La Voce di Trieste

Sempre più sospetta l’ostilità al Parco Tropicale di Miramare

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Trieste, 8 febbraio ? Gli sviluppi dell’operazione politico-amministrativa corale pre sopprimere il piccolo Parco Tropicale di Miramare stanno rendendo sempre più sospetto la situazione delineata nella nostra recente inchiesta-denuncia pubblica.

Alla riunione del 7 febbraio in Prefettura sulle prospettive di salvataggio tutti rappresentanti delle istituzioni interessate ? a parte il sovrintendente Martines, che è gentiluomo estraneo alle manovre locali ? si sono infatti tirati indietro dicendo che non ci sono abbastanza soldi.
Incluso chi ne ha sperperati a valanghe per anni su progetti inesistenti o palesemente impossibili, come la Camera di Commercio sul Parco del Mare immaginario ed il Comune sull’Expo mondiale e varie spese pseudo-turistiche assurde.

Il sindaco Dipiazza si è messo persino a fare la morale sulle spese virtuose, su presunti abusi edilizi (ovviamente minimi) e sulla legge rapida e uguale per tutti. Quando lui è tra altro indagato, e senza esiti noti da oltre un anno, per un’operazione speculativa personale illecita con un terreno del Comune, su prove documentali. E quando con altra nostra inchiesta abbiamo scoperto che ha appena assegnato 190.000 euro di elargizioni, pure in sospetto di clientela, ad associazioni varie includendovene illecitamente anche una del partito di Berlusconi (il suo, ed è pure reato).
Si insiste inoltre a far credere all’opinione pubblica che si tratti solo di un allevamento stravagante di colibrì, tacendo degli altri animali e del fatto che si tratta invece di un oggetto turistico appetitoso, e produttivo se doverosamente finanziato, come appunto il Parco Tropicale a Miramare, che è il sito più visitato della Provincia.
Un’opposizione dunque del tutto illogica sotto il profilo pubblico, che conferma l’opportunità di valutare tra le spiegazioni anche la possibilità che vi siano interessi a sloggiare i poveri pionieri per a beneficio di qualcun altro da foraggiare poi con i contributi pubblici e privati ora rifiutati. Ci sono analogie con altre vicende recenti, dal caso del Bagno alla Diga a quello di Castelreggio.

Veda dunque di indagare la Procura, e possibilmente con sollecitudine pari a quella applicata a sfavore della struttura attuale.

 


© 9 Febbraio 2011

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