni ’80, quando era diretto da Luciano Ceschia e Paolo Berti ed aveva ancora una redazione esteri, per informare finalmente Trieste su quello che accade nel suo retroterra reale, incominciando dall’area dell’iniziativa Alpe-Adria.

Poi la cultura politica è precipitata, e con finanziamenti annuali del Ministero degli Esteri questa sezione del giornale è stata ridotta ad “Istria-Quarnero-Dalmazia” e degradata, con una riduzione drastica delle le notizie di vero interesse generale, a bollettino scolastico dei controllori a vita delle comunità italiane e dei denari da Roma, integrato da propagande gradite, riempitivi banali e svarioni formidabili.

Vi leggiamo così le continue prodezze, lamentele e richieste di soldi dei Tremul, Radin, Battelli e soci, ma anche contributi ragguardevoli allo scemenzaio propagandistico della pseudo-storia politicizzata (di destra e sinistra) che affligge queste terre.

Come il far passare le superstiti comunità italiane autoctone per immigrate dall’Italia insistendo a definirla loro “nazione madre”. O come la moltiplicazione sistematica delle “vittime di Tito” aggiungendovi persino i collaborazionisti e gli occupanti nazisti uccisi dalla Resistenza alla fine della seconda guerra mondiale come in Italia e tutt’Europa, e gli stalinisti epurati dal 1948 e rinchiusi anche nel durissimo carcere di Goli Otok.

Dimenticando ovviamente le violenze e gli orrori commessi dai primi finché comandavano, e cosa avrebbero fatto i secondi se avessero vinto, portandoci le epurazioni staliniane, i corazzati del patto di Varsavia e la flotta sovietica a trasformare nella vera ‘cortina di ferro’ quel confine invece sempre più aperto che ci ha consentito mezzo secolo di commerci, economie e svaghi.

La scelta dei riempitivi ci informa invece su quattro colonne che un topo ha morso un paziente all’ospedale di Fiume, è stato preso un pescione da tanti chili, un cinghiale ha atterrato chissà perché il cacciatore che lo stava solo ammazzando, e così via.

Mentre gli svarioni ci sollevano almeno lo spirito spiegando che la pecora in fotografia è un “adulto di agnello di Cherso”, gli straordinari pompieri-chirurghi quarnerini non circoscrivono, ma circoncidono gli incendi dei boschi, e le malmignatte d’Istria e Dalmazia, ragnetti assai poco pericolosi, evolvono darwinianamente in malmignotte, pure mortali.

Rimanendo dunque evidente ogni giorno che i lettori del quotidiano superstite della città ed il denaro pubblico profuso meriterebbero davvero qualcosa di meglio.

(P.G.P.)


© 15 Febbraio 2011

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