La Voce di Trieste

Il fascino umano dell’Avana

di

Una storia di persone, non di monumenti

18.00, ora locale. Dopo un lungo volo da Milano, atterriamo all’aeroporto Internazionale José Martì e, superate le solite trafile di controlli cubani, prendiamo un taxi per raggiungere la Casa particular prenotata prima di partire. La prima cosa che ci colpisce è il buio: sì, perché, abituati alle nostre città, ed anche ai paesetti dove l’illuminazione pubblica è in funzione dal tramonto all’alba, qui, la sera, si prova una strana sensazione nel trovarsi immersi in un buio illuminato soltanto da qualche sporadica luce qua e là. Si trovano lampioni in pochissime zone della città e la maggior parte dei suoi due milioni e mezzo di abitanti, dopo il calar del sole, deve fare i conti con l’oscurità. Il nostro tassista ci mette un po’ prima di trovare l’indirizzo che gli abbiamo dato, ma alla fine arriviamo a destinazione passando tra strade e vicoli che, nonostante la mancanza di luce, brulicano di gente che a gruppetti chiacchiera davanti all’uscio di casa, da dove immancabile esce della splendida musica: musica che non ci avrebbe più abbandonato fino al giorno della nostra partenza.
L’arrivo è dei migliori: i nostri ospiti ci attendono sull’uscio di casa e quando scendiamo dal taxi veniamo accolti come fossimo vecchi amici che non si vedono da tempo! Alejandro e Ivette sono due persone splendide che, come tutti a Cuba, tentano di sbarcare il lunario nel miglior modo possibile, non rinunciando mai ad una grande dignità anche se, ascoltando i loro racconti, ci si chiede come siano riusciti a sopravvivere a certi momenti decisamente bui della storia di questa meravigliosa isola caraibica.
Dopo aver sistemato i nostri pochi bagagli nella stanza assegnataci, finalmente ci mettiamo a cena: Daimila, la figlia che si occupa della cucina, porta in tavola un ottimo piatto di pesce con il contorno degli immancabili fagioli neri. Ci conquista subito con la sua cordialità, la sua voglia di comunicare e poi, bisogna dire, ci prende davvero per la gola con i suoi piatti speciali!
La mattina seguente, a colazione, Ivette si unisce a noi: finito di bere il caffè e mangiare la frutta appena comprata al mercato, ci accompagna a fare un giro nella città vecchia. La loro casa si trova in Centro Habana in posizione veramente strategica: a cento metri dal portone c’è il Malecon, lo splendido lungomare dell’Avana, dove nei giorni di vento si riesce a camminare solo da un lato della strada perché le onde che si infrangono sugli scogli superano il muretto che protegge il marciapiede, inondando chiunque si trovi a passare da quelle parti! Il fondo stradale si fa sdrucciolevole e oltre a rischiare una bella doccia fredda, si corre anche il rischio di fare un bel scivolone. L’Habana Vieja si raggiunge in quindici minuti a piedi: qui, per gli amanti del ballo, c’è la Casa della Musica, dove si esibiscono molti gruppi dal vivo e la musica varia dalla salsa, al reggaetton, fino a stili più prettamente cubani. Ivette ci indica alcuni punti di riferimento per ritrovare da soli la strada di casa. Il bello è che questa “visita guidata”, completamente gratuita, è prevista per tutti gli ospiti della loro casa: questa si che è vera ospitalità!
Arriviamo fino all’Habana Vieja, passando davanti al Teatro Nacional de Cuba, per inoltrarci poi nella Calle Obispo, una zona pedonale con molti negozi, caffè, alberghi e mercatini d’artigianato locale. Ivette ci indica dove conviene fare acquisti, dove si può bere in santa pace un buon mojito o mangiare un boccone. È piacevole passeggiare con lei, farsi raccontare un po’ di storia della città, scoprire quali sono le abitudini dei cubani e vederla muoversi con disinvoltura tra la gente che affolla questa parte della città. Tra un palazzo e l’altro ci sono anche moltissimi cantieri. L’Habana Vieja, infatti, è stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio Culturale dell’Umanità nel 1982. Da allora sono stati stanziati molti fondi per la sua ricostruzione e ancora oggi si continua a lavorare incessantemente per rifare il look a questa vecchia, ma ancora affascinante signora. Nonostante i molti palazzi decadenti che mostrano solo una minima parte dello splendore che deve aver caratterizzato questa città negli anni ’60, è innegabile il fascino malinconico che continuano ad emanare e questo, indipendentemente dal quartiere in cui ci si trova. Ad un certo punto arriviamo al Caffè Ambos Mundos, uno dei luoghi prediletti da Hemingway, giriamo a destra per arrivare in Plaza Vieja, dove i lavori di restauro sono già a buon punto e dove si percepisce tutta la bellezza di questa immensa città. Tra una chiacchiera e l’altra arriviamo davanti alla Chiesa di San Francesco, dove spesso si tengono dei concerti di musica classica a tutte le ore del giorno. Entrati, ci sediamo  ad ascoltare un gruppo di artisti che stava facendo le prove per il concerto del pomeriggio: che pace, che tranquillità!
È quasi ora di pranzo e Ivette deve andare a preparare qualcosa da mangiare per il figlio Alejandrito. Noi restiamo ancora un po’ a bighellonare per la città ripromettendoci di andare, nei prossimi giorni, a visitarne i numerosi musei. Ci sediamo in un caffè a bere qualcosa, godendo della vista sui palazzi, sulla gente che passeggia e sulle bellissime Buick, le macchine degli anni ‘50 che sfilano numerose per i viali della città.
La sera, dopo cena, Alejandro si siede con noi e passiamo diverse ore a parlare, scoprendo i lati buoni e i lati cattivi de La Isla Grande. Trascorriamo insieme a loro un’intera settimana: durante il giorno ci perdiamo nei vicoli della città, spaziando dall’Habana Vieja al Vedado fino al Malecon. Una giornata la trascorriamo anche al mare, nelle vicine Playas dell’Este, raggiungibili comodante con i mezzi pubblici, senza spendere una follia in taxi, come ci suggerisce Ivette! Le sere le trascorriamo in compagnia di questa meravigliosa famiglia che, nonostante le numerose traversie, ha sempre un sorriso per ospiti ed amici e, come tutti i cubani, una gran voglia di ballare… Se a Cuba mancano molte cose, di certo quella che non manca è la buona musica!

INFORMAZIONI

Dove dormire:
Potete scrivere direttamente a Alejandro e Ivette all’indirizzo mail ale.devarona@infomed.sld.cu o, se vi trovate già a Cuba, chiamare il numero +53 (05) 263-57-59

Dove mangiare:
Di solito è possibile avere colazione e cena presso le Casas Particular dove si alloggia.
Da provare: Los Nardos, Paseo del Prado 563. Di fronte al Capitolio. Preparatevi a fare la fila…come tutti i cubani!!!


© 1 Febbraio 2011

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