La Voce di Trieste

I pendolari protestano e le Ferrovie aumentano i prezzi

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Silenzio da Regioni e Ministero, ma gli utenti non si danno per vinti

Secondo il rapporto Pendolaria 2010 di Legambiente, il 2011 sarà l’anno nero del trasporto ferroviario in Italia e i primi a risentire di questo peggioramento saranno i pendolari, coloro, cioè, che il treno lo usano quotidianamente.
Se il futuro non promette nulla di buono, nemmeno il presente sembra essere così roseo e ne sanno qualcosa i pendolari della tratta Trieste – San Donà di Piave che, in risposta alla loro legittima protesta, hanno ottenuto da Trenitalia un aumento dei costi.
Tutto ha inizio nel novembre 2010 quando Ilaria Cuomo, Michela Donato e altri sessanta pendolari si organizzano e scrivono alle Ferrovie dello Stato, alle regioni Friuli- Venezia Giulia e Veneto e ai competenti assessorati, al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e al Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. «Nella lettera – ricorda Ilaria Cuomo – contestavamo gli insostenibili ed ingiustificati costi di viaggio che siamo costretti a sostenere per raggiungere il posto di lavoro, dovendo usufruire sia di treni intercity che regionali».
Dover viaggiare su due tipologie diverse di treni comporta l’acquisto di due abbonamenti: uno per gli intercity (126,00 euro) e uno per i regionali (88,40 euro), per costo complessivo di 214,40 euro. In alternativa è possibile comprare unicamente l’abbonamento per i treni regionali, al quale però occorre aggiungere il cosiddetto “cambio di servizio” necessario per ogni viaggio effettuato su treni Intercity: «Quando abbiamo inviato la nostra protesta il “cambio di servizio” costava 3 euro – spiega Ilaria Cuomo – ora ne costa 4. Questa, in pratica, è stata l’unica risposta concreta che abbiamo ottenuto dagli enti pubblici e privati interpellati».
Contando venti viaggi al mese, la spesa extra, oltre all’abbonamento regionale, raggiunge ora gli 80 euro per una spesa totale di 168,40 euro «con il rischio di viaggiare in piedi – sottolinea Cuomo – visto che il “cambio di servizio” non comporta la prenotazione del posto a sedere, obbligatoria invece per coloro che acquistano un normale biglietto Intercity».
Sottolineando l’assenza di un’apprezzabile differenza di velocità e qualità tra treni regionali e Intercity, un altro aspetto contestato è l’ingiustificata difformità di trattamento tra chi  usufruisce della tratta compresa tra Trieste e Portogruaro, e gli altrettanti numerosi pendolari che devono raggiungere una destinazione finale non molto più lontana, all’interno della stessa regione: «Solo ai primi è data la possibilità di usufruire dell’abbonamento “Tutto Treno FVG” del costo di € 110,20 che consente di viaggiare sui treni Intercity e regionali pagando, quindi, un unico abbonamento».
Ai costi esorbitanti denunciati occorre aggiungere la scarsa qualità del servizio offerto, con la pulizia insufficiente e le toilettes spesso inagibili.
Sono passati tre mesi da quando gli organi preposti hanno ricevuto la lettera dei pendolari: a parte l’aumento di costi, è cambiato qualcosa? «Assolutamente no – dice Cuomo – ho sollecitato gli assessorati regionali ai trasporti e mi hanno detto che si sarebbero attivati, che avrebbero nominato una persona per seguire il caso e che, comunque, sarei stata informata delle loro iniziative, ma per ora nessuno mi ha detto niente. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato mi ha dichiarato di aver aperto un fascicolo sulla situazione, ma anche in questo caso non si è più saputo nulla».

«Noi non ci fermeremo – conclude Ilaria Cuomo, sostenuta dai sessanta colleghi pendolari – chiediamo condizioni di viaggio più vantaggiose che ci permettano di usufruire di entrambe le tipologie di treni ad un prezzo accettabile. I responsabili devono trovare una soluzione, non è giusto che siano sempre le categorie più deboli, come quella dei pendolari, a dover rimetterci»

© 3 Febbraio 2011

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