Sul “Superporto” ennesima figuraccia per la politica triestina
Sul progetto Unicredit, oltre che l’ennesimo attacco al futuro della nostra città, si sta consumando un’ennesima figuraccia per la politica triestina, incapace con tutta evidenza di difendere gli interessi del nostro territorio, perché priva di qualsiasi autorevolezza nei confronti del governo nazionale.
Penso d’altro canto che non potrebbe essere diversamente quando per mesi i nostri rappresentanti a Roma, nonché il Presidente della Regione, le uniche energie che hanno speso sul Porto, le hanno riservate esclusivamente a trovare l’accordo sul nome di Marina Monassi.
Come avevamo previsto, gli interessi del nostro scalo non potevano passare da un nome, ma rimangono strettamente legati e in modo imprescindibile ad una visione di sviluppo che manca del tutto alla classe politica di governo.
L’assenza di un disegno complessivo che individuasse un ruolo per il nostro scalo alla fine è emersa nonostante i numerosi convegni, le svariate riunioni romane, le innumerevoli visite che hanno costellato questi mesi di annunci che, tanto per cambiare, hanno finito per avere – come capita ormai sempre più spesso – esiti a dir poco imbarazzanti.
E mentre la politica locale continua a giocare a “monopoli”, scambiandosi poltrone e nomine, questa città sta morendo sotto l’indegna indifferenza di un’intera classe dirigente che ha la responsabilità evidente di quanto si sta perdendo.
Non si tratta semplicemente di individuare colpevoli e di addossare colpe, ma di constatare la palese inidoneità di questa classe politica a rappresentare gli interessi di Trieste e a poter lavorare per ridare prospettive di crescita alla nostra economia.
Siamo certi che, come al solito, ci sarà chi griderà ad un complotto contro Trieste, chi garantirà che nulla è ancora deciso o chi prometterà che niente è ancora perso. Di sicuro c’è soltanto che un autorevole investitore sta lasciando questa città, prima ancora di esservi entrato, per destinare le sue risorse verso un altro Porto. Di certo c’è soltanto che il Governo italiano ha preferito dirottare 400 milioni di euro su uno scalo che non è il nostro. E di altrettanto chiaro c’è che nessuno a Trieste ha fatto nulla per impedirlo e nessuno a Trieste si assumerà la responsabilità politica di una nuova retrocessione del nostro sistema.
Franco Bandelli
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Qualcuno obietterà che Franco Bandelli è candidato sindaco con una sua lista (di destra-centro) e che noi abbiamo garantito di non dare spazio a politici e propagande elettorali. Vero, e rispettiamo quest’impegno sacrosanto. Ma questo non ci esime dal dovere di dare spazio personale a chiunque quando esprima controcorrente delle opinioni sensate, utili e coraggiose. Come in questo caso.
© 9 Febbraio 2011