Meno botti, nel bene e nel male
Trieste-Muggia, 1° gennaio – Meno botti per capodanno: è un sollievo. Ma non un buon segno a Trieste, dove il calo non è dovuto ad incrementi di saggezza ma a mancanza di soldi da buttare.
A Muggia invece il sindaco Nerio Nesladek ha avuto il coraggio, impopolare ma sacrosanto, di incominciare a porre finalmente dei divieti che riguardano il centro storico, la prossimità di abitazioni e attività ricettive, ed in genere i luoghi frequentati. Con sanzioni abbastanza elevate per i trasgressori, ed effettivamente motivate.
Perché non va certo spenta l’allegria del Capodanno, ma per manifestarla ci sono modi diversi dalle detonazioni assordanti e pericolose per le persone e terrificanti per gli animali selvatici e domestici, e dallo spargere a casaccio nell’abitato e fra campi, prati e boschi materiali incendiati ed incendiari.
Se per lo stoccaggio, il maneggio e gli spettacoli di fuochi artificiali professionali occorrono apposite patenti e cautele, non si vede perché si possa dare ogni genere di materiale pirico in mano a chiunque, inclusi gli irresponsabili che la statistica impone di considerare percentualmente presenti in qualsiasi gruppo umano consistente, a prescindere dall’età. Per non dire di chi si trovi sotto l’effetto dell’alcool o di droghe.
L’uso dei fuochi d’artificio ci è venuto dalla Cina, dove si pratica sin da tempi antichi per scacciare ritualmente i démoni da case e luoghi vari, cioè per tradizione religiosa e con regole conseguenti. Da noi invece serve solo per giocare infantilmente col fuoco e col botto: è il caso di ripensarci seriamente.
© 12 Gennaio 2011