La Voce di Trieste

“Messa da Requiem” di Verdi alla Sala Tripcovich

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Il 4 febbraio con la direzione del Maestro Corrado Rovaris

 

 

Venerdì 4 febbraio alle ore 20.30 la Sala de Banfield Tripcovich ospiterà  la solenne Messa da Requiem di Giuseppe Verdi. Il capolavoro vede impegnati oltre all’ Orchestra del Teatro Verdi, anche il Coro, istruito dal  M° Alessandro Zuppardo e  un  eccellente quartetto di solisti  formato dal soprano Latonia Moore, in questi giorni applaudita interprete al “Verdi” del ruolo di Lucrezia nei “Due Foscari”; Elena Bocharova, mezzosoprano russo a Trieste al suo debutto, come pure i  coreani  Dongwon Shin, tenore e  Simon Lim, basso. La direzione è affidata al M° Corrado Rovaris, che al “Verdi” di Trieste ritorna dopo aver recentemente diretto con grande successo  un concerto durante le feste natalizie in cui figurava  la Sinfonia n.5 di Mendelssohn e i Quattro pezzi sacri di Verdi. Il M° Corrado Rovaris, attuale direttore musicale della Philadelphia Opera Company, dirige in seno alle più importanti istituzioni musicali italiane ed estere un vasto repertorio  che spazia dal  Barocco a  Mozart, Haydn, Paisiello, Rossini, Donizetti, Bizet, Verdi, Puccini  .
Dedicata alla morte di Alessandro Manzoni, la Messa da Requiem fu composta  da Verdi come un omaggio sincero allo scrittore che egli profondamente ammirava anche come uomo,  per il suo sostegno alla causa del Risorgimento italiano.
Questa imponente composizione sacra di spettacolare grandiosità  e di grande unità espressiva fu eseguita la prima volta nella Chiesa di San Marco, a Milano, il 22 maggio del 1874, sotto la direzione dell’autore stesso  e con solisti Teresa Stolz, Maria Waldmann, Giuseppe Capponi e Ormondo Maini. L’opera, nella sua successiva esecuzione alla Scala di Milano, avvenuta poco tempo dopo ebbe un grande successo di pubblico. La critica musicale,del tempo  invece rimproverò Verdi  per  il carattere troppo poco “sacro” ed eccessivamente “teatrale” del suo Requiem.
Il Requiem,  della durata di circa un’ora e mezzo, accoglie momenti di severa scrittura contrappuntistica (il Kyrie, sulle parole quam olim, l’offertorio Domine Jesu, il Sanctus, la parte centrale del Libera me), che sono tra le sue pagine migliori. Di ispirazione teatrale  sono invece la cupa marcia funebre della sezione centrale del Lux aeterna e soprattutto l’impressionante Dies irae, che Verdi considera come il corpo centrale della messa per i defunti. Uno struggente abbandono lirico pervade infine alcune strofe dello stesso Dies irae, l’Agnus Dei, il Libera me.
Per maggiori informazioni Teatro Verdi


© 28 Gennaio 2011

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