La Voce di Trieste

Una vicenda sgradevole

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La vicenda che ha concluso la nostra collaborazione con il proprietario del “Tuono”, Daniele Pertot, è così sgradevole che eravamo tentati di non scriverne. Ma visti lo scalpore che ha suscitato ed alcune dichiarazioni pubbliche fuorvianti di controparte, dobbiamo ai lettori almeno qualche informazione correttiva essenziale su fatti documentati.

La collaborazione era stata avviata sull’impegno dell’editore di finanziare il settimanale per due anni a fondo perduto, senza dipendere da finanziamenti esterni o pubblicità, e sulla linea politico-editoriale di verità, indipendenza politica ed impegno sociale enunciata dettagliatamente sul numero 1 e sempre ribadita ed attuata sui successivi. Per questi fini d’interesse pubblico del giornale Paolo G. Parovel aveva anche accettato di svolgere a contratto gratuito il ruolo centrale di direttore responsabile.
Il giornale è uscito da maggio, ottenendo successi e consensi crescenti in particolare per le attività d’inchiesta. Sono sorti tuttavìa frequenti problemi perché il proprietario pretendeva spesso di invadere o condizionare altrimenti le prerogative professionali e giuridiche del direttore responsabile (il rapporto tra i due ruoli è analogo a quello tra armatore e comandante della nave) e le attività di redazione.
Negli ultimi mesi dell’anno l’editore ha incominciato anche a manifestare l’intenzione di candidarsi con una propria lista alle elezioni imminenti utilizzando il giornale, ed è stato perciò necessario richiamarlo al rispetto sia dell’indipendenza pattuita col direttore, la redazione e l’opinione pubblica, sia delle norme sulla stampa.
Dopo la pausa delle feste di fine anno la redazione, in attesa del rinnovo dei contratti scaduti il 31 dicembre, ha ricominciato a lavorare normalmente per il numero 32 in uscita sabato 8 gennaio, preparandolo e stampando la locandina che annunciava due inchieste rilevanti, una su nuovi abusi edilizi, coinvolgenti anche il sindaco Dipiazza, e l’altra sull’amianto nelle caserme della Guardia di Finanza e le morti conseguenti.
Il 7 gennaio l’editore ha bloccato a sorpresa la finitura del numero ed il suo invìo in tipografia, ed ha espulso contemporaneamente dalla redazione il direttore responsabile ed il caporedattore, Fabio Dalmasso. Motivando il licenziamento del direttore con una lettera in cui lo accusa contrariamente a verità di avere condotto di sua iniziativa ed eccedendo le competenze del giornalista un’ingiusta campagna stampa contro il sindaco Dipiazza che ha fatto causa per danni, ed afferma che lo citerà per danni lui (in sostanza, l’editore si è improvvisamente schierato col sindaco contro la libertà di stampa dei giornalisti sul proprio stesso giornale).
Tale accusa contraria al vero risulta ricalcata sulle tesi del Dipiazza in detta causa temeraria che egli ha intentato a Parovel ed al Pertot. Il quale vi si è costituito sostenendo invece che la stessa campagna era legittima e fondata.
Lo stesso 7 gennaio l’editore, azzerata così la redazione, ha depositato al Registro Stampa presso la presidenza del Tribunale una dichiarazione in cui affermava, di nuovo contrariamente al vero, che il direttore era soltanto sospeso come conseguenza della sospensione della pubblicazione, datandola al 1° gennaio invece che al 7.
Nelle interviste stampa al Piccolo dell’8 e 10.1 ed al Primorski dnevnik del 9.1 il Pertot risulta infine aver fornito versioni e motivazioni diverse e contraddittorie dei fatti, negando inoltre l’intenzione di impegnarsi in elezioni, benché documentata.
Rimangono dunque da chiarire i motivi concreti di simili comportamenti dell’editore, ma le loro irregolarità principali investono evidentemente diritti civili e del lavoro, originando un contenzioso insolito e complesso.

 

© 21 Gennaio 2011

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