L’Inchiesta
di Direttore
I nostri lettori vecchi e nuovi si saranno probabilmente già accorti che le nostre inchieste sulla conduzione della città sono in realtà parti di un’Inchiesta unica. Quella su tutto un modo deteriore di governare l’economia, la politica e la cultura parassitando e distorcendo l’identità ed il ruolo naturali di Trieste. É una situazione che viviamo quasi tutti sulla pelle, e non da oggi, quantomeno a livello di degrado economico e spaesamento culturale nella percezione deformata di Trieste come un’isola statica di un mare indecifrabile, invece che come città portuale di un retroterra europeo da sempre e concretamente, attivo, produttivo e colto. Ma non perché a qui si sia peggiori (o migliori) che altrove.
É che abbiamo subito una selezione negativa speciale della classe dirigente, e di quello che qui si deve e si può essere, dire e fare. Dopo la prima guerra mondiale il ruolo di Trieste è stato invertito: da porto centrale della Mitteleuropa plurinazionale a caposaldo politico italiano prima di un’espansione disastrosa verso est, e poi della guerra fredda. Il criterio di selezione dei dirigenti locali consiste perciò da quasi un secolo nella fedeltà ad un apposito conformismo nazionalista di confine, e nell’obbedienza a politiche economiche di depressione del nostro porto. Premiando i selezionati col monopolio del potere locale e con impunità speciali per i peccati di malgoverno e malaffare. Rese evidenti da casi celebri anche recentissimi, perché l’Unione Europea ci ha riaperto i confini fisici di questa gabbia di condizionamenti politici, culturali, ed economici, ma la corruzione delle istituzioni nazionali italiane ha continuato a proteggerne ed alimentarne il sistema locale di controllo. Per liberarcene e ritornare finalmente attivi nella nuova Europa possiamo quindi contare soltanto sulle nostre forze di cittadini, ed anzitutto sulla nostra capacità di comprendere che questo problema supera, nel bene e nel male, le divisioni di parte politica, ideologica e sociale. Nella destra vi sono ovvie difficoltà a capirlo, mentre la sinistra si illude che sia un problema politico ad esaurimento con le vecchie generazioni. Mentre è il problema strutturale classico delle mafie che si autoperpetuano come modelli culturali nelle pratiche concrete del potere tra privilegi, clientele ed impunità. Dove appunto le inchieste su questi settori confluiscono in un’Inchiesta unica, che qui investe politica, amministrazione pubblica, cultura e costume. Opponendo, in sostanza, ad un disegno organico deteriore un disegno unico di chiarezza nel rapporto di fiducia tra giornale e lettori. Sinora a Trieste non lo ha mai fatto nessuno: proviamoci assieme.
P.G.P.
© 5 Febbraio 2011