Emilio Rigatti: «Mettiamo le ruote alla scuola»
Manuale di pedalogia contro l’appiattimento e l’omologazione
Emilio Rigatti, un insegnante decisamente fuori dall’ordinario, è anche uno scrittore e un giornalista, ma è soprattutto un ciclo-viaggiatore.
Dopo i successi di La strada per Istanbul, Minima Pedalia e La mia prima bicicletta, Rigatti torna in libreria con una nuova avventura a pedali Se la scuola avesse le ruote – avventure di ragazzi on the road e manuale di pedalogia (Ediciclo Editore, € 14.50).
L’autore ama insegnare ai ragazzi materie scolastiche come italiano, storia e geografia con l’aiuto della bicicletta, ma soprattutto ama insegnare loro a vivere in maniera serena la vita quotidiana.
La bicicletta, “poesia dell’esplorazione”, diventa per l’autore uno strumento educativo a portata di tutti.
Studiare in classe una materia e approfondirla all’aria aperta, assaporando dal vivo cosa si è appreso sui libri, diventa un generatore di piccole autonomie.
La bicicletta, infatti, viene vista come un intermezzo per vivere l’apprendimento come avventura, voglia di scoprire e imparare.
Questo modo alternativo di insegnare e interpretare la scuola diventa una forma di resistenza pacifica al degrado della scuola a cui oggi tutti noi assistiamo.
Da qui parte la domanda un po’ provocatoria: “Cosa accadrebbe se la scuola avesse le ruote?’
Emilio Rigatti ce lo racconta in queste divertenti e appassionanti pagine di avventure strappate dal libro, sempre indispensabile per l’apprendimento, e sparate in un mondo palpabile.
Attraverso queste pagine ci incamminiamo in un “diario” che parte dagli anni ’80 e si conclude,dopo avventure e viaggi a pedali pieni di fatica e tanta bellezza, ai giorni nostri.
L’autore spiega come la bicicletta sia uno dei modi migliori per andare in esplorazione del mondo e confrontare ciò che si studia nei libri con la realtà: un metodo, questo, che si contrappone alle solite gite organizzate in autobus considerate troppo superficiali.
Rigatti riesce a mettere le ruote alla scuola e a pedalare insieme ai suoi alunni tra parchi, aperta campagna, musei, strade bianche, grandi città e piccoli villaggi a caccia di arte, storia e geografia insieme a tanto divertimento e piccole grandi avventure che aiutano a crescere.
L’autore insegna ai ragazzi ad assaporare la vita lentamente, a muoversi e percepire la natura, i colori, le persone anche senza l’aiuto di un navigatore che sostituisce la creatività e il piacere di esplorare.
Quindi “mettiamo le ruote alla scuola” è un invito a insegnanti, genitori e non solo a svegliarsi e “pedalare” contro la modernizzazione inflitta dalla scuola che mira all’appiattimento e all’omologazione; perché tutti, come dice l’autore, possano avere la consapevolezza che “mentre la fila colorata e scintillante di biciclette allunga la sua ombra, mi chiedo se anche loro sentono questo fascino sottile del passaggio segreto, dello sfuggire alla grande programmazione in cui siamo inseriti”
In conclusione del libro l’autore propone e consiglia un vero “manuale di pedalogia” per provare e perché no ripetere le sue esperienze di professore a pedali.
© 20 Gennaio 2011