L’austriaca Ulrike Andres nuovo direttore generale della SIOT
di adminwp
Giovedì 27 gennaio nelle sale dello Starhotel Savoia Excelsior di Trieste si è tenuta la presentazione alla stampa e alle autorità di Ulrike Andres, il nuovo Direttore Generale della SIOT.
La Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino S.p.A., con sede a Dolina, appartiene al gruppo TAL, il consorzio transfrontaliero di imprese fra Italia, Austria e Germania, che collega da quasi mezzo secolo il Porto di Trieste all’Europa centrale rifornendo Baviera, Austria e Repubblica ceca. La dirigente è austriaca e subentra all’uscente Amministratore Delegato Adriano del Prete, che ha retto l’azienda nell’ultimo decennio.
Le note di un violino hanno accompagnato in stile mitteleuropeo un passaggio di consegne che per la scelta della persona e del luogo ci ha fatto sorgere spontanea la domanda se SIOT non abbia finalmente capito la necessità di un rapido cambio d’immagine e di comportamenti.
Riflesso anzitutto nella cultura e personalità diverse della Anders, che dovrà cercare anzitutto di risollevare l’immagine di un’azienda a cui si associano vecchie situazioni conflittuali, rischi e problemi d’inquinamento e sicurezza sempre attuali, e le esalazioni insopportabile e nocive di petrolio che continuano ad ammorbare da anni, senza provvedimenti nonostante le proteste, una vasta area industriale e residenziale circostante?
La persona in sé ci è piacìuta. Ulrike Andres non è un ingegnere ma ha una professionalità basata su masters in Marketing e Finanza e corsi in Gestione Strategica d’azienda. Laureatasi a Vienna, ha ricoperto in seguito numerosi incarichi a livello dirigenziale in tutta Europa tra cui spicca quello di Presidente dell’AEGPL, l’Associazione Europea delle Aziende di gas liquido (GPL). Appena avrà un quadro più preciso anche a livello tecnico della situazione dello stabilimento e delle sue problematiche, penseremo ad un’intervista più dettagliata sui problemi che avrà riscontrate e le soluzioni che intenderà porre in atto.
Riguardo alla tutela dell’ambiente, l’Andres ha definita prioritaria per TAL, e ci ha comunque anticipato l’intenzione di testare a Trieste una nuova tecnologia, già sperimentata in altri stabilimenti della Liguria, per la soppressione delle emissioni sgradevoli che si generano in particolare quando i serbatoi vengono vuotati troppo velocemente, e che Andres ha dichiarato non essere comunque nocive. Si tratterebbe, a grandi linee, di un prodotto che dovrebbe convogliare le molecole di zolfo sospese nell’aria, ma per il momento non abbiamo maggiori dettagli. Sembra comunque che non sarà comunque il sistema di aspirazione dei vapori temuto nei mesi scorsi.
Abbiamo chiesto poi ad Ulrike Andres quale sarà la posizione dell’azienda nei confronti della sicurezza degli impianti ed in particolare della Legge Seveso. Ha risposto che TAL ha sempre avuto in grandissima attenzione tutto ciò che concerne la sicurezza delle sue pipelines, utilizzando diversi sistemi come il monitoraggio con ultrasuoni per verificare l’integrità delle tubazioni, l’utilizzo di robot-sonda che mensilmente vengolo calati all’interno delle pipelines per un controllo dettagliato, ed infine la sorveglianza via elicottero lungo tutta la linea sino al confine austriaco per la segnalazione immediata di eventuali perdite. L’azienda inoltre investe da anni in nuove tecnologie per la protezione dei suoi oleodotti che sono risultati fra i più sicuri in Europa, anche grazie ad una stretta collaborazione con il TÜV, l’ente certificatore tedesco e con l’ARPA in Italia.
Durante la presentazione alle autorità seguita all’incontro con i giornalisti, Ulrike Andres ha sottolineato il suo impegno perché gli abitanti delle zone limitrofe allo stabilimento non debbano più preoccuparsi per questioni d’ambiente e sicurezza.
Un compito è certamente impegnativo: c’è da porre rimedio ad una situazione che dal 1967, ovvero l’anno dell’attivazione dell’impianto, si è man mano aggravata proprio sul piano ambientale. Tenendo anche conto che le esalazioni di petrolio consistono nel rilascio nell’atmosfera di molecole di idrocarburi comunque nocive che si depositano al suolo o vengono inalate in concentrazioni progressive.
Spiccava, nella selva di giacche e cravatte presenti all’incontro, l’ormai celebre giacca mimetica del rappresentante di Greenaction Transnational ed Alpe Adria Green Roberto Giurastante, che da critico storico e documentatissimo dell’impianto ha voluto comunque ascoltare il segnale di una nuova politica di dialogo, e ci ha dichiarato che, ovviamente, un responsabile nuovo non può pagare le colpe dei predecessori ma gli spetta fornire quanto prima risposte e soluzioni, e l’attenzione degli ambientalisti sarà massima. Ritengono infatti che esalazioni non consistano solo nello zolfo ma anche in vapori di petrolio contenenti anche il nocivo benzene.
Sorprende inoltre che le autorità presenti abbiano sostenuto che in passato la Siot abbia sempre offerto la massima collaborazione ad istituzioni e cittadinanza, il che non ci risulta vero. Soltanto il sindaco di Dolina, Fulvia Premolin, ha ricordato tmidamente che “c’è ancora qualche problema da risolvere sul territorio”.
Ci troviamo di fronte ad una struttura che ha assegnato alla città, nel bene e nel male, il ruolo di primo porto petrolifero italiano con 1 miliardo e 200 milioni di tonnellate sinora scaricate, a fronte di un’occupazione limitata (mentre l’azienda afferma di occupare attualmente 500 persone tra i dipendenti, alcune decine, e l’indotto) ed ha anzitutto, dai tempi in cui venne realizzata dal suo primo responsabile, l’ing. Renato Di Monda, un ruolo strategico fondamentale (civile e militare) per i rifornimenti petroliferi della Mitteleuropa.
Questo ruolo ha per la nostra città evidenti gravami portuali, territoriali, ambientali e di sicurezza che sinora non sono stati adeguatamente compensati, anche a causa dei noti climi di servilismo politico e clientela all’interno delle realtà economiche italiane. Speriamo che un’aria nuovo dall’Austria, che a Trieste così spesso si deve rimpiangere, porti con sé anche una nuova dignità di rapporti. Incominciando dal rispetto rigoroso della salute e della sicurezza della popolazione.
© 28 Gennaio 2011